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Elezioni regionali in Sardegna: "dovete votare lui, non me"

Esportato anche in Sardegna il format "abruzzese" delle "elezioni con prestanome" Vincerà anche stavolta?

"Soru è un incantatore di serpenti, ha fallito in tutto quello che ha fatto, come imprenditore, come politico e come governatore"-
 
Questa è una delle dichiarazioni del premier Berlusconi risalente al 3 febbraio scorso, durante un’intervista rilasciata al direttore del tg di Studio Aperto, ovvero una dichiarazione del padrone (pro tempore) dell’azienda-Italia rilasciata a un suo dipendente di un suo ufficio stampa.

Già il fatto che il plutocrate più ricco d’Italia, un ultrasettantenne con interessi consolidati in multimedia, concessionarie pubblicitarie, grande distribuzione, imprese finanziarie, immobiliari e quant’altro, possa spacciare i suoi comunicati stampa come "informazione" è qualcosa che dà la misura della totale disinformazione di questo Paese, ultimo in Europa come libertà di stampa.

Ma a questo ci siamo abituati.

La cosa più grave è un’altra: cosa c’entra il capo del governo con Soru, il governatore della Sardegna uscente ricandidatosi per le elezioni regionali del 15 e 16 febbraio 2009?

Da notare che non è la prima volta che Berlusconi attacca Soru. In un recente comizio in Sardegna il premier ha accusato Soru di aver intascato tangenti ("un appalto da 60 milioni di euro per la pubblicita’ e lui, Soru, contestualmente si e’ fatto dare trenta milioni per la sua societa’ ") e per le suddette affermazioni, definite da Soru mendaci e lesive della propria dignità, e’ stato querelato il 26 gennaio scorso.

Si impone la domanda: ma perché Berlusconi fa comizi in Sardegna?

Risposta: perché lì si terranno, a metà febbraio, le elezioni per la carica di governatore, oltre che per il rinnovo della giunta regionale.

Ma resta valida la domanda precedente: che c’entra il premier con la Sardegna? Non è gia’ premier? Vuol forse farsi eleggere contemporaneamente capo di stato e di regione? E magari, domani, anche di provincia e di comune, in una bulimia di potere senza fine?

Crediamo che, se lo potesse, forse il personaggio lo farebbe, tanto enorme e sregolato è il suo ego e il suo narcisismo patologico. Ma non può (ancora).
Lui personalmente no.

Però ha un prestanome, che ha fatto candidare nelle fila del centro destra alla carica di governatore in Sardegna.

Questo prestanome, sconosciuto ai più nella stessa Sardegna, è un oscuro commercialista, già assessore cagliaritano ma figlio di padre illustre. Il padre Ugo, noto commercialista, è stato amico di Fedele Confalonieri e punto di riferimento dell’Edilnord nell’isola.

Il figlio, questo Carneade della politica, è, quindi, amico di famiglia di Berlusconi: ecco perché è stato da quest’ultimo imposto al notabilato di centro-destra locale così come si imponevano i viceré nelle Indie.

 Il problema e’ che bisogna imporlo, farlo votare ( e possibilmente vincere) anche alla gente comune, quelli che non frequentano il golf club o Villa Certosa, ma che sono utili per fare la croce sulla scheda, la democrazia che piace tanto al’uomo di Arcore; per questo Berlusconi viene in Sardegna ogni settimana e tiene i comizi per il signor nessuno candidato governatore. A spese dello stato, ovviamente.

Bisogna ricordare che la legislatura regionale sarda si è conclusa qualche mese prima del suo termine natuale, a causa delle dimissioni del governatore, stanco dei "tradimenti" della sua stessa maggioranza e ha colto tutti impreparati.
 
In tale situazione Berlusconi ha avuto buon gioco ad imporre come candidato una persona che non è solo un politico amico: è proprio un amico di famiglia, un famiglio, un "famulus" della corte privata del feudatario di Arcore: il figlio del commercialista di famiglia.

