• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Istruzione > L’elemosina del Politecnico di Milano e i corsi di Federalismo

L’elemosina del Politecnico di Milano e i corsi di Federalismo

Mentre il Politecnico di Milano, con l’acqua alla gola, invia lettere ai suoi ex studenti per chiedere contributi al fine di sostenere i dottorati di ricerca, il Ministero dell’Istruzione trova 10 milioni di euro per finanziare "corsi di insegnamento del federalismo ai dirigenti locali". Si, avete proprio capito bene...

Recentemente mi è stata recapitata una lettera del Politecnico di Milano, ateneo presso il quale mi sono laureato, con la quale il rettore mi chiede di contribuire alle spese di una delle più importanti università pubbliche d’Italia mediante un contributo volontario che fosse di almeno 100€. Non proprio bruscolini insomma...

Questo perché “soltanto il 50% dei giovani ricercatori della Scuola di Dottorato del Politecnico ha accesso a una borsa di studio” ed “effettuare una donazione a favore del Politecnico è la risposta più efficace per contrastare la fuga dei nostri giovani più brillanti verso centri di ricerca esteri e fornire maggiori opportunità di crescita a tutto il paese”.

A questo punto mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse per quale motivo un ateneo così prestigioso sia costretto ad elemosinare contributi privati ai suoi ex studenti, quando le famiglie già pagano rette universitarie sostanziose per poter permettere ai loro figli di seguire i corsi di studi.

Ed ancora: lavoro da 3 anni, le tasse mi vengono prelevate direttamente dallo stipendio e sono ben contento di pagarle perché farlo dovrebbe significare più servizi per i cittadini. Ora, sarebbe corretto sapere come mai i nostri contributi non vengono utilizzati per sostenere un diritto primario come quello che hanno i nostri giovani di studiare e formarsi? Questa è la concezione che l’attuale governo ha dello Stato?!? Io lo trovo aberrante. Mi rendo conto però che tutto ciò è perfettamente in linea con le recenti dichiarazioni del premier Berlusconi.

Mi risulta, però, che nella riforma Gelmini quei soldi che non si sono trovati per finanziare la ricerca, siano spuntati fuori miracolosamente per coprire una spesa assai particolare: l’insegnamento del federalismo ai dirigenti degli enti locali. Il tutto per la modica cifra di 10 milioni di euro, 2 milioni l’anno per cinque anni. Quel che è più curioso è che la riforma Gelmini non prevede un concorso pubblico per accedere a quei fondi: sarà deciso tutto dal ministro dell’istruzione.

Riassumendo: in un momento in cui non si trova la copertura dei soldi previsti per i ricercatori, si trovano per fare corsi sul federalismo. E dire, inoltre, che esistono già le strutture appositamente create ed anche già finanziate dallo Stato, per formare gli amministratori. Ciò è semplicemente allucinante!

Vi chiedo, è questo il Paese che vogliamo nel costruire? Io francamente dico di no.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares