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 Home page > Tribuna Libera > I sondaggi di Grillo: democrazia diretta di rete (direte)

I sondaggi di Grillo: democrazia diretta di rete (direte)

Che senso ha compiacersi nel veder confluire, sul proprio blob-blog, un risultato con maggioranze bulgare (o iraniane)? Probabilmente esalta e soddisfa l’ego. Il nuovo sondaggione per tutta la “bravaggente”, riguarda il finanziamento pubblico all’editoria (davvero originale e imprevedibile!).

Risultato (s)contato: (quasi) l’unanimità contraria. Poco importa se, con opportuni accorgimenti, senza perdermi in dettagli tecnici (anzi tennici), si può votare all’infinito o, almeno, finché uno ne ha voglia e riesce a star sveglio. Sino alle ore 14 dell'8 settembre 2012 (sic!). È la democrazia diretta (direte) di rete.

Quella senza quorum, come da programma, e – in questo caso – senza alcun filtro, out of control.
Non si capisce bene se, eliminati semplicemente i cookies oppure rinnovato l’indirizzo ip, per magia (ma neanche, poi, tanto!) l’infinito della democrazia diretta s’allarga. E puoi postare un altro voto. Ignoti restano i criteri di contabilizzazione del ragioniere coadiuvato dal “tennico” ideatore di questa mirabilia. Fantastilioni di voti! Il "Mo’ vi mento" lo fate voi!!! I candidati li sceglierete voi!!! Sulla piattaforma da utilizzare e sulla sua attendibilità, beh, ci stiamo attrezzando. Eh… quanta fretta! Diamine! (o è meglio vaffa...?!).

P.S. nota tecnica dopo prova: basta cancellare i “biscottini”. Il riscontro del voto plurimo si ha, andando a visionare le risposte individuali. La mia è questa: "no, perchè ti ho già detto che non mi piace che tu abbia soci occulti. E perchè un tuo ex amico anti-Casta – e se lo scrivi, cambio idea – ha messo in piedi un patrimonio immobiliare personale e familistico. Scrivi un post su “quant’è casta l’anti-Casta”.‘ In allegato print-screen della democrazia di rete su larga scala. Sono riuscito a risalire all’indirizzo su cui confluiscono tutte le risposte individuali: 

Risposte

Risposte individuali (spero funzionino ancora).

Dopodichè ho visionato le risposte contenenti la mia motivazione. Eccole in allegato:

Cinque Stelle, Cinque voti. E poi, come direbbe il nostro… mi sono rotto le p....! Buonanotte! Prove tecniche terminate alle ore 3.00. Mi raccomando, votate, votate, votate il mio sondaggione (che, almeno, è dichiaratamente falso!). Ultimo appunto: è proprio un ineluttabile destino, dover passare dall’uomo medio dei media all’uomo medio dei nuovi media?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.172) 22 gennaio 2014 19:23

    "È la democrazia diretta (direte) di rete."

    Vorrei solo fare notare che l’esempio riportato riguarda un sondaggio, non una votazione seria e ufficiale. Molti siti fanno sondaggi analoghi (ne vedo uno proprio qui a fianco in questa pagina), e forse (dico forse perché certamente non perderò tempo per controllare una sciocchezza del genere) forse, dicevo, su questo sito dove lei scrive non c’è neanche un basilare controllo sui cookie (per non parlare del controllo sull’indirizzo IP, che sarebbe ancora più inutile). Quindi sfoderi le sue competenze internettistiche su qualche altro argomento.

    Le votazioni serie del sistema operativo 5 stelle sono fatte diversamente, e un utente non le può falsificare.

    Saluti,
    Gottardo

  • Di (---.---.---.72) 23 gennaio 2014 01:23

    Già, ma quelle votazioni serie non rappresentano l’elettorato del M5S, sono espressione di poche migliaia di iscritti ad un blog.


    Per quanto espressione di democrazia diretta (cosa lodevole), pur ammettendo massima trasparenza, buona fede e uguaglianza tra commentatori del blog di Grillo e Grillo stesso, resta un piccolo enorme problema: non è una consultazione con l’elettorato, ma con alcuni (pochi) fedelissimi.

    Il che, a rigor di logica, si chiama oligarchia. In pochi decidono a nome di tutti, perché in proporzione al numero di voti che ha preso il M5S gli iscritti al blog di Grillo son davvero pochi e vengono considerati e vezzeggiati come un’elite che, al di là delle belle intenzioni edificanti, decide per molti.

