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La "bibbia" degli psichiatri sotto attacco

"Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders", ovvero la "bibbia" degli psichiatri statunitensi. Uno degli strumenti diagnostici per disturbi mentali più utilizzati da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo.

Una revisione di questo manuale, prevista per il 2013, potrebbe catalogare come disturbi o malattie psichiatriche alcuni dei comportamenti ritenuti, fino ad ora, normali o, comunque, non così gravi da dover adottare una terapia farmacologica.

Questa "bibbia" è stata oggetto di molte critiche sia per i sistemi adottati per "scoprire" le patologie psichiatriche ma, soprattutto, per la credibilità di questo strumento diagnostico.

Tratto da wikipedia: "Le critiche riguardano più direttamente la dimensione etica, intaccando di conseguenza anche la credibilità scientifica dell'opera: la metà degli psichiatri che hanno partecipato alla stesura dell'ultima edizione del DSM ha avuto rapporti economici (tra il 1989 e il 2004, con ruoli di ricercatore o consulente) con società farmaceutiche. Si tratta di tutti gli psichiatri che hanno curato la sezione sui disturbi dell'umore e sulle psicosi del manuale, definizioni di disturbi che in quegli anni si sono accompagnate all'impennata nelle vendite di farmaci "appropriati".

I sospetti, quindi, sembrano leciti.
E proprio a riguardo, ecco un articolo comparso sul sito Sanitacalabria che riguarda uno dei nuovi "disturbi" inseriti in questo manuale, la sindrome premestruale: "Alcuni senatori del Pdl, primo firmatario Antonio Gentile, hanno preannunciato un´interrogazione al Ministro della Salute Ferruccio Fazio per chiedere che "l´Italia si adoperi affinché la prossima pubblicazione del DSM V,
il manuale statistico diagnostico dei disturbi mentali dell´american psychiatric association, prevista per maggio 2013, non contenga elementi di patologia che, a prima vista, sembrano assurdi". "Verrà considerata patologia psichiatrica - è scritto in una nota - la sindrome premestruale che è una condizione fisiologica e comune forse al 100% delle donne. Verranno ignorati gli studi internazionali e nazionali (Van Ons et al, Salvini et al, Alessandro Rossi et al, Oliver Sacks solo per citarne alcuni) che dimostrano come molti soggetti presentino allucinazioni senza sviluppare psicosi".

Vedremo cosa risponderanno i nostri esperti a riguardo ma, a giudicare dalle prime reazioni al probabile nuovo DSM, ci saranno molte polemiche nei prossimi mesi.



Riguardo alla sindrome premestruale, tratto dal sito dica33: "Nella valutazione della gravità dei sintomi e dell'efficacia della terapia occorre inoltre considerare il ruolo di alcuni fattori psicologici. Alcuni trattamenti farmacologici determinano benefici a breve termine ma spesso non danno sollievo per più di qualche mese, a causa del cosiddetto 'effetto placebo'. Il placebo è un trattamento in realtà inefficace che però ha degli effetti psicologici, determinando un miglioramento della sintomatologia soggettiva.

Per dimostrare che un farmaco abbia un effetto maggiore di un semplice placebo sono necessarie specifiche ed accurate valutazioni comparative. Non tutti i trattamenti proposti per la terapia della sindrome premestruale sono stati sottoposti ad una valutazione adeguata in tal senso.

La terapia terrà conto della natura e della gravità dei sintomi. In molti casi un semplice cambiamento nella dieta e nello stile di vita, la riduzione del consumo di alcol e di caffeina, oltre che delle sigarette, renderanno i sintomi premestruali più sopportabili".


Definizione di sindrome premestruale secondo wikipedia:

La sindrome premestruale consiste in una complessa sintomatologia che interessa vari apparati del corpo femminile nell'età fertile, in corrispondenza dei giorni immediatamente precedenti le mestruazioni.

Il termine sindrome premestruale è stato introdotto per la prima volta negli anni '60, ad opera di Greene e Dalton, ma ancora non è stata identificata, tuttora, in modo definitivo, la causa scatenante dell'insieme di questi disturbi. Si ritiene in ogni caso trattarsi di una sorta di reazione autoallergica, dovuta a un'eccessiva produzione di ormoni da parte dell'ipofisi nella fase post-ovulatoria e premestruale; essa comporta un eccessivo lavoro da parte del fegato, e il relativo stato di affaticamento.

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