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Commento di

su I sondaggi di Grillo: democrazia diretta di rete (direte)


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25 gennaio 2014 19:38

No, non sono l’autore dell’articolo, ma un commentatore come lei.

Che ci debba essere un minimo di controllo dell’attività degli eletti mi sembra ovvio, ma nel nostro sistema istituzionale tale controllo è demandato agli elettori in fase di voto (se non mi piace come si è comportato tizio non lo rivoto) e alla magistratura, in caso di violazioni delle leggi. Altri tipi di controllo nella nostra DEMOCRAZIA non sono previsti, infatti la costituzione prevede che gli onorevoli deputati e senatori possano esercitare la propria attività politica senza vincolo di mandato. A che titolo si stabilisce di limitare questa loro libertà, garantita dalla costituzione, lei lo trova DEMOCRATICO?


Le strutture dei partiti non sono di Renzi o di Bossi, né Renzi e Bossi impediscono agli attivisti del proprio partito di usare altre sedi. Nello statuto del M5S c’è scritto esplicitamente che l’attività politica deve passare per il blog di Beppe Grillo. Ho letto male?

L’appropriazione privatistica della politica l’ho sempre osteggiata, tanto da essere inorridito al concetto di partito-azienda di berlusconiana memoria. Si figuri come posso accettare l’evoluzione in partito-proprietà privata.

Sul fatto che altri partiti non permettano a minoranze di decidere blablabla... mi trova in assoluto disaccordo. Gli altri partiti non fanno finta di essere democratici, perché quella che viene attuata sul sito di Beppe Grillo non è democrazia. Viene vantata per tale, ma non lo è. Specie considerando che gli eletti al parlamento hanno la propria autonomia decisionale garantita dalla costituzione, che ripeto li vede liberi da vincoli di mandato.

Soprattutto, gli eletti del M5S hanno avuto mandato elettorale, ci sono persone che si sono recate ad un seggio e hanno messo una x su una scheda. Beppe Grillo non rappresenta nessuno, non ha avuto alcuna investitura formale. A che titolo pretende di cacciare dal gruppo parlamentare chi è stato formalmente eletto ed è libero da vincoli di mandato? Se questa è democrazia, abbiamo due concetti di forma democratica molto diversi.

Il documento che hanno firmato delegati e rappresentanti è carta straccia. In Italia vige la legge italiana, non le pretese assurde di chi non ha diritto di porre certe condizioni. La invito a leggere la costituzione, se ha dubbi.

Riguardo il mandare a casa Grillo, Casaleggio, Napolitano etc etc.. mi trova perfettamente d’accordo. Guardi che non ho alcun politico di riferimento che rimpiangerei, sfonda una porta aperta. Ma non mi piacciono i due pesi e due misure, la fattoria degli animali in cui alcuni sono più uguali di altri, l’incoerenza di chi pone regole che però non valgono per la propria persona. E sono diventato insofferente nei riguardi di chi accetta queste palesi contraddizioni senza il minimo spirito critico. Ma mi rendo conto che se ti danno il contentino di votare su un blog per qualcosa di assolutamente inutile (nel senso che non porterà a niente), ti senti importante e cominci a guardare il dito invece della luna.

RIguardo il reato di clandestinità: se chi va contro la volontà del movimento viene cacciato, perché Grillo è ancora lì e non si è dimesso? Lei ha riportato un caso esplicito in cui si è dimostrato che non rappresentava gli umori del proprio elettorato. Perché è ancora alla guida del movimento? E soprattutto chi stabilisce su cosa e quando si voti? Le parti in causa hanno la stessa visibilità e possibilità di spiegare le proprie posizioni?

Vede, io non ce l’ho con il M5S, anche se a leggere le mie critiche può sembrare. Provo una certa simpatia per i concetti base del movimento, ma resto perplesso per l’applicazione pratica che mi sembra un po’ distante dai proponimenti. Magari ci fosse democrazia diretta, magari uno valesse uno, magari andassero tutti a casa. Quello che vorrei è un elettorato del M5S tignoso, ma non solo con gli altri, anche con i propri leader. Che non guardi solo a quello che succede fuori, ma anche a come vanno le cose in casa.

Lei dice che i nove milioni di italiani hanno scelto la passività. Ha ragione. Ma passività non significa attribuire loro volontà che non hanno espresso. Significa ammettere che non si sono espressi e che quindi non si sa cosa pensino. In caso contrario li si sta usando, usando il loro silenzio, per attribuir loro qualsiasi cosa e non mi sembra molto democratico.


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