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 Home page > Attualità > Cronaca > Napolitano boccia il ddl e lo rimanda a Berlusconi

Napolitano boccia il ddl e lo rimanda a Berlusconi

Il decreto legge preparato dal governo Berlusconi approdava, dopo essersi perso per una settimana nei vari uffici del ministero degli Interni e in quelli della Protezione Civile soltanto l'altro ieri sul tavolo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Il capo dello Stato, con il suo staff legale, ha passato in rassegna il testo, indicando alcuni punti che - a suo parere - meritano di essere rivisti. C'è da sottolineare la prontezza da parte del Presidente della Repubblica nel giudicare il ddl non meritevole della sua firma. Secondo Napolitano sono da rivedere innanzitutto, l'attribuzione delle funzioni di sottosegretario ai commissari che dovranno realizzare i termovalorizzatori. Funzioni che consentono di agire in deroga alle normali procedure e che - secondo il presidente della Repubblica - dovrebbero eventualmente essere assegnate solo dopo la dichiarazione dello stato di emergenza. Nel ddl approdato al Colle era indicato che il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, avrebbe potuto nominare i commissari "in raccordo con le Province". Dopo la lettura del presidente Napolitano, invece, il passaggio sarebbe stato modificato in "sentite le Province", come confermato da fonti di palazzo Chigi. A non piacere a Napolitano anche il passaggio del decreto in cui veniva indicata la cancellazione delle tre discariche di cava Vitiello a Terzigno, Valle della Masseria a Serre e Andretta in provincia di Avellino; secondo il Capo dello Stato si sarebbe proceduti alla cancellazione delle tre discariche senza individuare alternative idonee dove poter trasferire i rifiuti.

Dopo i rilievi evidenziati dal Quirinale, il testo è tornato in serata a palazzo Chigi per le necessarie "correzioni".

Evidente che nella proposta di legge preparato dal governo Berlusconi mancherebbero tutti quegli articoli indispensabili a metter su un ciclo integrato dei rifiuti. Non si parla della realizzazione di nessun impianto di compostaggio, non si cita la raccolta differenziata, non si è preparato un testo di legge improntato sul recupero del rifiuto differenziato. Ancora oggi non sappiamo dove la carta, il vetro e la plastica vengono portati per essere riciclati.

Ancora una volta invece si parla di ''deroghe, di termovalorizzatori, di commissariamenti e di consorzi'', tutto fermo al 1994.

Napolitano giustifica la bocciatura al ddl dicendo di aver voluto difendere la provincia di Napoli.

Ci chiediamo in che moda voglia difendere la sua città, la sua regione, lasciando tutto così come è.

Lasciando che si sversi talquale nelle discariche? Lasciando che la sua terra venga contaminata dal percolato? Lasciando nelle mani criminali l'intera gestione dei rifiuti?

Allora perché non ha dato al governo le giuste linee guida sul come preparare il testo di legge? Perché non ha imposto l'immediata realizzazione degli impianti di compostaggio nei quali portare l'umido? Perché non ha imposto vengano conferiti nelle aziende che si occupano di riciclare la carta, il vetro e la plastica i rifiuti differenziati? Perché non ha imposto la raccolta differenziata con immediato allestimento di campane, oasi ecologiche o raccolta porta a porta? Perchè non ha vietato si rinnovi lo Stato di emergenza, sistema che autorizza il governo ad agire con deroghe spesso in contrasto e in evidente violazione del codice penale e civile?

Questo avrebbe fatto un buon presidente della Repubblica, avrebbe spazzato via con mano ferma tutte le attività illecite perpetrate per decenni nella sua Campania, azioni illecite confermate dallo stesso procuratore di Nola, Paolo Mancuso, durante l'audizione del 5 ottobre scorso davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite legate ai rifiuti; Napolitano ha letto le audizioni?

In Campania l'unica vera emergenza resta quella della Giustizia.

Il comune di Boscoreale nella giornata di ieri è stato nuovamente occupato dai cittadini e dai comitati del movimento a difesa dell'area vesuviana, gli stessi pretendono, a ragione, l'immediata chiusura della cava Sari e relativa bonifica.

Qualcuno deve essersi volutamente dimenticato che l'intera area, dove risiede cava Sari, è stata dichiarata contaminata. La terra e le acque di Terzigno sono state dichiarate altamente inquinate. A dirlo le analisi che qualcuno non vuol proprio prendere in considerazione.

In Campania basterebbe permettere ad ogni singolo comune di occuparsi di raccolta e conferimento, invece di obbligare ogni comune a dare tutto nelle mani dei consorzi in odor di camorra.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.142) 26 novembre 2010 13:08

    Articolo utile, se non fosse per l’attacco al Presidente della Repubblica: egli non può dare linee guida al governo, né può imporre di realizzare impianti, o volere migliori gestioni della raccolta differenziata. Queste è compito del governo, anche se governa male.
    Ad ognuno il suo ruolo, anche se viene gestito male.

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