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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > È All Access il nuovo servizio streaming di Google

È All Access il nuovo servizio streaming di Google

Alla fine Google l'ha fatto, ha annunciato ieri sera, durante l'annuale convention per gli sviluppatori di software, Google Play Music All Access, la nuova piattaforma di streaming, confermando quelle che erano state le indiscrezioni del sito The Verge, e che AgoraVox aveva riportato qua.

Assieme a varie novità, questa era una delle più attese, anche perché sullo streaming si gioca una buona fetta del mercato musicale digitale (quindi a breve tout court) futuro e il successo di siti come Spotify, Rdio etc lo dimostra, così come lo dimostra la rincorsa che ora ha terminato Google (o, forse, sarebbe meglio dire che ha appena cominciato) e quella che ancora deve cominciare Apple, leader rivoluzionario del settore digitale con iTunes e ora all'inseguimento di ciò che sarà il futuro.

Google Play Music All Access è costruito, come dice lo stesso nome, su Google Play, sul suo store è ha come idea quella di far scopriure al proprio pubblico musica nuova e non dissimile dai propri interessi, permettendo di creare delle radio personalizzate a partire dai propri artisti 8cosa non dissimile da Spotify, però). Diciamo che la grossa novità del servizio, ad oggi, sembra la non gratuità del servizio, ma costerà 9.99 dollari al mese, se però ci si abbona prima del 30 giugno il prezzo scende a 7.90 dollari (ma è gratuito il primo mese).

Billboard riporta alcune specificità, come quella la tab "Explore" che dà suggerimenti personalizzati in base alla propria libreria musicale, con la possibilità di trasformare ciascuna canzone in una stazione radio con brani simili. Poi c'è "Listen now" con le nuove proposte, tracce caricate da poco. Insomma niente di particolarmente nuovo e diverso da quello che i competitor già hanno.

Il giornalista Alan Cross, pur cogliendo il lato buono dell'operazione, si pone delle domande che forse ci siamo posti un po' tutti, ad esempio: come mai non esiste una versione free, soprattutto visto che Google è identificato come uno dei servizi gratuiti per antonomasia? In che modo le sottoscrizioni a pagamento si inseriscono in un modello di business che è prevalentemente pubblicitario? (domanda che si ricolega ai dubbi di Billboard che si chiede perché se il modello economico di riferimento di Google, che permette la gratuità di molti servizi, è la pubblicità, questo non è utilizzato per All Access?). Perché Google aveva bisogno di inserirsi in un mercato già così affollato come quello dello streaming? Forse per rompere le uova nel paniere a Apple? Domande che forse non avranno risposta. Quello che crediamo è che All Access sia un prodotto in fieri, ancora da completare, un po' come il modello di streaming. Sarà una strada da percorrere assieme, allo streaming in generale e ai competitors in particolare.

Al servizio, comunque, ci si puà accedere a registrandosi qua, sul Google Play Store o con l'update dellìapp Google Play Music per Android.

Immagine via laughingsquid.com

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