 Tra le dimissioni di Soru ( 25 novembre) e i termini per presentare liste e candidati (gennaio) il tempo si è misurato in frenetiche settimane ma la macchina propagandistica berlusconiana si è messa in moto subito, coi motori al massimo. Il candidato-carneade per gli elettori ma conosciutissimo a Villa Certosa è stato subito estratto dal cilindro berlusconiano e questo è un altro dettaglio che mostra con chiarezza cosa intenda l’attuale capo del governo per "partecipazione" e quali siano le qualita’ richieste ai suoi "collaboratori".

I media berlusconiani quasi ogni giorno danno spazio alla campagna elettorale del loro padrone in una delle regioni piu’ arretrate e spopolate d’Italia. In piu, come se non bastasse, il principale nemico "locale" di Renato Soru, ovvero il costruttore Sergio Zuncheddu, è anche padrone del principale quotidiano dell’isola (L’Unione Sarda) nonché della principale emittente privata (Videolina); un dato: il quotidiano di Zuncheddu non ha mai intervistato Soru governatore, nei quasi cinque anni di legislatura; ha solo parlato il fango dei "giornalisti" a libro paga dell’editore costruttore e sempre in un senso.

Ma la disastrosa situazione della (dis)informazione isolana non sarebbe completa se non si ricordasse che EPolis, il free press che esce anche in Sardegna, è di proprieta’ di Alberto Rigotti, di provata fede berlusconiana, e la concessionaria publicitaria è PUBLIEPolis, riconducibile a Marcello Dell’Utri. Lascio immaginare l’obiettività giornalistica di tale testata...

Detto questo si può capire perché anche un signor nessuno come il candidato del centro destra possa diventare, nall’isola, pompato dalla sinergia mediatica di tv e giornali, piu’ famoso di Barak Obama, pur essendo un perfetto nessuno.

Sembra incredibile che si possa vendere un candidato come si vende un’auto o un dentifricio, eppure è così. Mi vengono in mente le parole di Goebbels: "non c’è nulla di più facile di portare la gente al guinzaglio"....

Del resto già nel 1994 Berlusconi vinse le elezioni trasformando i sui venditori di Publitalia in venditori di Forza Italia e le sue tv e i suoi giornali in house organ e uffici stampa privati. E, tornando in tempi recenti, nelle elezioni regionali abruzzesi, il premier ha trainato personalmente la campagna elettorale di Gianni Chiodi, un Carneade abruzzese, sino alla vittoria.

Perché non ripetere un format già sperimentato con successo, anche in Sardegna? E’ questa la tesi di un acuto osservatore, Claudio Messora; ed è questa, ad un’attenta analisi, la realtà dei fatti.

Ogni settimana il premier atterra in Sardegna e tiene comizi in nome e per conto del suo candidato-prestanome, comizi in cui, dopo aver arringato la folla con barzellette e battute varie, dice: "dovete votare lui, non me", indicando il povero signor nessuno candidato, che fa atto di presenza nei comizi in cui dovrebbe essere il protagonista. Sembra uno sketch di cabaret, invece è la pura realtà, che come sempre supera la fantasia.


 Ma non dimentichamoci che questa è la democrazia che piace al cavaliere: le masse (telerincoglionite) fanno la croce sulla scheda e tornano davanti alla tv o nel centro commerciale; i quadri fanno (dovrebbero fare) da controfigure del premier, sotto elezioni, e poi, una volta finita la farsa elettorale, tornano al loro ruolo anche loro e si torna ai vecchi rapporti di potere, piramidali e consolidati dove, in ultima analisi, c’è uno che comanda e gli altri che, con piu’ o meno autonomia, eseguono. Come in azienda.

