• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > I (finti) liberali italiani riducono l’idea liberale a una sua (...)

I (finti) liberali italiani riducono l’idea liberale a una sua caricatura

Commento all'appello "Rivolta l'Italia"

Vorrei commentare l'appello "Rivolta l'Italia" che gira in questi giorni. Qui su Agoravox. Qui sul blog di Antonio Martino. Qui su Nota politica. Qui su L'Intraprendente. Potete seguire in rete le discussioni che stanno susseguendosi. Vedrete che c'è molto entusiasmo e qualche diffidenza.

Io di quell'appello contesto tutto, così come dell'idea che il centrodestra formato da Forza Italia, Lega, Ncd, Fratelli d'Italia, ed altri possa dirsi liberale, senza che un liberale muoia d'infarto ogni volta.

Purtroppo a me “Rivolta Italia” sembra l’ennesima truffa verso i liberali e l’ennesimo stupro dell’idea liberale.

Si apre in modo suggestivo:

“Noi crediamo in una cosa sopra tutte le altre: la Libertà"


Noi siamo:

  • Conservatori, quando si tratta di difendere libertà già acquisite
  • Radicali, quando si tratta di conquistare spazi di libertà ancora negati
  • Reazionari, per recuperare libertà che sono andate smarrite
  • Rivoluzionari, quando la conquista della libertà non lascia spazio ad altrettante alternative
  • Progressisti, sempre, perchè senza libertà non c'è progresso.”

E continua in modo contraddittorio:

“Il Centro Destra è l'idea a cui tanti italiani hanno legato e legano tuttora la grande speranza di realizzare una vera rivoluzione contro l'oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica."

"Il Centro Destra deve tornare ad essere un'Idea e non una Parte, un progetto nazionale che unisca tutti: un Centro Destra inclusivo, unito, aperto, competitivo, innovativo e capace di confronto.”

Innanzitutto quale è l’idea liberale? L’idea liberale è l’idea di uno società fatta dal basso, fondata sulla libertà individuale e sulla libera interazione fra individui. È l’idea di uno stato limitato al minimo, posto a servizio e a tutela della libertà individuale. È la fiducia nella libertà come condizione in cui ciascuno a suo modo, nella sua diversità, può inseguire la propria realizzazione e la propria felicità. È il riconoscimento del binomio libertà-responsabilità, è autodeterminazione. È il rifiuto per ogni forma di paternalismo, dirigismo, pianificazione centrale, autoritarismo. È la limitazione dello stato e del suo potere di controllare, spiare, dirigere, interferire, nella vita delle persone. È il rifiuto dell’asservimento dell’individuo ad un supposto “bene comune”. È l’opposizione categorica ad ogni forma di eccessiva burocratizzazione e regolamentazione.

Se questa è l’idea liberale – massima libertà, minimo Stato – è chiaro anche quali sono le idee illiberali. Tutte quelle che in qualsiasi modo e per qualsiasi motivo sostengono l’intromissione dello stato, l’ingegneria sociale, la pianificazione della società, etc..

Chiarito ciò, è chiarito anche il fatto che ridurre le tasse e la burocrazia e rendere più efficiente e fruibile il sistema giudiziario, non coincide con l’idea liberale. Possiamo dire che può farne parte, ma se la parte viene spacciata per il tutto, se l’idea liberale viene ridotta solo a questo, beh, siamo in presenza di un imbroglio e dobbiamo cercare di capirne i motivi.

Chiaramente ridurre l’idea liberale a un certo ambito – fisco, burocrazia, sistema giudiziario – significa abbandonarla in tutti gli altri ambiti. Con una certa abilità retorica si può farsi passare per sostenitori dell’idea liberale, mentre se ne è i suoi becchini. Al posto di evidenziare che si sostiene che essa vada abbandonata in favore di idee illiberali in tutti gli ambiti, tranne quello fiscale, burocratico, giudiziario.. si sostiene al contrario: facciamo “la rivoluzione contro l'oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica”. Marketing truffaldino.

