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Il caimano è ritornato. Anche se non se ne era mai andato

Sarà per via della vittoria di Bersani anziché di quella di Renzi alle primarie del centrosinistra? Sarà stato un impeto di orgoglio in seguito alle dichiarazioni del Ministro Passera a riguardo della sua ricandidatura? Sarà stato per colpa del decreto Liste Pulite approvato in Consiglio dei Ministri? Sarà perché in fondo non gli è mai passata per l'anticamera del cervello, l'idea di fare solo il padre nobile del centrodestra? Oppure perché veramente, sondaggi alla mano, ci può essere qualcuno che glielo chiede?

Comunque sia il dado è tratto e Berlusconi è di nuovo in gara. Per l'ennesima volta. Il PDL scarica Monti ma non prima di aver approvato la legge di stabilitàE le primarie del centrodestra? Archiviate già prima che sbocciassero, quasi quasi ci stavamo appassionando alla sfida Alfano-Meloni o Samorì. È bastato davvero poco per far rientrare tutti nei ranghi. In particolare Alfano che più che la funzione di segretario di partito ha avuto quella del supplente a scuola: ora però il titolare della cattedra è rientrato, forse forse l'aria di Malindi gli ha giovato.
 
Prepariamoci dunque a una dura e pesante campagna elettorale. Dai toni più che mai accesi ed esasperati. Perché dal lato suo, parlo di Berlusconi, in gioco non vi sono le sorti del paese, a cui non ha mai prestato particolare interesse se non in funzione dei suoi di interessi, ma la sua stessa esistenza politica. Necessaria ancora per farsi scudo per i suoi interessi e problemi personali. Dimentichiamoci pure la riforma elettorale ed il pensionamento del porcellum: non vi sono più le condizioni, anzi è palese che non vi sono mai state. È evidente ora chi non l'ha voluta modificare e per quali scopi. Berlusconi ha ancora la possibilità di scegliere chi sarà della partita ancora, certamente la scelta cadrà tra i più lesti a chinare il capo. Come è sempre stato.
 
Ora abbiamo bene in mente quali scelte abbiamo a disposizione: da una parte la responsabilità, il bene comune dell'Italia, la sfida europeista, il civismo, la moralità ed il lavoro, temi che Bersani e la coalizione di centrosinistra hanno scelto di mettere al centro della loro agenda. Dall'altra parte invece la sfiducia verso l'Europa, la moneta unica, contro la Merkel e Monti, in maniera da pescare nel malcontento diffuso con la speranza di sottrarre terreno all'astensionismo e a Grillo. Allontanando ancora una volta il centrodestra italiano da una dimensione più europea e contribuendo a dare una immagine poco credibile del nostro paese. Lo spread saprà ringraziare per questo.
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