La Sardegna, purtroppo, è stata storicamente sempre sottomessa a qualche dominatore esterno. Dai romani ai mori ai pisani e i genovesi, gli spagnoli e i Savoia, sino allo stato unitario: tutti hanno "occupato" l’isola in modo più o meno coloniale; per questo, pur con le eccezioni, la popolazione non e’ avvezza all’indipendenza di governo ( e non solo, purtroppo) e la classe dirigente locale, sempre prona agli interessi "stranieri", viene definita dallo scrittore Marcello Fois come "coloro che hanno le chiavi del canile"

Renato Soru, un geniale manager tecno-umanista, figlio di un edicolante, che ha tra l’altro, adottato la lingua sarda negli atti ufficiali della sua giunta e tagliato le auto blu, è un outsider.

Lui minaccia di rompere lo storico potere di quella classe dirigente traditrice del suo popolo così ben tratteggiata da Fois. Soru ha voluto spezare lo scandaloso sistema dei consorzi industriali sardi: uno stipendificio dove si entrava per cooptazione (fonte: L’altra voce.net)

Soru ha risanato il bilancio, semplificato la burocrazia, tolto privilegi, diminuito stipendi ai politici, compreso il suo.

Soru ha provato a intaccare il monopolio della Tirrenia, per avere concorrenza nei collegamenti. Purtroppo, in questo caso, senza successo.

Soru ha veramente provato a compiere una rivoluzione nell’isola: una rivoluzione culturale e sociale, civica direi, prima che politica ed economica e in una terra dove il voto di scambio e il potere del notabilato locale si confondevano e compenetravano con l’elargizione dei flussi finanziari statali prima ed europei poi.

Soru ha voluto dare un calcio al tavolo. 

Lui, uomo di internet, ha ritenuto possibile l’emancipazione della Sardegna. Lui, che non deve favori a nessuno, che non deve inchinarsi a padrini o protettori, ha però commesso un errore, un imperdonabile errore, più grosso di altri: ha osato attaccare il potere dei signori dell’edilizia, la vera potenza economica isolana.

Soru ha avuto l’ardire di voler salvaguardare le coste dell’isola dalla speculazione selvaggia, che da decenni la stupra.

Soru si è opposto, con la sua famosa "legge salvacoste" all’edificazione della città lineare costiera, ha bloccato la cementificazione indiscriminata attuata dai grandi baroni del cemento e ne ha rallentato quindi lo sfrenato arricchimento e l’ulteriore potere.

Questo affronto, questo "tradimento di classe" a Renato Soru non è stato mai perdonato.

Giocare alla destra e alla sinistra in parlamento, su cose di relativa importanza va bene, ma mettersi di traverso nel big business, questo non è permesso.
 
Perché tutto si può discutere nella politica isolana; la politica può tranquillamente essere democratica, l’importante é che non lo sia l’economia. E se fermi le betoniere ti scavi la fossa (politica).

Per questo Soru va fatto fuori. E’ un idealista indipendente, con un’ idea di futuro e che parla in termini di generazioni, come i grandi statisti.

Soru è lontano anni luce dal notabilato locale, che, d’altra parte, trova naturale riconoscersi nel modello politico berlusconiano, destra o sinistra che sia.

Renato Soru è pericolosissimo, infine, perché è una persona onesta.

Non solo non è ricattabile, ma potrebbe addirittura, un domani, essere proposto per salvare il PD nazionale dallo sfascio totale (e forse meritato) che si prospetta nel prossimo futuro.

Renato Soru crede veramente in quello che dice, e quello che dice lo fa. Ciò che ha promesso, nel bene e nel male l’ha fatto, o almeno ha tentato. 

Ha una visione del futuro, più o meno condivisibile ma ce l’ha e al centro c’é la persona come fine non come mezzo.

Soru ha commesso errori ma egli incarna veramente ciò che gli americani chiamano "a man of vision".

Non ci potrebbe essere nulla di così antitetico a Berlusconi: per questo il premier ogni settimana viene in una regione periferica come la Sardegna a fare comizi su comizi.

E forse è per questo che per Soru non tutto è perduto, anche se quasi tutto è contro di lui: media, baroni locali, persino il premier.