    Oppure, più probabilmente, Grillo spera che prima o poi tutti gli elettori (milioni di italiani) del M5S convergano sul suo blog o piattaforme collegate. Il che vuol dire milioni e milioni di click. Pur ammettendo massima buona fede, resta il nodo della proprietà privata del sito e di chi intascherebbe i ricavi di tutti questi click.

    Sarebbe molto più onesto sviluppare una piattaforma priva di banner o spazi pubblicitari di alcun tipo (tanto nel M5S non hanno bisogno di rimborsi elettorali, quindi possono rinunciare anche a questi introiti, no?).

    Perché no?
  • Di (---.---.---.120) 25 gennaio 2014 11:42

    (Gottardo)

    Salve "...72",

    grazie per la risposta. Lei solleva due temi, e vorrei liquidare velocemente il secondo (l’introito portato dai clic sul blog di Grillo). Già poco tempo fa qualcuno paventava che ci fossero grandi introiti; ma i bilanci della Casaleggio sono pubblici, e da quelli non risultavano grossi guadagni. Quando (credo mai) ci saranno milioni di iscritti, allora andremo di nuovo a consultare i bilanci e muoveremo le opportune critiche, ma farlo adesso mi pare prematuro. In ogni caso, la piattaforma sulla quale si fanno le votazioni E’ SENZA SPAZI PUBBLICITARI. Diverso è il discorso per il blog, aperto a tutti e perciò simile agli altri. Entrambe le cose costano, e da qualche parte i soldi devono saltare fuori. Aggiungerò che, in caso di votazione, gli iscritti vengono avvisati via email - non hanno bisogno di andare sul blog e vedere la pubblicità.

    E’ molto interessante invece il primo tema: se ventiseimila persone su ottantamila fedelissimi possono prendere una decisione anche per gli altre nove milioni.

    Io dico di sì, perché non si tratta di oligarchia. L’oligarchia presume una cerchia chiusa di persone, contrapposta al resto del popolo. Tutti i nove milioni che hanno votato per i grillini sono invitati a partecipare, perché il movimento 5 stelle è l’unico che dice chiaro e tondo "se non vuoi partecipare non darci il voto. Non vogliamo il tuo voto per fare di testa nostra". Se questo a lei sembra oligarchia, allora riveda un po’ il suo concetto. Ma soprattutto, nel momento attuale, la democrazia italiana è più vicina all’oligarchia di quanto lo sia la democrazia praticata dai grillini. Vuole degli esempi concreti? Non credo che le servano, ma uno su tutti esemplifica bene: tanti anni fa un referendum sancì, con piena partecipazione e legittimazione, che il popolo italiano NON VOLEVA che i partiti fossero finanziati dallo stato. Chiarissimo. Eppure il finanziamento rimase, anzi aumentò, e ora si sbandiera che finirà tra pochi anni (ma purtroppo ciò non è vero).

    Bene, la democrazia dei grillini non è oligarchia. Nove milioni di italiani hanno votato per Grillo, fidandosi di lui più o meno come altri milioni di italiani hanno votato per qualcun altro, diciamo il PD. Ora, per non essere tacciati di oligarchia, m5s e PD dovrebbero rimanere in collegamento con la base. Il PD lo fa con dei suoi meccanismi (non conosco i termini esatti: sezioni? comizi? incontri? serate di discussione?) mentre i grillini lo fanno attraverso internet. Credo che la struttura del PD costi di più, sia meno efficiente, più scomoda e non arrivi al numero di 80000 attivisti (mi corregga pure, se sbaglio). In ogni caso, se io fossi un attivista del PD, dovrei recarmi praticamente ogni giorno in sezione e invece, ogni giorno in 5 minuti, io mi tengo informato su quello che succede nel mio movimento.

    Rimaniamo agli 80000 informati e volenterosi attivisti del m5s. Su questi, solo 26000 hanno votato. Potrà mica essere che gli altri non erano interessati? O non si sentivano abbastanza competenti? Se non erano interessati, bene hanno fatto a lasciar decidere gli altri. Se non erano competenti, ancora meglio hanno fatto a lasciar decidere gli altri. Oppure tiri fuori lei un motivo, ma senza ipocrisia. Per dimostrarle che non sono fazioso gliene suggerisco uno io: la possibilità di votare è stata resa disponibile per troppo poco tempo, secondo i miei gusti, e in orari non adatti. Per lavoro, io sono sempre davanti a un computer, ma capisco che non tutti gli iscritti siano come me (molti usano uno smartphone e avrebbero accesso praticamente sempre). Può essere che il parlamento abbia deciso all’improvviso di fare quella votazione il giorno successivo, costringendo a fare le cose di fretta - non lo so.

