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Frida Kahlo

E’ stata una grande protagonista de secolo passato Frida Kahlo, entrata prepotentemente nel nostro paese con mostre a lei dedicate. Eroina e incrollabile artista del calibro dei più famosi pittori, Frida ha saputo infondere alla sua arte coraggio e coesione di principi con grande naturalezza di spirito. Quest’estate alle Scuderie del Quirinale a Roma una retrospettiva particolareggiata e di intenso respiro, riprendeva ogni fase di vita di quest’artista grandiosa.

Il grande percorso iniziato quasi per caso la porterà ad avere una vita straordinaria, a conoscere personaggi eminenti e a fare numerosi viaggi. Si è avvicinata alla pittura per necessità, costretta dalla malattia dopo quell’incidente che le cambiò per sempre l’esistenza, dovendo restare mesi interi supina sul letto. Mentre stava rientrando a casa con Alejandro, suo primo amore, per una serie di coincidenze sfortunate, erano saliti su un autobus, ma all’ultimo Frida scende ricordandosi di essersi dimenticata di prendere il parasole a scuola, azione che pagherà a duro prezzo. Infatti imbarcati su un tram, saranno coinvolti in un brutale incidente. Il tram si andrà a schiantare su un muro, per evitare un autobus, facendo anche delle vittime. Alejandro sarà scaraventato fuori, rompendosi una gamba, Frida sarà dilaniata: trapassata da un corrimano che si conficcherà nel fianco per uscire nella vagina, riportando fratture alla spina dorsale e dodici fratture alla gamba, mentre l’osso pelvico si spaccherà in tre parti.

Un fatto curioso è che sarà ricoperta di polvere dorata, tanto che la gente griderà «la ballerina!». Spiegato con il rompersi di un sacchetto che si andrà a spargere sulla sua persona, martoriata e agonizzante in una pozza di sangue. Il suo, era stato inizialmente un modo per ricercare una via d’uscita alla lacerazione interna, in un’ analisi che filtrava come una seduta da una psicoanalista il moto dell’anima: il viso come in uno specchio di riflessi interiori riportava le sofferenze, le cicatrici del tempo. Il primo auto-ritratto: “Autoritratto con vestito di velluto” la vede seducente, appassionata richiamare e reclamare il suo amore per Alejandro Gòmez Arias, negato altrettanto precocemente nel momento di più estremo bisogno. Il suo desiderio di esserci come persona; nelle pagine del suo diario dirà, parafrasando, che il pianto era sintomo del suo essere ancora in vita; la riscatterà.

Dopo quel terribile incidente nel quale riporterà danni ingenti al suo fisico, rischiando addirittura la morte, saprà rialzarsi in una sorta di auto determinazione salvifica. Già da piccola era stata soggetta a continue sfide, nata con la spina bifida: una malformazione della colonna vertebrale ed ebbe per giunta la poliomielite che le deformò un arto e per questo sarà costretta a camminare con una gruccia . Ma il suo carattere forte e dirompente, ironico e sarcastico, la metterà al riparo da facili rinunce che non l’avrebbero fatta emergere come quella grande artista che sarebbe diventata. Costretta dopo il grave incidente a stare a letto per interi mesi, con interventi per migliorare le sue condizioni fisiche – ne dovette subire oltre trenta - con busti di gesso che la intrappolavano. Uno dei tanti è stato esposto alla mostra, con l’immagine di una falce e di un martello e di un feto. Battagliera fino al punto di proclamarsi figlia della rivoluzione spostando la sua data di nascita di qualche anno, al fatidico 1910, in piena rivoluzione.

Diede rifugio politico a esponenti comunisti come Trontskij con cui ebbe anche una relazione. Una delle tante, infatti Frida elargiva il suo corpo come un fiore aperto a qualsiasi tipo di rapporto, etero e non, anche per una sorta di vendetta personale nei confronti del suo vero amore: Diego Rivera. Partendo da questo si innesta la mostra appena conclusa a Genova dedicata all’amore tra i due artisti. Diego Rivera pittore di murales, impegnato politicamente, era il più grande pittore messicano, alla soglia dei quarant’anni aveva già una carriera brillante alle spalle. Frida all’età di quindici anni, dopo un incontro rivelatore con Diego dirà alle sue compagne di scuola: «un giorno avrò un figlio da Diego Rivera». Lui: brutto, grosso; lei: bella, ancora nel fiore dei suoi anni. Dopo il tragico incidente lei si avvicinerà tanto all’arte da poter affermare saldamente di poterci vivere. Mostrerà i suoi quadri a lui, Diego che diventerà il suo più fermo ammiratore, sostenitore e amante.

