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 Home page > Tribuna Libera > Che fine ha fatto la mia generazione?

Che fine ha fatto la mia generazione?

Ho superato i quarant'anni da un pezzo e la televisione ormai è diventata una sorta di suppellettile superflua. Alla sera sono stanca anche per questo.

Guardo il telegiornale e appare l'ennesimo neo eletto presidente: può essere di un'associazione, di un partito politico, di una federazione sportiva, oppure di un museo o di una fondazione. Cambia poco. In video vedo sempre lo stesso volto, diversi solo i lineamenti. E' il voto di un uomo canuto.

Lecito chiedersi: #che fine ha fatto la mia generazione? E non me lo chiedo solo come donna, ma come quarantenne.

#La mia generazione è finita? Ha rinunciato a farsi avanti?

All'università ho diligentemente lavorato gratis su questioni di mio interesse, in attesa che qualcosa accadesse. Quando mi hanno spiegato che per il dottorato la coda era piuttosto lunga, (bisognava aspettare i prenotati dei professori più influenti del mio) non mi sono ribellata, sono rimasta male, certo, ma non mi sono ribellata.Come fare d'altra parte? Ho digerito la cosa e mi sono trovata un posto di lavoro che non c'entrava nulla con quegli studi tanto amati ma che almeno mi faceva campare, bene o male. Prima però sono stata precaria, ho lavorato in nero, come molti altri. Non posso certo dire che oggi le cose vadano meglio.

In fondo, se il ricambio non c'è stato, se oggi il giovanilismo incombe insieme alla rottamazione (che non mi pare stia portando molto di buono, è solo una parola forte che indica distruzione senza ricostruzione) sarà anche un pò colpa nostra, della nostra generazione?

Sono tutte domande lecite, chissà quanti di voi si sono interrogati su queste questioni.

#Il punto è perché.

Perché siamo rimasti fuori dai giochi? Hai un bel da dire che bisogna reclamare degli spazi, se non hai niente di nuovo da proporre.

Mi guardo intorno e quello che vede mi lascia perplessa. Uomini incapaci di assumersi responsabilità di lungo periodo, anche quando vincolati da matrimonio, donne che hanno riscoperto la loro femminilità e la manifestano in modo molto audace. Ragazze e ragazzi attempati in bilico sulla corda dell'età adulta. E' facile semplificare.

Eppure l'universo dei quarantenni non è affatto così semplicistico.

#Siamo la generazione degli anni '80 in cui tutto era accessibile, facilmente raggiungibile

E quando ci siamo svegliati nell'oggi, quando tutto è più complicato e inarrivabile, come trovare un lavoro dignitoso, una casa, relazioni umane di qualità, ci siamo trovati assolutamente impreparati.

Se mia madre mi vedesse scrivere queste righe mi direbbe "un pò di guerra vi ci vorrebbe!". Non certo con l'intenzione di danneggiarci, ma di farci precipitare nella realtà. Una realtà peraltro da cui siamo circondati.

Abbiamo avuto molto di più dei nostri genitori. Scuola, divertimento, autonomia decisionale, un'infanzia lontano dal lavoro. Raggiunti senza sforzi, sull'onda del boom economico.

Ma che cosa ne abbiamo fatto?

#Non è che ci manca una visione, una dimensione collettiva?

Un rapporto solidale, non all'interno di una sola generazione, ma tra generazioni? Non ho risposte, mi sto interrogando.

#Aiutatemi a capire.

A capire se il mondo dei quarantenni si limita a quelli che non sanno dove andare, che si sono accasciati su scie disegnate da altri in attesa del proprio turno, che si sono sentiti dire "prima o poi tocca a te, ma adesso ci sono prima io", che non hanno mai la forza, l'energia, l'intenzione di appropriarsi dei propri spazi.

Di donne e uomini che hanno accettato il modello precedente e che non ne hanno saputo interpretare e inventare uno nuovo. Come Luce, la mia protagonista di Così passano le nuvole, che rifiuta il modello dominante ma non sa bene che cosa contrapporvi.

Non è così per tutti. Certo.

Ma dai, però, mica penserete che attuali autorevoli figure istituzionali rappresentino il rinnovamento?

Io parlo di un modo nuovo, di una visione nuova, di coerenza, non della conquista, spesso spregiudicata nei modi e nelle forme, del potere, quello stesso potere che si è contestato per anni, salvo poi, una volta conquistato, esercitarlo allo stesso modo. Ma imprimere il cambiamento, a partire dalle modalità, dal pensiero, dal modo di relazionarsi.

Questo sento profondamente il contributo che la mia generazione avrebbe potuto dare, anzi quello che dobbiamo dare. In mezzo a quella a noi precedente, piegata dalla fame e dalla guerra e quella a noi successiva, imbambolata dal "tutto e subito", ci siamo noi.

#Facciamo che non sia una semplice 'terza via'. Ecco il sogno per la mia generazione.

Un sogno che guarda anche a quella successiva. Che non salti anch'essa il giro. Lo dobbiamo a questa società che ha bisogno di rinnovarsi davvero, come il serpente ha bisogno di cambiare la sua pelle.

Se ciò non succede resterà il peggio di ciò che abbiamo conosciuto. E il pantano in cui nulla cresce, anzi, tutto si liquida e marcisce.

Avviare una riflessione come questa non è semplice, ma secondo me è doverosa.

#Che fine ha fatto la mia generazione?

C'è una sola risposta: non c'è fine senza un nuovo inizio.

Allora avanti, compiamo il primo passo. Facciamoci del bene. Apriamo la discussione.

Vorrei tornare a costruire un futuro per la mia, per la nostra generazione. E per tutte le altre.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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