    Cordiali saluti,

    Gottardo

  • Di (---.---.---.232) 25 gennaio 2014 17:49

    Già, peccato che per partecipare bisogna registrarsi (e farsi praticamente schedare) su un sito che è proprietà privata e che tutte le attività politiche, per statuto, devono fare riferimento a detto sito.


    E peccato che le idee critiche in quel sito non siano viste di buon occhio, come dimostrato dalle continue lamentele di chi da detto sito viene bannato o censurato.

    Peccato che chi fa qualcosa di diverso da quanto previsto dal grande capo viene allontanato, addirittura gli eletti.

    C’è un piccolo particolare che forse sfugge, ritornando ai casi noti di politici del M5S che sono stati costretti a lasciare il gruppo parlamentare o proprio cacciati.

    Quei politici non sono stati eletti dagli 80000 iscritti al M5S, ma dai 9 milioni di elettori.

    A che titolo poche migliaia di persone (fosse anche tutte e 80000) hanno deciso che detti onorevoli non dovevano più far parte del movimento, se i restanti 8920000 elettori del M5S non si sono espressi in tal senso?

    Quando la piattaforma su cui gira il M5S sarà aperta e non proprietà privata del leader del partito, quando saranno accette voci critiche, allora sarà una democrazia. Altrimenti è un’oligarchia in cui gli oligarchi, una minoranza, espellono le voci contrarie.

    Grillo è davvero sicuro di rappresentare gli umori del suo elettorato? Non bastano 80000 persone a validarne l’autorevolezza, perché il M5S è stato votato da 9000000 di persone alle quali non si può attribuire quello che fa comodo.

    E soprattutto, se uno vale uno, se gli onorevoli del M5S non devono abituarsi alla poltrona e lasciarla libera dopo pochi anni di attività politica, questo vale anche per Grillo e Casaleggio.

    Quando cederanno le redini del movimento? Le loro regole valgono anche per loro.
  • Di (---.---.---.120) 25 gennaio 2014 19:09

    Sig. Giovanni (credo che sia lei),

    mi sembra chiaro che per dare pareri vincolanti ai deputati ci voglia un minimo di controllo (non mi pare che lei preferisca il metodo "leggero" dei sondaggi). E un tale sistema deve essere per forza, per il momento, privato (se lei ha qualche altra idea lo dica). Anche i partiti politici, le loro sedi e sezioni sono strutture private. Ma quelle vanno bene per lei?

    Sul fatto che le decisioni vengano prese da una minoranza, rispetto a molti astenuti, l’ho già spiegato prima. Non c’è alcuna forza politica che faccia meglio di così, Giovanni. Vada in Svizzera, lì c’è più democrazia diretta che qui (ma gli astenuti ci sono pure lì, caro lei!).

    Sulle espulsioni dal m5s, e specie dei delegati, lei sta sbagliando proprio tutto. I delegati firmano un documento che ha determinate clausole; se contravvengono a quelle clausole, vengono espulsi. Le espulsioni, poi, devono seguire un certo percorso - le cose non sono semplici come le descrive lei.

    Sul termine di validità dei due mandati, sarebbe bene che qualsiasi politico vi si affidasse, compresi Grillo e Casaleggio - sono pienamente d’accordo con lei. Spero che questo ricambio venga adottato per legge, a tutti i livelli, dopo di che sarò ben felice di ringraziare immensamente Beppe Grillo per quello che ha fatto e che nessuno prima di lui si era sognato di fare. Naturalmente PRIMA di mandare via Grillo e Casaleggio mi piacerebbe che si togliessero d’intorno Napolitano Berlusconi e un altro paio di centinaia di elementi...

    Evidentemente lei non afferra (perché non vuole) alcuni concetti chiave. Proprio sul reato di clandestinità, per esempio, Grillo aveva attaccato violentemente i "suoi propri" parlamentari, e li aveva criticati "nel metodo" e "nel merito". I parlamentari sono ancora al loro posto (qualche cosa del genere era successa già in occasione della nomina dei presidenti delle camere). Sul metodo Grillo aveva perfettamente ragione (c’è una clausola scritta); nel merito, è stato smentito. Alla fine è andato tutto bene - vede che anche Grillo segue le regole?

