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Il Bacio di Hayez: un capolavoro per l’Italia

Al Castello di Miramare di Trieste, in mostra uno dei capolavori dell’arte italiana più noti nel mondo: il Bacio di Hayez.

Il Bacio di Hayez: un capolavoro per l'Italia

Una gita al Castello di Miramare di Trieste è d’obbligo. Visitare il Castello con il suo parco lussureggiante ed il suo affaccio mozzafiato sul mare è un allettante modo per passare una giornata nella bellezza più assoluta. Bellezza da assaporare anche all’interno con la mostra che propone, fino al 15 agosto 2010, un capolavoro dell’arte italiana dell’Ottocento: Il Bacio di Francesco Hayez.

 

Il Bacio viene così esposto in una residenza asburgica, importante vetrina della città di Trieste e sito romantico per eccellenza, luogo ideale per accogliere l’opera più popolare di Hayez, divenuta icona del Romanticismo italiano.

 

L’esposizione che si inserisce nel quadro dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, ruota intorno al capolavoro del pittore Francesco Hayez (1791-1882), indiscusso caposcuola del romanticismo italiano. L’opera, che più di ogni altra in Italia rappresenta gli ideali dell’epopea risorgimentale, raffigura con particolare realismo una scena interpretata già all’epoca come “il bacio del volontario”, costretto a scegliere tra l’amor di patria e l’amore individuale.

 

Il quadro presente in mostra (1861), successivo di due anni alla nota versione della Pinacoteca di Brera, è di una collezione privata come lo sono i tre rari acquarelli di Hayez che sono presenti in mostra : “L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta” (1830 ca.), “Un pensiero malinconico” (1842), “Il bacio” (1859).

 

Il dipinto è un dichiarato e orgoglioso omaggio all’appena costituita Unità italiana, rappresentata dal tricolore riproposto nelle vesti dei due amanti: il verde del maglione del personaggio maschile, il bianco dell’abito femminile, il rosso dei calzoni e dell’interno del mantello dell’uomo.

 

Con l’impresa dei Mille l’Italia dimostra di poter fare a meno della Francia: viene quindi tralasciato il riferimento all’azzurro dell’abito femminile, che con il rosso e il bianco delle precedenti redazioni suggeriva la bandiera francese, per lasciar posto ai soli colori del vessillo del neonato Regno d’Italia. Il Bacio celebra la Nazione italiana nell’intreccio tra amor romantico e amor di patria, chiudendo idealmente l’epopea garibaldina e esaltando in arte la religione della patria.

 

La straordinaria fortuna del Il Bacio di Hayez, subito riconosciuto come icona popolare perché emblema delle sofferenze d’amore, non è mai tramontata e ancora oggi quando si nomina Il Bacio l’opera di Hayez gareggia con quella di Gustav Klimt per fama e riconoscimento internazionale.

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