E mentre il cavaliere, ostentando ricchezza come un parvenu, atterra sull’isola con l’aereo di stato e scorte da imperatore, lui, Soru, con la forza semplice dei grandi uomini, umilmente fa campagna elettorale con la sua macchina, nei teatri, nelle scuole, nelle palestre, per strada, solo, con la sua quasi antipatica dignità mista a testardaggine e con la sola forza delle sue idee.

Renato Soru: non so se vincerà questa impari lotta ma si può dire sin d’ora che, col suo coraggio, col suo idealismo, col suo esempio, anche se perderà, avrà comunque vinto.

Commenti all'articolo

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 7 febbraio 2009 12:58

     A T T E N Z I O N E :

    NON RISPONDERE ALLLA PROVOCAZIONE DEL T R O L L "ELENA".

    E’ LO STESSO ROMPICOG...NI DI IERI.

    prego gli utenti in buona fede di non degnare di attenzione il TROLL elena, ieri "luca etzi"

    tra l’altro ha uno "stile" molto sguaiato, aggressivo e stupido, facilmente riconoscibile.

    Colgo l’occasione per chiedere alla redazione di Agora’ vox di moderare gli eventuali commenti a questo articolo, onde evitare il flame di ieri.
    La rissa e’ proprio l’obiettivo di questi vergognosi troll prezzolati, che provocano guerre d’opinione, pretestuose e strumentali per evitare che si possa dialogare seriamente e costruttivamente.
    Se non fossero dei vigliacchi che si nascondono dietro pseudonimi sempre diversi si potrebbe pensare ad altri provvedimenti, ma, sic stantibus rebus, non vedo altre soluzioni che la "moderazione" dei commenti o, se non fosse possibile, il blocco degli stessi.

  • Di Pietro (---.---.---.2) 7 febbraio 2009 12:59

     """anche se perderà, avrà comunque vinto."""
    E no!
    La frase giusta dovrebbe essere: anche se perderà avra comunque perso.

  • Di http//illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.178) 7 febbraio 2009 17:01

    E’ difficile per Soru farcela, ma anche per Berlusconi/Cappellacci non sarà una passeggiata.Oggi qui ci sono Gasparri e Berlusconi, mentre Soru stasera sarà nella zona di Cagliari, vicini ma lontani. Come ho scritto in un mio post non voerò nè l’uno nè l’altro,anche se mai per voterei per Berlusconi, perchè è una persona che tratta gli altri da sudditi, vuole imbavagliare internet e non permettere alcuna critica.Del resto se critichi sei un presunto terrorista,uno che attenta allo stato, che rema contro.Peccato che non ci sia nessuna nave e nemmeno un canotto o una barca su cui e per cui remare, essendo venute a mancare industrie,brevetti, poli di ricerca, agricoltura.Se poi veniamo a casa nostra (Sardegna) è anche peggio:ed è qui che occorre fare appunti a Soru che non ha difeso a sufficienza o per nulla gli agricoltori dai pignoramenti e dalle vendita all’asta, e lo stesso dicasi per le industrie lasciate fallire ,per non parlare del commercio che è stato lasciato in mano dei vari Auchan e simili, fino a una prossima discesa di Ikea e dei già presenti Conad e Lidl e similari.Perciò sostengo che neppure Soru ha la coscienza pulita, e non mi si dica che è colpa degli assessori.Anche una delle cose giuste,la riduzione di stipendio e di numero di consiglieri è di là da venire, anche se di questo il Pdl di certo non ne parla.E’ una brutta pagina ,una delle tante per la Sardegna, ma appare come un esperimento (vedi Abruzzo) da confermare: spero vivamente che non ci riesca.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 7 febbraio 2009 18:21
      maurizio carena

       ho meditato con attenzione il tuo commento, non ideologico e non schierato. E non hai tutti i torti, anche se come saprai, per i pignoramenti dei contadini di Decimoputzu e limitrofi, ci si riferisce a fatti di fine anni ottanta.
       E per cio’ che riguarda lo scandalo della grande distribuzione, che strangola i dettaglianti, saprai altresi’ che i comuni, e non la regione, prendono tali accordi.
       Credo invece che i vari petrolchimici e raffinerie varie, per non dire delle servitu’ militari, facciano parte di un’epoca ormai morta, che ha solo danneggiato la Sardegna.
       Lo so, dicendo questo mi faro’ odiare da chi sperimenta sulla propria pelle il dramma umano della disoccupazione (che io conosco bene); eppero’ serve una rivoluzione copernicana in quest’isola affascinante e arcaica nel contempo.

