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 Home page > Tribuna Libera > L’eredità di Michele tra ultimi perdenti e infimi vincenti

L’eredità di Michele tra ultimi perdenti e infimi vincenti

Martedì ci ha lasciato Michele, un trentenne friulano che ha deciso di stroncare la sua vita. La sua storia è passata alle cronache, oltre per la tragicità del gesto compiuto, per la lettera che Michele ha lasciato scritto prima di suicidarsi.

La sua lettera però non è una comune lettera d'addio ma piuttosto una dichiarazione di guerra. Di Michele contro quel "voi". E allora ho pensato se il suo "voi" è lo stesso ad essere il bersaglio di tutta quella rabbia e frustrazione che sento anche mia, come altri migliaia di giovani.
 
Per me, quel "voi" è il peso morto della storia. "Voi" siete quelli che bruciavano le streghe perché non arrivavano a capire che le erbe potevano curare dai malanni. Siete quelli stessi che hanno lasciato morire in carcere la più grande mente che l'Italia abbia mai partorito. "Voi" avete fatto di peggio. Avete ammazzato Pasolini su una spiaggia perché la sua gentilezza vi faceva paura. Avete cercato di strappare le ali alla fantasia di Alda Merini ma non riuscendoci l'avete seppellita in manicomio. Oggi siete quelli che ottengono posti di lavoro e di comando con i metodi peggiori. Scendete a patti amorali con quelli ai quali vi ispirate, quelli stessi che hanno contribuito a rendere l'Italia un luogo idoneo solo per affaristi senza scrupoli.
 
La vostra sola qualità è quella di non subire alcuna umiliazione, se non quelle che siete favorevoli a subire perché non avete una coscienza. Non conoscete dignità. Avete reso precaria la vita. Avete reso ridicoli i sogni dei bambini e le speranze dei giovani. Non è possibile puntare a niente che non sia il ruolo misero e precario che lo stato di onestà al quale ti sei affidato per rispetto in te stesso e nella vita degli altri ti ha precluso. Di fatto, avete reso l'onestà un handicap.
 
Caro Michele, personalmente non me la sento di giudicare la tua scelta. Dico solo che mi avrebbe fatto piacere conoscerti. Ci hai lasciato un'eredità pesante. Un lascito che deve fungere da monito affinché nessuno segua la tua scelta ma piuttosto aiuti ad incanalare tutta quella rabbia, che torno a ripetere è la mia e quella di ogni giovane onesto, per fini che includano solo lacrime di soddisfazione. 
 
Con il massimo rispetto possibile che è sempre dovuto quando si parla di situazioni tanto delicate come la storia di Michele, ho scritto questo articolo perché non ne potevo più di sentirmi, come volete "voi", solo un altro perdente.
 
Poi, riflettendo, ho pensato ad una massima: meglio essere un pessimo perdente che l'ennesimo infimo vincente come siete "voi". Perdenti ma non sconfitti, la guerra continua, anche per Michele. E vedremo chi sarà il vincitore su chi.
 
Caselli Alessio. 
 
 

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