    Ritorno velocemente sui nove milioni di elettori. Lei sa benissimo che ci sono tantissimi elettori che vanno a votare e poi preferiscono tenere un profilo passivo (credo che anche lei sia così, se ha paura di registrarsi su un sito web per partecipare alla democrazia). Bene, quelle persone hanno esattamente ciò che vogliono, non le pare?

    Cordiali saluti,

    Gottardo

  • Di (---.---.---.135) 25 gennaio 2014 19:38

    No, non sono l’autore dell’articolo, ma un commentatore come lei.

    Che ci debba essere un minimo di controllo dell’attività degli eletti mi sembra ovvio, ma nel nostro sistema istituzionale tale controllo è demandato agli elettori in fase di voto (se non mi piace come si è comportato tizio non lo rivoto) e alla magistratura, in caso di violazioni delle leggi. Altri tipi di controllo nella nostra DEMOCRAZIA non sono previsti, infatti la costituzione prevede che gli onorevoli deputati e senatori possano esercitare la propria attività politica senza vincolo di mandato. A che titolo si stabilisce di limitare questa loro libertà, garantita dalla costituzione, lei lo trova DEMOCRATICO?


    Le strutture dei partiti non sono di Renzi o di Bossi, né Renzi e Bossi impediscono agli attivisti del proprio partito di usare altre sedi. Nello statuto del M5S c’è scritto esplicitamente che l’attività politica deve passare per il blog di Beppe Grillo. Ho letto male?

    L’appropriazione privatistica della politica l’ho sempre osteggiata, tanto da essere inorridito al concetto di partito-azienda di berlusconiana memoria. Si figuri come posso accettare l’evoluzione in partito-proprietà privata.

    Sul fatto che altri partiti non permettano a minoranze di decidere blablabla... mi trova in assoluto disaccordo. Gli altri partiti non fanno finta di essere democratici, perché quella che viene attuata sul sito di Beppe Grillo non è democrazia. Viene vantata per tale, ma non lo è. Specie considerando che gli eletti al parlamento hanno la propria autonomia decisionale garantita dalla costituzione, che ripeto li vede liberi da vincoli di mandato.

    Soprattutto, gli eletti del M5S hanno avuto mandato elettorale, ci sono persone che si sono recate ad un seggio e hanno messo una x su una scheda. Beppe Grillo non rappresenta nessuno, non ha avuto alcuna investitura formale. A che titolo pretende di cacciare dal gruppo parlamentare chi è stato formalmente eletto ed è libero da vincoli di mandato? Se questa è democrazia, abbiamo due concetti di forma democratica molto diversi.

    Il documento che hanno firmato delegati e rappresentanti è carta straccia. In Italia vige la legge italiana, non le pretese assurde di chi non ha diritto di porre certe condizioni. La invito a leggere la costituzione, se ha dubbi.

    Riguardo il mandare a casa Grillo, Casaleggio, Napolitano etc etc.. mi trova perfettamente d’accordo. Guardi che non ho alcun politico di riferimento che rimpiangerei, sfonda una porta aperta. Ma non mi piacciono i due pesi e due misure, la fattoria degli animali in cui alcuni sono più uguali di altri, l’incoerenza di chi pone regole che però non valgono per la propria persona. E sono diventato insofferente nei riguardi di chi accetta queste palesi contraddizioni senza il minimo spirito critico. Ma mi rendo conto che se ti danno il contentino di votare su un blog per qualcosa di assolutamente inutile (nel senso che non porterà a niente), ti senti importante e cominci a guardare il dito invece della luna.

    RIguardo il reato di clandestinità: se chi va contro la volontà del movimento viene cacciato, perché Grillo è ancora lì e non si è dimesso? Lei ha riportato un caso esplicito in cui si è dimostrato che non rappresentava gli umori del proprio elettorato. Perché è ancora alla guida del movimento? E soprattutto chi stabilisce su cosa e quando si voti? Le parti in causa hanno la stessa visibilità e possibilità di spiegare le proprie posizioni?

    Vede, io non ce l’ho con il M5S, anche se a leggere le mie critiche può sembrare. Provo una certa simpatia per i concetti base del movimento, ma resto perplesso per l’applicazione pratica che mi sembra un po’ distante dai proponimenti. Magari ci fosse democrazia diretta, magari uno valesse uno, magari andassero tutti a casa. Quello che vorrei è un elettorato del M5S tignoso, ma non solo con gli altri, anche con i propri leader. Che non guardi solo a quello che succede fuori, ma anche a come vanno le cose in casa.