I miei diritti come individuo non sono confinati alla sfera del lavoro o della gestione dei soldi. Non mi appartengono solo quando vesto i panni del lavoratore, dell’imprenditore, del dipendente, del datore di lavoro, del risparmiatore, del contribuente, dell’investitore, etc..I miei diritti e la mia libertà mi appartengono sempre, mi appartengono in quanto essere umano, mi appartengono in ogni istante della mia vita, in ogni frangente di essa, in tutti gli ambiti, in tutti i rapporti umani che stabilisco, in qualsiasi sfera li si voglia successivamente classificare.

L’idea liberale non è un’idea sui rapporti di stampo economico o in ambito di lavoro. è un’idea che riguarda la libertà e la limitazione del potere statale di comprimerla. E afferma che la mia libertà non può essere limitata dallo stato se non aggredisco nessuno, e se non faccio nulla che leda attivamente la libertà degli altri. E pone la libertà individuale – non la semplice libertà d’impresa – a motore del progresso, del benessere e dello sviluppo della società.

In realtà, liberale non significa neppure “alternativo alla sinistra” o "anticomunista". Certamente se la sinistra è illiberale, come per lo più è, essere liberale significherà anche essere alternativi ad essa. Ma un liberale in senso pieno non è “alternativo alla sinistra”, ma “alternativo ad ogni forma di statalismo e di anti-individualismo”, di destra, di sinistra o di altra provenienza, poco importa. E quindi per esempio è tanto anticomunista quanto antifascista.

Il fatto di ridurre l’idea liberale a un’idea anti-sinistra e anti-comunista è funzionale all’imbroglio. Quale è il contrario della sinistra? La destra. E allora se il liberale è contro la sinistra non potrà che situarsi a destra, giusto? No! Questa è una truffa. Il liberale è liberale, non è di destra o di sinistra. È contro entrambe quando queste sono illiberali, senza alcuna distinzione, fra lo statalismo orientato a destra e quello orientato a sinistra, perché il problema non è l’orientamento, ma lo statalismo in sé, sempre e comunque.

Quando l’appello dopo aver ridotto l’idea liberale a una sua parte circoscritta e limitata, colloca i liberali a destra, per poi dire che ci devono stare dentro tutti, si rivela per quello che è.

Non è eccesso di severità lamentarsi che si menzionino solo fisco, burocrazia e giustizia – che pure non sono poco – è senso critico ed esperienza. I precedenti governi di questi sedicenti liberali, non sono riusciti a fare nulla di liberale e hanno fatto molte cose del tutto illiberali. Ma se pure hanno tentato di fare qualcosa di liberale è stato solo nell’ambito delle politiche riguardanti fisco, lavoro ed economia. Su tutto il resto hanno fatto le leggi più illiberali di sempre, come fosse la cosa più naturale del mondo. Chiaramente nella loro testa l’idea liberale è diventata ciò che non è: una mera questione di tasse, burocrazia e libertà d’impresa. Quindi dobbiamo guardarci da questi squinternati sedicenti liberali che poi governano in modo illiberale.

Anche se si dicono liberali ciò che propongono è solo un ri-orientamento dello statalismo, una sua svolta a destra. Lungi dal voler ridurre il potere dello stato e aumentare la libertà, essi propongono solo di riconsiderare in quali ambiti darci dentro con la pianificazione centrale, il dirigismo, l’autoritarismo, il “bene comune”, etc.. È evidente che allentare la presa dello stato su un ambito per serrarla su un altro significa solo riorientare e confermare – di volta in volta a destra o a sinistra, secondo le preferenze di una parte o dell’altra – lo stato illiberale e liberticida che ogni liberale dovrebbe aborrire e combattere. Fatte salve le preferenze e le simpatie di ciascuno, cambiare la squadra di ingegneri sociali che lavora a costruire la società dall’alto, cambiare quelli che avevano un progetto X con quelli che ne hanno un altro Y, per chi ritiene che l’ingegneria stessa e qualsiasi progetto in quanto tale siano criminali e irricevibili, non fa nessuna differenza.

