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Google è il re dei marchi globali

L'economia digitale batte quella tradizionale post-fordista e consacra Google come il brand più prezioso del mondo con un valore di quasi 44,3 miliardi di dollari a fronte di una capitalizzazione di borsa di circa 186 miliardi.

Il motore di ricerca di Mountain View scalza nella classifica il colosso della grande distribuzione Wall Mart, che scende al terzo posto.
 
Medaglia d'argento per Microsoft, con un marchio da oltre 42,8 miliardi di dollari.
 
La Apple di Steve Jobs si "accontenta" dell'ottavo gradino, ma con un miglioramento di 12 posizioni rispetto all'anno precedente. E' il risultato di una ricerca 2011 di Brand Finance che ha elencato le 500 multinazionali più importanti del mondo.
 
Dalla classifica si evince che l'80% dell'incremento complessivo del valore dei marchi proviene dalle prime cento aziende.
 
Sorprendente la performance del mondo bancario, che dopo la pesante dèbacle dei colossi americani nel 2008 e la generale crisi economica, ha visto aumentare il valore dei propri marchi di circa 139 miliardi di dollari, tanto che gli analisti parlano di "piccola resurrezione".
 
E il marchio peggiore? Forse Nokia, il colosso finlandese dei telefonini che scende dal 21esimo posto del 2010 ad un magro 94esimo nel 2011.
 
Un altro dato interessante, che dovrebbe farci riflettere, è l'assenza di brand italiani in pole position ed il generale peggioramento di tutte le loro posizioni.
Nell'elenco di Brand Finance sui "magnifici 500" bisogna attendere il 96esimo posto per trovare un gruppo di casa nostra.
 
Si tratta di Generali, con un valore del marchio di 9,5 miliardi di dollari, comunque sopra grosse aziende come Boeing (100' posto), Philiphs (103') e Ing (105').
 
La seconda italiana è Telecom, al 110' posto, mentre in terza posizione si colloca Enel (138' nella classifica generale).
 
Seguono Unicredit (142') ed Eni (176', che è risalita di ben 74 gradini rispetto al 2010).
 
Fiat, tra le aziende che probabilmente ha più puntato sul marketing ed il rilancio del brand, è la sesta tra le italiane e la 224esima nel complesso.
Crolla di 103 posizioni l'Agip, mentre la cenerentola di turno è Luxottica, l'ultima delle italiane a brillare (nonostante il patron Del Vecchio sia il secondo uomo più ricco del nostro paese dopo Ferrero).

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