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Esclusa anche la Lista della Polverini. La politica è nel caos

Esclusa anche la Lista della Polverini. La politica è nel caos

Siamo quasi alle comiche, mancano solo Corrado, il maestro Pregadio e i campanacci, per trovarci di fronte alla peggiore delle edizioni della Corrida.
 
Dopo l’esclusione di due giorni fa delle liste del Pdl legate alla candidata della Regione Lazio Renata Polverini e dopo il problema con le firme false o comunque non corrette della lista che prendeva il nome del candidato Presidente alla Regione Lombardia Formigoni, ecco che oggi arriva l’ennesima prova che nella macchina per le candidature del Pdl qualcosa non funziona.
 
L’ufficio centrale elettorale della Corte d’Appello, infatti, non ha ammesso neanche la Lista legata alla Polverini, come ha reso noto lo stesso comitato elettorale dell’ex segretario Ugl: “Sembra assurdo, ma la lista civica di Renata Polverini non è stata accettata” riporta l’Agi. Mancherebbe la firma di uno dei rappresentanti di lista oltre ad avere un simbolo troppo simile a quello di Fabio Polverini, candidato di una lista collegata a Forza Nuova di Roberto Fiore. Saputa la notizia la Polverini avrebbe annullato un successivo impegno elettorale e si sarebbe rinchiusa nel suo quartier generale.
 
Dal Pdl si dicono sicuri che la situazione si aggiusterà e probabilmente, in un modo o in un altro, sarà così, anche perché stando alla legge elettorale regionale il candidato presidente è necessariamente capolista del listino a lui collegato, e stando così le cose, la Polverini non potrebbe essere candidata alla Regione. Ecco perché in qualche modo ci sarà la riammissione.
 
Che sia un panino (fantasiosa ricostruzione che ha trovato vasta eco in tanti giornali), la lotta tra le diverse correnti e i diversi esponenti del partito per avere certi nomi al posto di altri, piuttosto che distrazioni, la frittata fatta dal Pdl non ammette scuse e a poco servono gli appelli al Quirinale (che infatti ha risposto picche, dato che l’argomento non gli compete) e alla piazza, come se un errore della macchina organizzativa possa essere scaricata su qualcun altro che non sia chi materialmente non è riusciuto a consegnare quelle benedette liste.
 
Ovviamente a farne le spese sono gli elettori del Pdl oltre che l’immagine di una politica sempre più allo sbando, tra scandali, incompetenze, distrazioni e leggi ad hoc.
 
Una politica che ha visto prima il patatrac delle primarie, dove il Pd è riuscito a uscirne sconfitto su tutti i fronti (in Calabria e Puglia hanno vinto le primarie dei candidati che non erano stati scelti dal partito, nel Lazio non si è fatto neanche in tempo a farle, salendo sul carro della Bonino, in Campania la scelta non è stata per nulla facile creando una spaccatura che ha mandato in crisi anche le alleanze e gli equilibri interni addirittura dell’IdV), i dubbi sulle candidature di Errani e Formigoni, alla loro terza (quarta per Formigoni) probabile elezione consecutiva, quando una legge molto controversa ferma a due le candidature successive, poi lo scandalo sull’elezione di Di Girolamo e i suoi rapporti con la ‘ndrangheta. In più si sono messi i problemi di lista che, notizia di ieri, hanno visto la candidatura in Campania tra gli altri di Roberto Conte, condannato in primo grado a due anni e otto mesi di reclusione per concorso esterno in associazione camorristica, trasformista per professione (candidato solo con “Verdi, Democrazia Europea, nella Margherita e nel Pd” e ora nel Pdl) e candidato di servizio, “perché io sono un perseguitato politico” dice in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno. Una candidatura che ha riaperto profonde e vecchie ferite nel Pdl campano (con il Pd che come detto non se la passa meglio). Liste sospette chehanno fatto drizzare le antenne anche alla Dda da cui è partita un’indagine conoscitiva sulle liste presentate per le prossime amministrative.
 
E adesso i problemi delle liste. Alle elezioni manca poco, cosa ci aspetta domani?

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