• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Salute > Dalla Sla all’eutanasia in Svizzera

Dalla Sla all’eutanasia in Svizzera

Come è noto in Italia l’eutanasia è illegale. Molti ormai sostengono che il Parlamento debba approvare una legge che consenta l’eutanasia. Per comprendere la necessità di una tale legge può esere più utile esaminare un caso concreto, la storia di un malato di Sla che ha deciso di rivolgersi ad una clinica svizzera che gli possa praticare l’eutanasia. Questo malato di Sla ha inviato una lettera all’associazione Luca Coscioni che da tempo si batte a favore della legalizzazione dell’eutanasia. Ha promosso, fra l’altro, una raccolta di firme per la presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare che consenta anche in Italia l’eutanasia, disegno di legge che però non è stato ancora esaminato dal nostro Parlamento.

Ho ritenuto opportuno pubblicare interamente questa lettera.

“Il 1° gennaio del 1959 all’età di 19 anni venni assunto da una banca. In quello stesso giorno promisi a me stesso di lasciare l’impiego al 35° anno contributivo. L’idea di arrivare a 65/70 anni e di essere preso per un orecchio e buttato fuori non era per me sopportabile.

Nel 1984 dopo 35 anni 6 mesi ed un giorno mi sono dimesso all’età di 54 anni. Nel 2011 mi è stata diagnosticata la Sla.

All’uscita dello studio medico ho rassicurato me stesso che avrei lasciato questo mondo prima di diventare un guscio vuoto. Non credo e non ho mai creduto in quello che si legge spesso facendola passare come espressione di chi è costretto a vivere come una larva umana che ‘la vita è bella’. E’ una gran balla! La vita è bella se si possono assaporare i frutti che la stessa ci dona e gustarne i sapori. E’ bella se puoi guardare negli occhi chi ti ama senza percepire il dolore che il tuo stato gli provoca. E’ bella se puoi godere delle bellezze che ti offre, se puoi correre sulle cime delle montagne, se puoi chinarti per sentire il profumo dei fiori, se puoi comunicare col prossimo senza portarti dentro sempre, in qualunque passo della giornata, il pensiero di quello che la malattia ti riserva. Ed è certo che il tuo interagire non può essere scevro di sconforto pur se celato.

Come si può dire che la ‘vita è bella’. Balle! Comunque sono sempre più determinato a mantenere l’impegno assunto e finirla come e quando dico io. La vita, entro i limiti concessi, mi ha dato la possibilità di viverla a pieno. Ed io l’ho vissuta . Non credo che per questo oggi debba pagarla nel modo peggiore. Ho 74 anni e, dopo quattro anni dalla devastante sentenza, sento che malgrado le mie resistenze presto il mio fisico arriverà alla resa. Ma la mia volontà non si arrenderà. E’ certo che non potendo in questo stato evitare di morire spetta a me scegliere come e quando.

Almeno questo non mi sia tolto.

Nel mese di aprile di questo anno, dopo l’iscrizione alla Exit Italia avvenuta nel 2012, ho bonificato alla Lifecircle di Basilea, organizzazione che voi senz’altro conoscete, 2.600 euro e quando riterrò che sia giunto il momento, verserò a saldo altri 400 euro circa. A questa cifra dovrò aggiungere 5.000 euro per il costo dell’ ambulanza che dovrà portarmi in Svizzera ed ancora altri 7.000 circa per le spese di soggiorno per me ed i miei cari, per la cremazione e per il disbrigo delle pratiche prima del mio ultimo saluto. Totale 19.000 euro in più o in meno, ma sono sicuro in più.

Dentro ho una gran rabbia mista al disprezzo per questo stato di merda, succube di una Chiesa falsa ed ipocrita, che non solo non fa nulla per chi soffre di patologie gravi ma li costringe a andare a morire all’estero sborsando tanti soldi che certo farebbero molto più comodo a chi resta. E’ lecito morire portandosi dentro anche questo complesso di colpa? Perché non morire in Italia?

E poi incombe la galera sulla testa di chi ti vuole stare accanto negli ultimi istanti. Si può rispettare un simile Stato? Uno Stato che nulla dà e tutto prende e pretende? Uno Stato che non ti è accanto per darti tutto l’aiuto sanitario ed economico possibile per permettere a te ed ai tuoi cari di vivere psicologicamente con un briciolo di serenità in più?”.

Non penso proprio di dover aggiungere altro.

Solo un appello: deputati e senatori, sbrigatevi ad approvare una legge che consenta di praticare l’eutanasia anche in Italia. E’ una questione molto ma molto importante. Non sono più possibili ulteriori ritardi.

Foto: Flickr.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.89) 21 gennaio 2015 14:49

    concordo pienamente. Su tutto. Non so come fanno a dire che si può vivere anche con la sla, ostinandosi a creare un mondo parallelo per questi malati, fatto di tubi, macchinette per la tosse perdita di dignità. La vita finisce dove inizia questa malattia. E’ questa la verità e chi dice il contrario è solo un ipocrita.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità