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Il Movimento dei Pastori sardi impugna i forconi?

Dopo qualche mese di silenzio il Movimento Pastori Sardi torna a far parlare di sé. Questa volta, non si tratta di un blocco stradale, una manifestazione, o una protesta nella capitale, ma di un’assemblea pubblica alla quale sono invitati tutti i sardi, con l’obiettivo di discutere nuove forme di lotta da intraprendere nei prossimi giorni. 

L’appuntamento è per martedì 24 gennaio, alle 10:30, presso l’Hotel Anfora di Tramatza (Oristano).

Felice Floris, leader del movimento, spiega i perché con un breve comunicato pubblicato nel sito ufficiale: ”È un punto di partenza per decidere che forma di lotta adottare in questa nuova tornata di mobilitazione e di impegno nei confronti del governo regionale e nazionale. Capaci di trovare soluzione alla tante richieste che provengono dalla base del popolo sardo che è ormai stremato dalla mancanza di lavoro e di prospettive per il futuro dei propri figli. Il Movimento dei Forconi siciliano ci ha insegnato che nonostante le mille difficoltà, la gente tutta può alzare la testa con dignità“.

Non è certo il primo attestato di stima nei confronti del movimento siciliano, pochi giorni fa infatti Felice Floris aveva ribadito la propria vicinanza ai cugini isolani. Quello che però non tutti sanno (specialmente i “peninsulari”) è che questo movimento, nato il 20 maggio 2011, è stato costituito a seguito di un incontro, avvenuto a Siracusa la scorsa primavera, tra Pastori Sardi e Agricoltori Siciliani. Ed è proprio sul sito del MPS che possiamo leggere il Manifesto del neonato movimento siciliano, pubblicato il 24 maggio.

Ma siamo davvero sicuri che la Sardegna debba prendere come modello la lotta dei Forconi?

I dubbi non girano tanto attorno ai disagi, parte integrante di ogni protesta di questo tipo, quanto alle ai metodi di questa lotta. C’è chi accusa il Movimento dei Forconi di intimidare le serrate massive con la forza, o di manovrare l’indignazione popolare per generare un consenso di massa. 

Voci contrarie anche in Sardegna, come quella della scrittrice Michela Murgia, che sul suo blog pubblica la testimonianza di un agricoltore siciliano costretto con la forza a scioperare. “Credo che leggerla farebbe molto bene a tutti, specialmente a quelli che anche in Sardegna si stanno emozionando per questa finta rivolta di popolo e magari meditano di emularla per correre appresso al mito romantico del bracciante che si ribella alle angherie del padrone”, scrive Michela.

La pagina Facebook del Movimento dei Forconi ha risposto domenica alle tante accuse ricevute con questo status: “Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, era chiaro a tutti fin dall’inizio che ci sarebbero state delle ripercussioni per la nostra manifestazione, ma che cosa avremmo dovuto fare? Rendetevi conto di quello che è successo e sta succedendo, un manifestazione popolare come mai ce n’erano state. Cosa avremmo dovuto fare preoccuparci dei nostri prodotti che marcivano nei tir, dei commercianti che lavoravano poco o niente?

E mentre il Fatto Quotidiano dà notizia di una scissione interna al Movimento dei Forconi, oggi il blocco delle strade sembra aver contagiato tutta la penisola. Aspettiamo con impazienza l’incontro di Tramtza di domani per sapere quali proposte verranno fuori.

(di Marco Nurra)

Questo articolo è stato pubblicato qui

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