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Lodo Alfano: Napolitano rifiuta il boccone avvelenato di Berlusconi

Con una lettera alla commissione Affari Costituzionali del Senato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato le proprie perplessità sulla norma del cosiddetto lodo Alfano costituzionale, che prevede la sospensione dei processi per il presidente del Consiglio dei Ministri, dei presidenti dei due rami del Parlamento e dello stesso Presidente della Repubblica. Il punto di rottura sarebbe nel fatto che il disegno di legge in discussione prevede la sospensione dei processi per le alte cariche in questione qualora il parlamento a maggioranza semplice conceda questa tutela preventiva. Rendendo cosi di fatto il Presidente della Repubblica “ostaggio” del parlamento. Infatti con l’approvazione di questa legge una maggioranza parlamentare futura potrebbe a proprio piacimento e secondo le proprie convenienza concedere o negare lo scudo giudiziario all’inquilino del Quirinale. Tutto questo con buona pace dell’indipendenza delle istituzioni dello Stato italiano.

La nostra Costituzione già prevede all’articolo 90 che l’operato del Presidente della Repubblica è insindacabile e può essere messo in discussione solamente tramite impeachment per alto tradimento e per palese attentato al dettame costituzionale. Il Lodo Alfano è quindi superfluo per quanto riguarda la figura del Capo dello Stato, anzi rappresenterebbe un vulnus nei rapporti tra la più alta carica delle istituzioni e il Parlamento che potrebbe decidere su presunti reati commessi dal Presidente al di fuori dalla fattispecie indicati dall’articolo 90. Berlusconi quindi e la sua maggioranza anche questa volta stavano per commettere un errore marchiano che avrebbe alterato, il normale funzionamento dei poteri dello stato, stravolgendone l’equilibrio.

Berlusconi che all’approvazione del lodo Alfano ha legato l’esito della legislatura, ha reagito malissimo alla bocciatura senza appelli che il Capo dello Stato ha dato della legge in questione. Il Cavaliere minaccia di ritirare la proposta di legge, avvertendo il pericolo che si cela nell’approvazione di una legge che prevede solamente la sua immunità e non quella dell’altra alta carica dello stato, anche e soprattutto perche apparirebbe l’ennesima legge ritagliata a sua immagine.

Il maggioranza di centrodestra ha escogitato questo scudo giudiziario per sottrarre il Cavaliere dai molti processi che lo vedono coinvolto, per consentirgli un governo senza intoppi giudiziari e spianargli la strada all’elezione al Quirinale.

Le schermaglie politiche che montano di questi tempi, come questa sul lodo Alfano costituzionale e sulla legge elettorale, sono tutti giochi di potere che mirano a regolare la battaglia delle battaglie, quella per l’elezione del Capo dello Stato nel 2013.

Berlusconi invece di occuparsi dei veri problemi che affiggono gli italiani, come la crisi economica, la disoccupazione, la corruzione che attanaglia la pubblica amministrazione, mira solamente a due obiettivi: estinguere tramite leggi ad personam tutti i procedimenti giudiziari che lo vedono coinvolto e prolungare a tempo interminato la sua ingombrante presenza sulla scena politica italiana.

Per fortuna gli organi di garanzia come il Presidente della Repubblica e della Camera cercano di limitarne la sua ascesa e le sue derive autoritarie. Per questo dovremmo sempre avere chiaro l’importanza della carta Costituzionale che ha in sé tutte le contromisure per arginare lo strapotere di un solo uomo al comando ed ha predisposto tutti i meccanismi per bilanciare i poteri del presidente del Consiglio. Speriamo che la forza della Costituzione non venga mai meno, costituisce l’unica garanzia del giusto funzionamento dei poteri che regolano il nostro viveve civile.

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