       Servono idee nuove. Servono categorie nuove. Servono, credo, occhi nuovi.

      Turismo, sport, enogastronomia, artigianato, cultura, agricoltura: sono queste a mio avviso le cose cui deve votarsi la Sardegna.
       Contro Soru, diciamolo chiaro, c’e’ solo l’onnipotente potenza del mattone isolano, che ha visto diminuire i suoi utili. E io ti dico: che crollino gli utili dei principi del mattone, se questo sara’ il prezzo per salvare la Sardegna dallo stupro del cemento, per liberarla da questa criminale classe dirigente attuale, per permetterle di pensare ad uno sviluppo alternativo.

       Io, te lo confesso, mi sento molto piu’ vicino a un Gavino Sale che non a un’uomo d’affari come, in fondo e’ Renato Soru. Detesto il capitalismo di per se, ma non e’ questo il punto. Sale, oggi come oggi, non puo’ vincere, Soru si.
       Soru puo’ vincere e puo’ cambiere qualcosa. L’ha dimostrato. Per questo fa paura ai notabili.
       E poi, francamente, quando penso ai Lula, ai Chavez, agli Obama, agli Zapatero e poi vedo, con orrore, la video-carne nostrana ovvero un vecchio ultrasettantenne reazionario, sessista, guerrafondaio, plurinquisito, che viene a fare comizi per il sio prestanome, mi viene lo sconforto: mi sembra di vivere in una satrapia del terzo mondo (senza offesa per il Terzo Mondo). Piuttosto che votare lui mi farei tagliare una falange, per dignita’, non per odio.
       .......
       Renato Soru quando parla sembra che sogni. Poi pero’ le cose le fa. Con piglio forse un po’ troppo decisionista, con una riservatezza che rasenta la scontrosita’, pero’ le cose le fa. E, secondo me, parere opinabilissimo, fa le cose giuste. Non sempre. Non tutte. Ma fa le cose importanti. Quelle per il futuro e non il suo, il futuro di tutti.
       Purtroppo, lo dico con rammarico e me ne assumo la responsabilita’, noi italiani e specie noi sardi, non siamo capaci, come altri popoli, di pensare in termini di "patto sociale", di "onesta", di "rispeto delle regole" uguali e condivise. Noi il prossimo, spesso e volentieri, vogliamo fregarlo, perche’ siamo piu’ furbi o almeno, cosi’ crediamo.
      Soru non vuole solo governare, vuole rivoluzionare l’isola, diminuirne la disperazione e la solitudine. Soru vuole rendere i sardi orgogliosi della loro lingua e della loro terra, ma oltre la retorica di facciata.
       Tu, se sei sardo, sai quanti di noi semplicemente si vergognano di parlare la lingua sarda in pubblico, anche se la conoscono. E poi, magari, vanno ai corsi d’inglese... ma il sardo no: vergogna.
       Ma ci rendiamo conto? secoli di dominazione ci impediscono persino di pensare nei termini della nostra lingua. Abbiamo introiettato a tal punto la mentalita’ coloniale?

       Io credo che la diversita’ sia la ricchezza piu’ grande, ma la diversita’ inter pares, non quella che intercorre tra il padrone e lo schiavo.
       Io, magari illudendomi, credo sia questa, in fondo, la piu’ grande qualita’ di Soru: ricostruire un’identita’ sarda, aperta al mondo, sia ben chiaro, ma definita e consapevole.
       