Innanzitutto la prima cosa che propongono per fare un nuovo centro destra liberale è rimetterci dentro tutte i partiti e le persone che c’erano in quello vecchio. Di modo che anche l’aggettivo nuovo è essenzialmente una patacca. Poi le persone e i partiti con cui si vogliono alleare, vecchi o nuovi che siano, sono tutti assolutamente illiberali. Il che non è un peccato capitale, ma è un controsenso se si vuole fare la rivoluzione liberale. Socialisti, democristiani, leghisti, ex An, ex La Destra, Fratelli d’Italia, Lega, Ncd.. non c’è praticamente alcun liberale nella compagine che hanno in mente.

In particolare non ha nulla di liberale il nuovo astro nascente del centrodestra, Matteo Salvini, che dichiaratamente si ispira a quell’impasto di socialismo e nazionalismo che è Le Pen.

L'idea liberale è quella del libero mercato, anzi del libero scambio, ed implica libera circolazione di merci, capitali e persone. La Lega si oppone a tutte e tre le cose. Ha in mente un sistema protezionista e basato sui dazi per le merci, perchè vuole favorire i prodotti, i lavoratori e le aziende italiani - idea illiberale. Ha in mente che la finanza sia un complotto internazionale e che il liberismo sia una forma di plutocrazia - idea illiberale. Sulla concorrenza porrebbe volentieri moltissimi limiti e in generale appoggia sistemi corporativi come quello dei tassisti - idea illiberale. Sulla circolazione delle persone poi, beh, è il suo tratto più caratteristico e meglio conosciuto e sicuramente non ha posizioni liberali in materia.

In generale tutte quelle politiche volte a sostenere o ad avversare con l’intervento statale, tramite discriminazioni positive o negative, un certo stile di vita, solo illiberali. Dal modello di famiglia, al tipo di relazioni sessuali, dalle scelte su tutti quelli che si chiamano “temi etici”, a come tutelare o meno la propria salute, dai valori in cui si vuole credere o meno, alla religione che si vuole professare. Se lo stato si occupa di imporre scelte dall’alto in questi ambiti, e in tutti gli altri, è illiberale. Tutte le politiche interventiste di stampo proibizionista, paternaliste-salutista, ambientalista-animalista, sono illiberali.

Ovviamente va benissimo preoccuparsi della salute o dell’ambiente o non fare uso di droghe, va benissimo essere cristiani e non avere simpatia per i musulmani, va benissimo avere una famiglia tradizionale, ma se si definisce e si impone la virtù dall’alto, mentre magari si reprime il vizio, si è talebani, non liberali. E in generale, sempre, chi schiera lo stato a sostegno di una fazione gradita, contro un’altra fazione sgradita, deve ricordarsi Bastiat: "Lo Stato è la grande finzione attraverso la quale tutti cercano di vivee alle spalle di tutti gli altri".

E sia chiaro che questi interventi statali non sono odiosi e oppressivi, solo quando c’è un divieto, ma anche solo quando c’è una “semplice” vessazione fiscale e burocratica, una così detta “coercizione leggera”.

L’idea che un liberale possa trovare nella Lega, che impone il crocifisso, e lotta contro il kebab, che fa ordinanze contro chi si bacia e per vietare di dare da mangiare ai barboni, che propone la castrazione chimica coatta e che non sa cosa sia la responsabilità personale, qualcosa di liberale è assurda e ridicola.

Uno che si dica liberale perché rende più facile assumere e licenziare, o taglia l’IRAP, mentre schiera lo stato a sostenere – tramite una serie di discriminazioni positive e negative – i valori che a lui e alla sua parte politica va di mettere nella lista di quelli “giusti” o “ per il bene comune” e tutti i comportamenti che a lui e alla sua parte politica va di mettere nella lista di quelli “conseguenti ai valori giusti e al bene comune”, mi appare un truffatore che sta cercando di riscrivere al contrario il significato della parola liberale, con un’operazione orwelliana.

 

Foto: rahuldlucca, Flickr

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità