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I silenzi del presidente

In questi giorni, la politica italiana dà uno spettacolo di sé molto avvilente.

Nel clima di contrasto perenne, che vede i decibel dei contendenti alzarsi a livelli assordanti, stridono i silenzi del presidente del consiglio.

Colui che è indicato come grande comunicatore, colui che riesce in poche parole a spiegare argomenti molto complessi a una gran massa di italiani, ha taciuto su questioni che non dovevano lasciare indifferente il capo del governo.

Il 5 settembre, veniva ucciso in un agguato Angelo Vassallo, sindaco del Comune di Pollica. A colpirlo, con sette colpi di pistola, sarebbe stata una mano armata dalla camorra. Non una parola è stata pronunciata dal Presidente del consiglio per commemorare questo servitore dello stato che ha pagato con la morte, le proprie posizioni per la salvaguardia dell’ambiente e della legalità.

Silvio Berlusconi ammette solamente i proclami del governo, per ogni arresto eccellente di esponenti della malavita organizzata, tutto il resto non conta.

La sua è una marcia trionfale verso lo sradicamento della piovra mafiosa dal territorio nazionale. Tutti gli altri segnali che indicano il contrario – come l’assassinio del sindaco – non meritano la sua attenzione. Sarebbe una presa d’atto della cruda realtà delle cose, indigesta a lui e alle sue televisioni.

L’11 settembre invece a Capua tre operai che stavano bonificando una cisterna sono morti per asfissia. I tre si aggiungano alla lunga lista di morti bianche che avvengono sui luoghi di lavoro. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano si è subito detto “indignato” per il continuo reiterarsi di tali eventi. Parallelamente non una parola è stata proferita dal capo del governo per esprimere la vicinanza delle istituzioni e del governo ai familiari delle vittime. 

Domenica 12 settembre, alla festa di Atreju 2010, dinanzi ad una folla compiacente, composta da giovani in estasi, in un lunghissimo discorso che spaziava da barzellette su Hitler all’accusa di comunismo agli arbitri di calcio, Silvio Berlusconi non ha pronunciato nemmeno una parola che ricordasse l’uccisione di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, o la morte indegna degli operai di Capua, Antonio Di Matteo, Giuseppe Cecere, Vincenzo Russo.

Nella stessa serata di quella magnifica domenica, un po' più a sud, una motovedetta libica, apriva inseparabilmente il fuoco contro un peschereccio di Mazzara del Vallo. Rischiando di colpire i membri dell’equipaggio. Mentre un imbarazzato ministro Roberto Maroni cercando di dare una spiegazione all’incidente, cinicamente dichiarava “è stato un errore di interpretazione, i libici pensavano fosse un barcone di migranti”, ed il ministro degli Esteri Franco Frattini aggiungeva ''il comandante generale della Guardia costiera libica ha espresso le sue scuse per l'accaduto'' Silvio Berlusconi non sentiva nemmeno un minimo rigurgito di orgoglio che gli facesse stigmatizzare l’accaduto.

Il migliore amico di Gheddafi, non ha trovato le parole adatte per esigere il rispetto necessario ad una nazione alleata come l’Italia.

Lo stesso Cavaliere, non si è sentito nemmeno chiamato in causa quando il suo governo, da un giorno all’altro, ha dato il ben servito a 20000 precari della scuola. La misura poteva essere anche politicamente giusta, rappresenterebbe un segno di discontinuità con le politiche del passato, ma una soluzione alternativa per questi neo-disoccupati, doveva essere delineata. O si crede che tutti i precari del comparto scuola siano parassiti dello stato, e non madri e padri di famiglie che necessito dal governo tutta la necessaria sensibilità per risolvere la il problema che si e’ ingigantito nel corso degli anni?

L’indifferenza ai temi indicati denota chiaramente il processo di imbarbarimento della vita pubblica e civile di questo paese, a cui ci sta portando il berlusconismo dilagante.

Gli italiani non devono assuefarsi né alle malefatte né ai silenzi di questo governo perchè entrambi sono le facci inaccettabili della stessa medaglia.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.175) 17 settembre 2010 19:23

    E quando parla? Per tutto agosto i soloni di Lega e PDL hanno negato a Napolitano la prerogativa di verificare l’esistenza di una maggioranza (anche diversa) prima di firmare il Decreto di scioglimento delle Camere. Bossi ha parlato di 10 mln di padani pronti a scendere in piazza. Da Settembre il Cavaliere ha lanciato la sua "campagna acquisti" per raggiungere la fatidica maggioranza di 316 Deputati. Precisa: "soprattutto ex-eletti nel centro-destra, ma benvenuti anche altri". Come volevasi dimostrare. La storia insegna che la Febbre del Tribuno non rinuncia mai a dettare le sue regole ed interessi fino agli esiti più imprevedibili ... 

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