       Soru, se perdera’, sara’ proprio perche’ ha dimostrato di volersi spingere, idealmente e culturalmente, troppo avanti, in una terra dove (quasi) tutti vogliono avere la seconda casa al mare "perche’ ce l’ha anche il vicino"... e che si fottano le prossime generazioni (l’ho sentito con le mie orecchie).
       E tu capisci, caro Lupodeicieli, che su queste basi (arciitaliane) l’idealismo di un Soru appare quasi ingenuo, irrealizzabile.
       Pero’ Soru crede veramente in cio’ che dice. Ama quest’isola. L’ha dimostrato con amici e nemici.
      Nessuno attraversa la vita senza colpe, tantomeno Soru ma, pur coi suoi (numerosi) errori, non credo meriti l’inferno, al quale lo vogliono condannare i re del mattone isolani.
       saluti.
      m.c.








    • Di illupodeicieli (---.---.---.95) 8 febbraio 2009 17:26

      Non è che non sia d’accordo con te Maurizio, ma mi dispiace vedere politici che: se una questione delicata se la ritrovano ,ereditata e tra le mani, nicchiano e prima di analizzarla, rinfacciano ai predecessori ogni cosa; in verità preferire che,per la Legler o Scaini, si facesse qualcosa indipendentemente da chi c’era quando la fabbrica ha aperto o quando è entrata in crisi e pure le ragioni per cui stenta o affonda. Invece prima o anche senza fare nulla per salvare realtà produttive , da destra a sinistra, si dice: noi non eravamo alla guida della regione; non abbiamo nessuna responsabilità.Non è modo di agire se si ama la propria terra e i suoi abitanti. E questo vale per Soru e ancora di più per il PDL che rinfaccia un sacco di cose ,non fatte o fatte male. Se pensiamo alle ferrovie e ai traghetti merci, come non possiamo vedere che qualcuno si disinteressa di proposito alla questione? Ma senza andare nei particolari è proprio una questione di chi ama o non ama la propria terra: come dici tu i sardisti veri la amano e la difendono.Quanto alla lingua sarda e alla propria identità o la si ama oppure anche in questo caso è una costrizione parlarla e amare le tradizioni: ma difendere l’una e le altre, sarebbe logico, anche se non le sposi o le vivi. Spero comunque che non vinca Cappellacci. Mostrare indipendenza di pensiero da un padre padrone come Berlusconi porterebbe grossi vantaggi a livello politico, ma come per il Pd e la sinistra in genere, non ci sono pensieri nuovi e autonomi, ma solo imparentamenti per riuscire a emergere a livello locale,prima, e nazionale poi. Ed è questo che stiamo vivendo come esperimento in Sardegna.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 9 febbraio 2009 13:13

       Ero in uno dei chioschi del Poetto, seduto ad uno dei molti tavolini, aspettando il mio cappuccino, insieme ai primi avventori. La mattina era chiara e tiepida.
       Stavo distrattamente sfogliando qualche giornale quando, girandomi, lo vidi: era seduto a un tavolino centrale del bar, da solo, senza scorta. In seguito e’ stato raggiunto un’altra persona e sono rimasti per un po’ a chiacchierare.
      Io ho l’orrore dei politicanti. Li considero dei delinquenti in doppio petto, la peggior specie.
       Ma lui, Renato Soru, avendo letto e visto cos’ha fatto, ho voluto, quasi involontariamente, guardarlo. Era la prima volta che lo vedevo in carne ed ossa. Non che me ne fregasse molto, ma volevo sapere che impressione ne avrei ricevuta.
       E, a distanza di anni, ricordo solo il suo completo scuro, e quel suo sguardo verso il mare, poco lontano da noi. Ricordo che aveva davanti giornali, cartelle e scartoffie varie, ma lui guardava il mare; ogni tanto muoveva brevemente il capo e poi tornava a fissare il mare. Mi sembrava un bambino che ci si trovasse davanti per la prima volta.
       Poi un soffio di vento mi ha ricordato che il mio tempo era finito; mi sono alzato e mi sono avviato verso l’uscita. Ma quell’immagine, il bambino di fronte al mare, e’ rimasta dentro di me. Indelebilmente. Forse a dimostrazione della mia stupida ingenuita’ e del mio velleitario idealismo.