    Lei dice che i nove milioni di italiani hanno scelto la passività. Ha ragione. Ma passività non significa attribuire loro volontà che non hanno espresso. Significa ammettere che non si sono espressi e che quindi non si sa cosa pensino. In caso contrario li si sta usando, usando il loro silenzio, per attribuir loro qualsiasi cosa e non mi sembra molto democratico.

  • Di (---.---.---.254) 26 gennaio 2014 15:54

    Salve 135,

    lei cita le votazioni politiche come unica forma di controllo sui delegati. So bene che è così, ma so anche bene che non funziona come vorrei. Preferisco che il delegato s’impegni in forma a scritta a rispettare una serie di clausole, in modo che se poi contravviene ad esse non ci sia niente da discutere ("sono stato frainteso", "le necessità del momento..." e simili). E badi che questo meccanismo NON è in contrasto con la costituzione. Il delegato non viene cacciato dal parlamento, ma espulso dal movimento perché con tutta evidenza non ne approva lo spirito basilare (che ha accettato firmando il documento). Quindi passa a un gruppo parlamentare di sua scelta, che magari rispecchia meglio la sua visione. Dato che un parlamentare qualsiasi non è obbligato a fare il parlamentare, e si candida con la forza politica che più gli aggrada, io non vedo niente di sbagliato nel meccanismo che lei critica. E poi non dimentichiamo che queste espulsioni avvengono tranquillamente anche negli altri partiti (anzi anche di più); però gli si dà meno risalto. La gente quindi pensa che ciò accada solo nel movimento, e ne fa una scusa per poterlo criticare.

    > Le strutture partitiche non sono di Renzi o Bossi ...

    Le strutture dei partiti (e i dipendenti, gli affitti da pagare...) fanno capo formalmente al soggetto di diritto privato, che poi solitamente viene manipolato a piacimento dal capo di turno (Bossi dice che i finanziamenti vengono elargiti ai partiti che, dal canto loro, possono spendere i soldi come gli pare, anche per ristrutturare la casa del capo). Fini disponeva a piacimento della casa del partito (a Montecarlo), o forse poi l’ha venduta, e cose simili faceva Di Pietro - insomma, lasciamo perdere, tanto non è questo il problema; il problema è se una forza politica è autorizzata a indicare un qualche "punto d’incontro" oppure no. Mi pare che secondo lei non dovrebbe esistere un punto, un qualche cosa del quale si possa dire "quella è la sede ufficiale". Se non ci fosse, le discussioni dei grillini sarebbero sparpagliate su mille città e mille siti internet - non avrebbe senso. Ma badi che nessuno vieta di discutere (o fare attività politica, che è lo stesso) fuori da quella sede (e come potrebbe vietarlo? Non stiamo discutendo io e lei proprio in questo momento?). Anzi direi che quando la sede ufficiale di una forza politica non è un palazzo chiuso, ma un sito internet pubblico, si guadagna in trasparenza (tema caro ai grillini ma antipatico a tutti gli altri). Mi perdoni, ma mi pare che lei cerchi proprio argomentazioni "contro", a qualsiasi costo - anche sfuggendo al buon senso.

    > Soprattutto, gli eletti del M5S hanno avuto mandato elettorale ...

    Ripeto che il mandato elettorale non lo toglie nessuno. Ma si chieda: perché mai un elettore dovrebbe dare mandato a un grillino, sapendo che il grillino è così limitato nella sua libertà? Magari perché l’elettore sa che il delegato farà quello che ha promesso?

    > Il documento che hanno firmato delegati e rappresentanti è carta straccia

    Non è carta straccia. E’ una scrittura privata pienamente legale che ha i suoi effetti in ambito privato quale qualsiasi forza politica è. E ripeto per la terza volta - questo non ha niente a che vedere con il mandato elettorale. E aggiungo: l’idea di istituire il vincolo di mandato è una proposta che si vorrebbe mettere in costituzione, proprio per evitare che gli elettori votino delle idee e i delegati facciano poi di testa loro. Non si strappi i capelli: la cosa verrà spiegata e dibattuta, e in ultima istanza sarà il parlamento - NON i grillini - a inserirla in costituzione, se mai accadrà.

    > Ma non mi piacciono i due pesi e due misure ... contentino di votare ...