Ma Diego, di indole fedifraga non ottempererà mai al giuramento di fedeltà coniugale, una volta sposati, con il beneplacito della stessa Frida. Ma il più duro di tutti i tradimenti, imperdonabile, era stato quello con sua sorella. Si separarono e dopo qualche anno, non potendo subire l’alienazione dell’allontanamento si risposeranno. Si nota l’attaccamento dei due amanti mediante foto che li ritraggono insieme. Lei sembrerebbe fragile nei video che la mostrano come un cerbiatto che chiede le cure al suo uomo, quasi bambina negli sguardi che la immortalano e se vogliamo lo era data l’età, appena vent’anni contro i quaranta di Diego, omone bonario che dai tratti non si direbbe quel gran Don Giovanni che era. Nel corso degli anni si potrà vedere il cambiamento psicologico di Frida e nei tratti del viso che si induriscono, che si faranno più spigolosi meno aperti verso un mondo crudele.

Dipinge spesso nei suoi quadri Diego. In “Diego nei miei pensieri”, si raffigura in primo piano vestita con l’abito tradizionale da Tehuana, un vestito cerimoniale, il pizzo le circonda il viso e sulla fronte c’è l’immagine di Diego, che sintetizza il titolo, e in breve il suo amore indiscusso per quest’artista, che la mise alla prova in diverse occasioni: «In vita mia mi sono capitati due incidenti gravi. Il primo quando un tram mi ha messa al tappeto. L'altro è Diego» I quadri di Frida sono spesso tetri, dopo due aborti, ritrarrà sé stessa distesa su di un letto d’ospedale, sanguinante, sprofondata in una segreta oscura, mentre una lacrima le solca il viso, e dei fili si diramano dal suo ventre materializzando sei figure tra cui il feto morto. Sarà fedele alla cultura messicana utilizzando spesso figure riprese dalla tradizione. Il suo attaccamento per la sua amata terra si evince dai numerosi quadri in cui si ritrae con i costumi tipici; abiti con gonne larghe, corpetti colorati, capelli raccolti in acconciature con fiori, nastrini, trecce.

Spesso la natura trionfa, come in “Autoritratto con spine e colibrì”, dove una vegetazione lussureggiante fa da sfondo, un gatto nero e una scimmietta sono ai lati di Frida e un intreccio di spine si va a conficcare sul collo di Frida mentre un colibrì le succhia il sangue. Nei suoi dipinti ricorrono appunto gli animali esotici, come le scimmiette a cui Frida era molto attaccata, Ma in “Autoritratto con scimmie”, gli animali raffigurano i suoi allievi della scuola d’arte dove lei insegnò e che si facevano chiamare affettuosamente “fridiani”. Fece numerosi viaggi, a New York, San Francisco a Parigi, dove conoscerà la fama, ad entrerà nel circuito dell’arte canonica, alla quale non si riconoscerà mai, anche se guarderà con interesse a movimenti nascenti, come il surrealismo. Molti la vorranno incasellare nella matrice surrealista ma lei si opporrà fermamente, sostenendo che il suo lavoro era al di fuori di giochi intellettuali di sorta e che il dolore che ne derivava era assoggettato alla sua persona.

Apparirà sulla copertina di “Vogue”, verrà presa sotto l’ala di André Breton, che la farà esporre alle mostre ufficiali. Inizialmente però quei viaggi sono fatti per seguire Diego Rivera, artista apprezzato al di là dei confini messicani. Un episodio che rimarrà impresso è stato quello in cui Diego era stato chiamato per affrescare un murales al Rockfeller Center di New York, simbolo del capitalismo. Quando incluse un autoritratto di Lenin, si scatenarono polemiche, e si decise di distruggerlo. Una volta rientrato in patria dipinse lo stesso murales al secondo piano del palazzo di belle arti di Città del Messico. Entrambi attivisti politici, nel tumulto di quegli anni dove si contrapponeva capitalismo a comunismo, Frida e Diego si impegnarono per dare sostegno alla lotta ospitando personalità di spicco nella loro casa, rischiando anche la loro vita. Ci sono alcuni quadri dove si ravvisa una capacità di ritrarre piccoli soggetti con una minuzia di particolari e una precisione certosina. Alcuni sembrano quasi delle vignette raffiguranti divinità, capi di stato, messi uno in fila all'altro.

Ricorre il tema della luna e del sole che si compenetrano, richiama anche dei soggetti di origine divinatoria; le piramidi. Ce n'é uno in cui tiene in braccio Rivera come fosse un neonato, racchiusi entrambi in un abbraccio che li avvolge. I colori sono intensi, abbinati e sfumati con maestria. Nella mostra delle Scuderie arrivati alla fine in un percorso lungo e tortuoso si vedono gli ultimi soggetti dipinti da Frida. Sono degli ortaggi: frutta che assume una connotazione sessuale, piscologica ; i suoi ultimi quadri sono sbiaditi ed indefiniti, lei con un disco solare sulla faccia; sembra lo schizzo di una bambina; un ritorno al grembo materno che l'ha messa al mondo per ridarle una forma evanescente al culmine di uno strazio. " spero che l'uscita sia gioiosa e spero di non ritornare mai più". 

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