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Ilaria Alpi, un caso ancora aperto

L'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Il punto sulle indagini della loro morte avvenuta 17 anni fa a Mogadiscio in Somalia.

Diciasette anni fa perdevano la vita Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giovanissima giornalista Rai e il suo operatore. Tra noi e loro un filo di Arianna lungo 17 anni. Anche Ilaria coma la giovane cretese della mitologia greca era sulle tracce di qualcosa di spaventoso molto simile al Minotauro. Una sequenza di indagini, mezze verità e alttrettante verità mai chiarite. Una giustizia approssimativa e una famiglia che la attende ancora. Una storia, poco conosciuta, dove politica, palazzo, signori della guerra, affaristi, imprenditori, armi e rifiuti tossici si intrecciano fra loro in questo lungo filo. Dietro di loro, e di noi, un giro d'affari che fatica ancora oggi ad essere rivelato.

20 marzo 1994, al tg i loro cadaveri nel furgone bianco che li trasportava per il corno d'Africa alla ricerca di immagini, interviste, uomini e storie. Un reportage per fare luce su ciò che ancora oggi è rimasto nel buio di questo intricato labirinto.

Oggi restano un premio che ha il loro nome, un'associazione e una intera settimana di iniziative per continuare a interrogarsi su cosa è avvenuto, su quanto poco è stato fatto e su cosa effettivamente Ilaria aveva scoperto.

Le indagini proseguono a singhiozzo, tanti passi avanti e altrettanti indietro, per una verità scoperta dieci verità che smentiscono e scagionano tutti i principali indiziati. Solo una verità su tutte: quella di Ilaria e Miran fu una vera e propria esecuzione per la quale mandanti ed esecutori materiali sono ancora sconosciuti.

Alla Commissione d'inchiesta continuano ad arrivare nuove testimonianze e documenti che rappresentano solo una piccola parte dell'intricato mosaico al quale appartengono. Forse il Minotauro ha un nome, quello di Giorgio Comeiro, coinvolto nelle indagini come trafficante d'armi e smaltimento illecito di rifiuti tossici radioattivi. Dalle indagini è emerso che nella sua abitazione è stato rinvenuto una strana cartella "Somalia" con all'interno un certificato di morte di Ilaria e altri documenti circa lo smaltimento illegale di rifiuti.

Attuale la morte di Ilaria, in un momento così delicato dove si parla di nucleare, scorie e radioattività, dove i problemi dei rifiuti sono ancora oggi nelle prime pagine delle agende politiche in un paese che ha, oggi più che mai, un disperato bisogno di esempi positivi, come quello di Ilaria, la giovane reporter solare e appassionata.

Un filo che ci lega a lei, a Miran, che neanche l'oblio e il passare degli anni potranno mai spezzare. Almeno fino a quando non usciremo da questo oscuro labirinto di mancata giustizia e verità.

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