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Europa 7, un decennio di ricorsi e sentenze non rispettate. Ora nuove frequenze per Rai 1

Finalmente Europa 7 riuscirà a trasmettere, anche se non è stata rispettata la sentenza della Corte di Giustizia Europea. Già regna il silenzio. Solo il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro ne parla ancora.

 

Tra il 22 e il 30 giugno Raiuno sarà risintonizzata per dare spazio ad Europa 7.

Questa volte il digitale non c’entra nulla. Si sta semplicemente applicando quanto deciso qualche mese fa, ovvero assegnare a Europa 7 un canale analogico sottraendolo alla Rai. La proposta è partita dell’AGCOM e l’11 dicembre 2008 il Ministero dello Sviluppo Economico ha assegnato all’emittente televisiva le frequenze VHF III, occupate da Rai 1.

Europa 7 di Francesco Di Stefano, vincitrice del bando pubblico per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali nel luglio 1999, dopo varie vicende giudiziarie ha trovato finalmente un po’ di spazio, anche se molto limitato.

Sul blog dell’On. Antonio Di Pietro si legge: “Perche’ nessuno parla più, se non l’Italia dei Valori, del rispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea nell’assegnazione delle frequenze televisive abusivamente occupate da Emilio Fede a Europa7?” (Diffuso poi in comunicato stampa il 17 giugno - ASCA). 

Per ricordare:

Nel 1999 viene indetta una regolare gara di appalto per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali. Vinse, oltre a Canale 5 e Italia 1, l’emittente di Francesco Di Stefano. Rete 4 avrebbe dovuto lasciare le frequenze al vincitore.

Questo non è mai avvenuto perché il Ministero delle comunicazioni, contravvenendo al risultato della gara pubblica, ha permesso a Rete 4 di continuare a trasmettere senza regolare concessione. Il governo D’Alema, che all’epoca dei fatti aveva la maggioranza, non assegnò mai le frequenze che spettavano di diritto alla rete vincitrice e anche il governo Amato nel 2001 si disinteressò completamente della questione. Nel 2002 la corte costituzionale confermò la sentenza, già emanata nel 1994, che nessun privato cittadino può possedere più del 20% delle frequenze televisive e tutte le reti eccedenti dovevano essere spostate sul satellite liberando il segnale analogico terrestre. Le bande libere sarebbero state assegnate ad Europa 7. In questo periodo Berlusconi accusò la Corte Costituzionale di produrre “sentenze con finalità politiche”.

Anche la sentenza della Corte Costituzionale non è stata considerata, e Berlusconi è intervenuto con il “decreto salvareti”. La legge Gasparri, approvata nell’ aprile 2004, oltre al riordino del sistema radiotelevisivo italiano, introduce l’impiego del digitale terrestre e permette quindi all’emittenti televisive esistenti di trasmettere regolarmente fino al passaggio sul digitale. Contro la legge Gasparri Europa 7 fece un nuovo ricorso al TAR, richiedendo anche un risarcimento per il danno subito. Il ricorso fu respinto. Contro la sentenza del TAR intervenne la Corte di Giustizia Europea che ha condannato l’Italia a pagare una multa pari ad € 350 mila per ogni giorno di ritardo nell’assegnazione delle frequenze ad Europa 7 e afferma con una sentenza che il sistema televisivo italiano non è conforme alla normativa europea e impone quindi criteri obiettivi, trasparenti e non discriminatori nell’assegnazione delle frequenze. Di Stefano ottenne un milione di euro a titolo di risarcimento danni. 

Adesso, anche se le frequenze assegnate all’emittente “sfortunata” permettono una scarsa copertura e per il momento sarà trasmessa esclusivamente in via analogica, Europa 7 inizierà a vivere.

Se Francesco De Stefano continuerà la sua lotta  potremo ancora sperare che anche in Italia possa esserci una tv libera.

Commenti all'articolo

  • Di Raffaele (---.---.---.238) 20 giugno 2009 17:53

    LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI! 
    ...ma non tutti siamo uguali!!!
    W l’italia.