    • Di (---.---.---.210) 11 febbraio 2009 02:39

      si ha davvero una brutta faccia, anche se guarda il mare come un deficente...

    • Di (---.---.---.210) 11 febbraio 2009 02:40

      tutte le volte che l ho visto e sentito parlare mi sono vergognato di essere sardo!

  • Di (---.---.---.210) 11 febbraio 2009 02:45

    ma chi scrive questi post la gente dei callcenter di tiscali?in giro ce tanto odio per soru che è impossibile tutti qui dicano e si perde probabilmente pero che grand umo...berlusconi, il diavolo!
    tutto ben miscelato che puo essere scritto solo a tavolino, che pena, anche perche vincera capellacci non berlusconi, il centro destra non è solo berlusconi

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 11 febbraio 2009 13:14
      maurizio carena

       3 post per scrivere 4 scicchezze in 5 righe.

       il tuo cervelletto da minus habens non ti permettere di tentare una sintesi? Per questo deficiente non e’ chi guarda il mare ma quelli come te, che non sono capaci nemmeno a scrivere due righe.

       Oltre che DEFICIENTE tu, sei poi anche ignorante, cosi’ ignorante da non essere nemmeno in grado di insultare: deficiente si scrive con la "i". Sei cosi’ grossolano da non essere nemmeno capace di copiare.
       
       Infine le tue volgari illazioni sulla presunta regia di questi post da la misura della tua volgare malafede.

       Riassumendo: hai dato prova di essere volgare e ignorante, oltre che maleducato e privo di argomenti. Se sai anche leccare il sedere al padrone hai una carriera in forza italia.

      ah, dimenticavo, specie di vigliacco, quelli come te, che insultano e provocano e non hanno nemmeno il coraggio di firmarsi, li considero meno che escrementi.
       m.c.
       

  • Di Ugo Nuraghe (---.---.---.30) 14 febbraio 2009 08:15

    L’ aria inquinata di Arcone, fa dire, al nano, troppe scemenze. Ripuliamo la Sardegna dalla polenta, spianiamo la Costa Smerdata e sotterriamo la Villa Merdosa ! Riconquistiamo la nostra Terra, mandando a casa la stupidita che ci raggiunge d’ estate con le tette ed i culi di silicone. E’ arrivatto il momento di spegnere la televisione !

  • Di frafri (---.---.---.204) 15 febbraio 2009 14:24

    Soru ha ben pensato a farsi gli affari suoi... E’ un arrivista come tutti gli altri di destra e di sinistra... Provate a dirgli che non deve prendere più il suo stipendiuccio, mica vive in una casa popolare. Non trovo giusto mettere un’aureola a chi proprio non se la merita.

    • Di mac (---.---.---.19) 16 febbraio 2009 11:38

      "[Soru]E’ un arrivista come tutti gli altri di destra e di sinistra... Provate a dirgli che non deve prendere più il suo stipendiuccio, mica vive in una casa popolare."
      Probabilmente, uno dei presidenti della repubblica più amati è stato Pertini. Da buon partigiano, era abituato alla vita spartana, e a Roma preferiva soggiornare in un piccolo attico. Era una persona onesta e pertanto benvoluta. Capisco la tua critica al "sistema", ma mi sembra un po’ superficiale. Tanto più che Soru ha effettuato molti tagli ai costi in eccesso della politica, e molti settori ne hanno beneficiato: sanità, scuola, pubblica amministrazione. Cerchiamo di proporre critiche più circostanziate. Il rischio è cadere nel qualunquismo, o peggio, nel cinismo. L’astensionismo avvantaggia i superficiali, non dimentichiamolo!
      PS: chi è sensibile agli "sprechi" della politica, si informi sul signor Clemente Mastella. Quiz facile facile: per chi si è candidato alle europee?

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