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Commento di maurizio carena

su Elezioni regionali in Sardegna: "dovete votare lui, non me"


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maurizio carena maurizio carena 7 febbraio 2009 18:21

 ho meditato con attenzione il tuo commento, non ideologico e non schierato. E non hai tutti i torti, anche se come saprai, per i pignoramenti dei contadini di Decimoputzu e limitrofi, ci si riferisce a fatti di fine anni ottanta.
 E per cio’ che riguarda lo scandalo della grande distribuzione, che strangola i dettaglianti, saprai altresi’ che i comuni, e non la regione, prendono tali accordi.
 Credo invece che i vari petrolchimici e raffinerie varie, per non dire delle servitu’ militari, facciano parte di un’epoca ormai morta, che ha solo danneggiato la Sardegna.
 Lo so, dicendo questo mi faro’ odiare da chi sperimenta sulla propria pelle il dramma umano della disoccupazione (che io conosco bene); eppero’ serve una rivoluzione copernicana in quest’isola affascinante e arcaica nel contempo.

 Servono idee nuove. Servono categorie nuove. Servono, credo, occhi nuovi.

Turismo, sport, enogastronomia, artigianato, cultura, agricoltura: sono queste a mio avviso le cose cui deve votarsi la Sardegna.
 Contro Soru, diciamolo chiaro, c’e’ solo l’onnipotente potenza del mattone isolano, che ha visto diminuire i suoi utili. E io ti dico: che crollino gli utili dei principi del mattone, se questo sara’ il prezzo per salvare la Sardegna dallo stupro del cemento, per liberarla da questa criminale classe dirigente attuale, per permetterle di pensare ad uno sviluppo alternativo.

 Io, te lo confesso, mi sento molto piu’ vicino a un Gavino Sale che non a un’uomo d’affari come, in fondo e’ Renato Soru. Detesto il capitalismo di per se, ma non e’ questo il punto. Sale, oggi come oggi, non puo’ vincere, Soru si.
 Soru puo’ vincere e puo’ cambiere qualcosa. L’ha dimostrato. Per questo fa paura ai notabili.
 E poi, francamente, quando penso ai Lula, ai Chavez, agli Obama, agli Zapatero e poi vedo, con orrore, la video-carne nostrana ovvero un vecchio ultrasettantenne reazionario, sessista, guerrafondaio, plurinquisito, che viene a fare comizi per il sio prestanome, mi viene lo sconforto: mi sembra di vivere in una satrapia del terzo mondo (senza offesa per il Terzo Mondo). Piuttosto che votare lui mi farei tagliare una falange, per dignita’, non per odio.
 .......
 Renato Soru quando parla sembra che sogni. Poi pero’ le cose le fa. Con piglio forse un po’ troppo decisionista, con una riservatezza che rasenta la scontrosita’, pero’ le cose le fa. E, secondo me, parere opinabilissimo, fa le cose giuste. Non sempre. Non tutte. Ma fa le cose importanti. Quelle per il futuro e non il suo, il futuro di tutti.
 Purtroppo, lo dico con rammarico e me ne assumo la responsabilita’, noi italiani e specie noi sardi, non siamo capaci, come altri popoli, di pensare in termini di "patto sociale", di "onesta", di "rispeto delle regole" uguali e condivise. Noi il prossimo, spesso e volentieri, vogliamo fregarlo, perche’ siamo piu’ furbi o almeno, cosi’ crediamo.
Soru non vuole solo governare, vuole rivoluzionare l’isola, diminuirne la disperazione e la solitudine. Soru vuole rendere i sardi orgogliosi della loro lingua e della loro terra, ma oltre la retorica di facciata.
 Tu, se sei sardo, sai quanti di noi semplicemente si vergognano di parlare la lingua sarda in pubblico, anche se la conoscono. E poi, magari, vanno ai corsi d’inglese... ma il sardo no: vergogna.
 Ma ci rendiamo conto? secoli di dominazione ci impediscono persino di pensare nei termini della nostra lingua. Abbiamo introiettato a tal punto la mentalita’ coloniale?

 Io credo che la diversita’ sia la ricchezza piu’ grande, ma la diversita’ inter pares, non quella che intercorre tra il padrone e lo schiavo.
 Io, magari illudendomi, credo sia questa, in fondo, la piu’ grande qualita’ di Soru: ricostruire un’identita’ sarda, aperta al mondo, sia ben chiaro, ma definita e consapevole.
 
 Soru, se perdera’, sara’ proprio perche’ ha dimostrato di volersi spingere, idealmente e culturalmente, troppo avanti, in una terra dove (quasi) tutti vogliono avere la seconda casa al mare "perche’ ce l’ha anche il vicino"... e che si fottano le prossime generazioni (l’ho sentito con le mie orecchie).
 E tu capisci, caro Lupodeicieli, che su queste basi (arciitaliane) l’idealismo di un Soru appare quasi ingenuo, irrealizzabile.
 Pero’ Soru crede veramente in cio’ che dice. Ama quest’isola. L’ha dimostrato con amici e nemici.
Nessuno attraversa la vita senza colpe, tantomeno Soru ma, pur coi suoi (numerosi) errori, non credo meriti l’inferno, al quale lo vogliono condannare i re del mattone isolani.
 saluti.
m.c.









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