  • Di Paolo Zeriali, Trieste (---.---.---.164) 24 giugno 2009 10:09

    Il silenzio che c’è in Italia su certi argomenti è davvero incredibile, sembra di essere in Cina dove oscurano le tv straniere quando parlano di Tienanmen o in Iran, dove si cerca di bloccare persino Twitter. Dovremmo semplicemente vergognarci, a cominciare da chi fa informazione e politica. Un plauso a Di Pietro, che è uno dei pochi a non piegare la testa. Per quanto riguarda il Partito Democratico, sono contento che abbia mantenuto la guida di importanti città come Bologna, Firenze, Ancona, Padova e la provincia di Torino (ed abbia praticamente pareggiato nella berlusconiana Milano!!!). Sono contento di questo risultato, che ha ridimensionato i sogni di potere assoluto del Cavaliere e dei leghisti ed ha dimostrato che gli italiani non sono così schiavi del potere televisivo. Tuttavia, sul problema del monopolio e del conflitto d’interessi credo che i leader del Partito Democratico debbano farsi un bell’esame di coscienza. Perché non sono intervenuti in tutti questi anni per porre fine alla prepotenza di Berlusconi? D’Alema (e non solo lui) lo devono spiegare in maniera convincente agli italiani.

  • Di klaus (---.---.---.174) 28 giugno 2009 21:49

    In italia da ormai troppo tempo stanno succedendo delle cose inverosimili x un paese che ritiene di essere civile e democratico.
    Ma quello che secondo me e’ ancora piu’ grave e che il popolo non reagisce a queste ingiustizie paradossali e a vedere anche dalle ultime elezioni sembra che non ci sia speranza x aprire uno spiraglio che permetta di cambiare tendenza.
    L’ITALIA secondo me e’ un paese che e’ destinato ad a fare una brutta fine,
    Il modo di pensare dei cittadini italiani e’ molto retrogrado ed irresponsabile,oggi la gente dovrebbe essere piu’ intelligente e piu’ colta di quella di 30 anni fa’, invece purtroppo noi ci stiamo mangiando tutte le cose migliori che i nostri antenati essendo meno colti si sono conquistati.
     x avere un futuro+giusto migliore di quello di oggi e’ impensabile per il mio modo di vedere le cose xro’
    spero di sbagliarmi e che ci sia un inversione di marcia,ma la vedo molto dura.
     

  • Di Vinxe (---.---.---.253) 29 giugno 2009 17:46

    Ma in realta’ cosa serve una tv privata priva di contenuti e library? Almeno le reti mediaset dal 1980 hanno sempre trasmesso i migliori format televisivi e le migliori serie tv del mondo

  • Di poetto (---.---.---.163) 13 settembre 2009 18:04

     I danni di un berlusconismo rampante sono, per il sistema Italia in generale, di varia natura.

    Il conflitto di interessi non è un teorema geometrico, un qualcosa confinato in polverosi testi ma una realtà che si traduce, come nel caso di Europa 7, nel mancato rispetto delle leggi, nella prevaricazione, nel danno ad altri soggetti.

    La cosa più assurda è che nessuno, di chi ha il potere di farlo, si preoccupa, o si è preoccupato in passato, se non con frasi di circostanza che lasciano il tempo che trovano, seriamente del problema.

    Negli interessi del nostro premier non vi sono solamente le televisioni ma anche le assicurazioni, i giornali, il calcio ed altro ancora ...insomma tutta una serie di attività, non certo a livello artigianale, che stridono fortemente con il ruolo che egli ricopre.

    Questo di Europa 7 è solo uno dei tanti “danni”.

    Se il nostro dovesse continuare a governarci ancora per molto tempo, vista la reale considerazione che ha dei problemi dello Stato italiano, temo, ma spero che sia solamente un mio timore, che finiremo come l’Argentina di qualche anno fa.

  • Di paolo (---.---.---.204) 12 marzo 2011 10:57

    Secondo il rapporto " Freedom House" (fonte statunitense ) l’Italia si piazza al 24 posto in Europa , come la prima delle nazioni in cui la stampa è semilibera ,davanti alla Turchia e dopo la Grecia che è l’ultima delle nazioni con stampa libera . A livello mondiale siamo surclassati da paesi come il Costa Rica ,Cile , Belize ,tanto per citarne alcuni .

    Le ultime "iniezioni " di " informazione televisiva " con i vari Sgarbi e Ferrara ,dovrebbero farci abbassare ulteriormente in direzione di quella che , normalmente , viene chiamata "stampa di regime " .

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