    Guardi, capisco bene il suo pensiero anche se io ho un’altra idea. Dirò che l’impressione di "avere il contentino di votare" è da decenni che ce l’ho. La conosco bene, questa impressione, e sono in grado di distinguere diversi "contentini". Ma ho visto anche MOLTE altre cose, che lei tace perché forse non riesce a criticarle. Faccio qualche esempio, forse neanche troppo importante. Io Alfano l’avrei cacciato per quello che ha fatto - solo il m5s e pochi altri singoli hanno votato la sfiducia. Lo stesso per la Cancellieri. Sugli affitti milionari dei palazzi pubblici s’è svolta una vicenda vergognosa (non so se lei è al corrente) - solo i grillini hanno tenuto un comportamento irreprensibile. Bene, vede che c’è dell’altro (e potrei continuare per pagine, ma non mi sembra il caso). Ora delle due l’una: o "siccome i grillini non sono perfetti non li voto o mi astengo", e continuerò a vedere porcate su porcate, oppure penso "i grillini devono migliorare, ma per il momento sono già il meglio disponibile" e li voto. Ma in nessun caso accetto che li si critichi per colpe che non hanno, o per colpe ben perdonabili rispetto al pattume che li circonda.

    > RIguardo il reato di clandestinità: se chi va contro la volontà del movimento viene cacciato, perché Grillo è ancora lì e non si è dimesso?

    Primo: perché Grillo non ha fatto alcun atto pubblico in parlamento, mentre i deputati che avevano votato, sì. Secondo: su questo caso, nessuno è stato cacciato. Terzo: le consultazioni si fanno seguendo regole precise (s’informi), non quando girano le palle al capo. Quarto: ognuno è libero di dire quello che vuole, se non infrange i punti fondanti del movimento. Grillo non ha infranto alcuna regola, la hanno infranta i deputati che su loro iniziativa, senza discutere con tutto il gruppo, hanno perorato una causa che non stava nel programma e non era stata dibattuta per nulla. Quinto: visto che la votazione era necessaria, è stata fatta, e la decisione risultante è stata messa in pratica - senza prevaricazioni. Chi dice che "Grillo è stato sconfessato dalla rete" si riferisce alla pietruzza senza vedere il macigno. (La pietruzza è una differenza di vedute su un singolo argomento; il macigno è il meccanismo che ha consentito di risolvere la situazione in modo veramente democratico). Chi dice che Grillo avrebbe dovuto dimettersi sbaglia ancora di più, e farebbe bene ad analizzare meglio la realtà delle cose.

    > Vede, io non ce l’ho con il M5S ... ma può sembrare ...

    Ecco - qui lei ha perfettamente ragione! PUO’ SEMBRARE che lei ce l’abbia con il movimento 5 stelle! smiley

    Ma ripeto il concetto di prima. A me va bene che si critichi qualsiasi cosa, ma solo se le critiche sono fondate e possibilmente anche costruttive. Nel caso del moVimento, mi pare che ci sia un’azzuffata generale a cercare il pelo nell’uovo e a ingigantirlo, dimenticando che:

    1) A volte quello che sembra un pelo non lo è - basterebbe controllare meglio

    2) Quando si trova il pelo, non si dovrebbe ingigantirlo ma parlarne per quello che è

    3) Magari trovo un pelo, e faccio finta di non vedere la barba intera dei "concorrenti" del movimento

    4) Visto che il pelo c’è, butto via tutto l’uovo e mi mangio la m**da fritta dei "concorrenti"

    Infine, sulla passività che lei cita nel suo ultimo paragrafo, io direi che non c’è soluzione.

    Io, davvero, non sono stato contento di decidere al posto degli altri 9 milioni di elettori. Ma allora che cosa dovevo fare, secondo lei? Astenermi come loro? Siccome ritenevo di sapere quello che stavo facendo, l’ho fatto (ho votato).

    Quando 60 milioni di italiani saranno iscritti e parteciperanno alla democrazia diretta, avrò risolto anche questo mio problema. Nel frattempo non faccio il pecorone. Non voto PD perché so che è contro il reato di clandestinità, per vedere poi che con i miei soldi compra gli F35 senza chiedermi nulla. Non voto PDL perché so che è contro i clandestini, quando poi senza chiedermi nulla fa un mare di porcate e si fa comandare da un delinquente. Io voto i grillini perché so quello che vogliono fare, e quando si presenta una cosa che non era prevista posso dire la mia. Ecco tutto. Di nuovo, potrei farle elenchi chilometrici di aspettative deluse da tutti i partiti, e di fregature perpetrate dalla classe politica a danno degli elettori, e sovente a loro insaputa. Basta. Qui o voto i grillini, o vado via dall’Italia, perché non c’è altra scelta (certamente non l’astensionismo, che è la peggiore possibile).

    Cordiali saluti,

    qq-Gottardo

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