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Lo Stato: la violenza che non vogliamo vedere

C’è una violenza, continua, pervasiva, non verbale, ma fisica e tangibile, che invade tutto, che si diffonde in ogni angolo della società, che entra in ogni relazione umana, che perverte tutto ciò che è libero e spontaneo. Ed eppure nessuno la vede, nessuno l’addita, nessuno la combatte, nessuno fa Resistenza. È la legge dello Stato.

Oggi sono tutti pronti a cogliere violenze, aggressioni e micro aggressioni dovunque. Guai a dire una parola di troppo, guai a lasciarsi andare e dire qualcosa di leggermente scorretto, è sempre una violenza intollerabile contro le donne, i gay, i trans, gli immigrati, gli ebrei, i musulmani, i rifugiati, etc… si vogliono sempre più trasformare le offese in reati, e imporre per legge, a suon di multe, licenziamenti, gogne, tribunali, arresti, oscuramenti di siti, e quanto altro, un pensiero corretto, buono, gentile, giusto, educato, e di buone maniere. Personalmente credo che le buone maniere, l’educazione, la gentilezza, il rispetto, l’attenzione per il prossimo, la tolleranza, la sensibilità, siano cose importantissime, da coltivare e proteggere. Perciò non sono queste che metto in discussione, è la loro traduzione in una politica autoritaria, con cui oggi le si accompagna, che mi fa orrore. Il politicamente corretto non è altro che una delle molte sfaccettature di una tendenza più generale.

C’è una violenza, continua, pervasiva, non verbale, ma fisica e tangibile, che invade tutto, che si diffonde in ogni angolo della società, che entra in ogni relazione umana, che perverte tutto ciò che è libero e spontaneo. Ed eppure nessuno la vede, nessuno l’addita, nessuno la combatte, nessuno fa Resistenza. Si insinua nelle relazioni fra i sessi, nel rapporto fra eterosessuali e omosessuali, nelle relazioni economiche, finanziarie e di lavoro, nella sfera della religione e in quella della cultura, invade tutti gli ambiti della nostra vita, è con noi quando mangiamo, beviamo, fumiamo, scopiamo, lavoriamo e ci divertiamo, è con noi quando nasciamo e quando moriamo, quando diamo la vita e quando seppelliamo qualcuno, quando siamo a casa e quando siamo fuori, quando lavoriamo e quando siamo in vacanza. È la legge dello Stato.

Sembra che le persone siano anestetizzate e confuse su un punto fondamentale: ogni legge ha dietro l’uso della forza. Se così non fosse sarebbe una gentile richiesta non una legge. Lo Stato, in quanto apparato che produce leggi e le fa rispettare, è né più né meno che un enorme apparato coercitivo.

Uno Stato che legifera su tutto, è uno Stato che porta l’uso della forza e della coercizione ovunque.

Non capirò mai come sia possibile scandalizzarsi per una manifestazione di Casa Pound, o per le prediche incendiarie di un imam contro l’Occidente, per un avance troppo insistente o una osservazione politicamente scorretta sulle donne, i gay, i neri, o qualsiasi altro gruppo, e non scandalizzarsi mai, non essere mai preoccupati, non avere mai paura, non sentirsi mai offesi, di fronte alla violenza quando questa sia portata avanti da uno Stato.

Costruire un enorme apparato statale, sempre più grande, enorme e inarrestabile, fatto di politici, burocrati, poliziotti, giudici, esattori, militari, e sempre più invadente rispetto alla società, è come costruire una bomba sempre più potente. È inutile raccontarsi che tanto non sarà mai usata, che sarà usata solo lontano da noi, o solo per una buona causa. Sono assurdità. Costruisci un sistema di bombe atomiche, collegalo a un bel pulsante rosso, e mettici davanti un bel presidente democraticamente eletto, poi aspetta… e vedrai che succede.

Se concedi il potere della censura, non saranno censurati solo i cattivi più cattivi. Se concedi l’autodichia, il potere dei parlamentari di giudicarsi da soli, non lo useranno semplicemente per difendere l’indipendenza del potere legislativo. Se concedi a qualcuno il potere di tassare, non si fermerà al cinque, al dieci o al venti percento. Se concedi a qualcuno il potere di fare debito pubblico non si limiterà a un paio di miliardi. Se concedi a qualcuno il potere di scatenare guerre, non lo userà solo per autodifesa. Noi abbiamo leggi sul numero di sigarette che deve contenere un pacchetto di sigarette, sui cotton fioc, sulla lunghezza delle banane, e così via… ciò che dovrebbe sconvolgerci non è lo specifico contenuto di ogni singolo provvedimento, ma il fatto stesso di aver dato a qualcuno il potere di legiferare, cioè regolare con la forza e la coercizione, su queste cose, vale a dire anche sui più piccoli, minimi aspetti, della nostra esistenza. Voi non la riconoscete, ma io sì: questa è una bomba atomica. L’abbiamo costruita. Prima o poi ci scoppierà addosso.

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