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Buttafuoco, Casapound e il "dolce stil-nazi"

 

Affabulazione e manipolazione, il mestiere di un “intellettuale organico” approdato alle pagine culturali de La Repubblica

 

Pietrangelo Buttafuoco è di casa a Casapound, mica solo per presentare libri. Non ne ha bisogno visto che le entrature nella Mondadori berlusconizzata gli offrono ben altri palcoscenici. Lui va dai suoi “ragazzi” come camerata intellettuale, sentendosi un dannunziano fra le falangi del nuovo. Ecco l’ultimo intervento durante la Festa che il clan di Iannone ha potuto tenere alla Farnesina di Roma nel settembre 2012.


Si tratta di un’affabulazione a tratti ripetitiva, finalizzata all’affettuosa lusinga e all’arringa militante, con qualche presunzione di guida alla “linea”. Il giornalista gioca con l’iperbole sebbene gli piaccia trasformare la realtà. Punta sulla fascinazione del linguaggio molto in voga in quella politica che ha la presunzione della novità. Usa concetti criptici e immaginifici per attrarre e fare innamorare. Lascia nel vago molto, cerca colpi a effetto, fa leva sull’ignoranza specifica per lanciare affermazioni che sono personali elucubrazioni, per giunta stantìe. Nonostante l’impegno nella performance il suo è un perfetto bluff culturale.

L’assunto è che Casapound sia qualcosa di antico e al tempo diverso. Non aspettatevi richiami alla stirpe italica o troiana, ma al vicino Novecento, il secolo tragico. Viene da dire per quelle radici dell’esperienza fascista che Buttafuoco, invece, richiama e rivendica. La sua novità sta nel profluvio di aggettivi per definire questa realtà “eterodossa”, diversa dalle caricature della Destra italiana.

Certamente pensa ai camerati istituzionalizzati nei ministeri, anche ai “rivali” della destra più a destra che non disdegnano saluti romani e piccioli dagli imprenditori che li cullano e li finanziano, perché la manovalanza della propaganda e del manganello fa sempre comodo. Segue il distinguo fra Casapound e la destra che innalza gli stessi simboli, se non la tartaruga altri richiami al fascismo - nostalgico il primo, futurista quello di Iannone - e rilancia l’incanto di elevare il livello della fantasia (sic) nel proprio laboratorio culturale. Dunque “Cinghiamattanza” o roba da Zetazeroalfa (“Santa teppa ciurma pronta all’arrembaggio”; “Mi manca pure Marx con cui non faccio un cazzo, non stare in pena, nel dubbio mena”) che farebbe la differenza rispetto alla patetica caricatura di una destra che fa vergognare. Probabilmente il giornalista si riferisce alle personali frequentazioni (trascorse?) coi La Russa, Gasparri. Alla coabitazione con Bocchino. Incoerenza? Apostasia? Veda lui.

 

 

L’amico di Casa Pound la dipinge diametralmente opposta anche alle mostruosità dell’estrema destra, forse perché quel marchio ha ancora pochi omicidi nelle sue gesta. Quando richiama il nodo scorsoio del killer Casseri, lo fa per ripudiarlo definendolo comodamente mentecatto nel suo sparare ai senegalesi, non perché avrebbe mal digerito un cantore della decadenza occidentale come Spengler, tanto ammirato da Mussolini, ma per l’idea xenofoba che occorre invece estirpare. E qui vivaddio ascoltiamo una cosa sana, ma rimarrà l’unica. Poi Buttafuoco dà la linea alla leadership del gruppo, dicendo cosa evitare (l’americanismo) e dove guardare. Nel farlo afferma un falso storico che possono bere giovani disinformati, non altri. Perché il maestro di pensiero Julius Evola di riferimenti razzisti ne fece più d’uno, sebbene il suo razzismo “spirituale” opposto a quello “biologico” che ha fatto discutere tanti esegeti, viene considerato da parecchi studiosi una maschera: come altri intellettuali di regime anche Evola mise mente e penna al servizio delle leggi razziali. Parecchi distinguo a-fascisti evoliani vennero solo nel dopoguerra. Il dottore in filosofia Buttafuoco lo saprà, però edulcora il pensiero del Mito e divulga fra i suoi ragazzi quel che gli fa comodo. 

Da discorsi che sembrerebbero seri il nostro scivola nel faceto. Dicendo che Gianluca (Iannone) in Africa non va a fare turismo: il suo è un percorso di solidarietà, di vita! Avrà imparato la lezione da Veltroni? o forse lo imiterà per ringraziarlo dell’alloggio di via Napoleone III? Dopo l’intermezzo del ridicolo, il giornalista di Panorama (e da qualche mese anche de La Repubblica) ripropone la scenografia del linguaggio: Casa Pound fa la differenza facendosi trovare altrove, coi percorsi della fantasia… E giù padri di riferimento che sono – udite – futuristi, e vanno dal roboante Marinetti, scoperto e riscoperto dopo un secolo, sino all’estro italico (il popolo di naviganti, eroi, poeti e santi e quegli avventurieri che esportano il proprio mondo nel mondo). La foga produce all’intellettuale-faro un lapsus forse freudiano, perché l’ultimo concetto tanto somiglia alla cultura della frontiera da colono del west di cui l’odiata America è stata maestra. Mentre aveva detto si stare alla larga dalla nefasta influenza yankee… Ma, o la stanchezza gli obnubila la mente oppure davvero crede in certe tirate scioviniste attorno al sogno forgiato nelle trincee della Prima e Seconda Guerra Mondiale. Un parente reduce l’avrà mai incontrato? O almeno avrà letto "Un Anno sull’Altopiano"? E "Orizzonti di gloria", l’avrà visto?

 

 

La retorica lo rapisce e stordisce. Cita Pio Filippani-Ronconi studioso delle lingue indoeuropee, che ebbe da giovane simpatie naziste arruolandosi nella legione delle SS italiane, dedite ai rastrellamenti di partigiani e civili. Questo cenno Buttafuoco non lo fa perché dell’illustre accademico, che insegnò nell’Orientale di Napoli, ha una venerazione e ne ha fatto il personaggio ispiratore del romanzo “Le uova del drago”. A tale “patrizio romano” di cui esalta il meticciato contrappone le carnascialate delle feste pidielline con teste di maiale e figliole scosciate. E in un angolo di confessione racconta - bontà sua - d’essere stato costretto a rivelare all’anziano genitore, anche lui nostalgico come nonno Antonino sponsor del Pietrangelo politico, che parecchi ladri attuali “vengono dalla nostra storia”. Quindi i commiati, fra il vittimismo delle menzogne e delle persecuzioni subìte dai ragazzi e le raccomandazioni paterne: la razza dello spirito, la patria è dove si combatte, il messaggio di libertà, la disobbedienza. Un mix appariscente e indubbiamente militante. Per molto meno il fascio-rock Vattani ha perso il posto. I dirigenti Rai che non si chiamano più Veneziani, ci salvino dal proporlo come conduttore di reti pubbliche. Quanto ai lettori del quotidiano di Ezio Mauro facciano i conti con l’equilibrio storico-culturale testimoniato dal seguente show:

Il pretesto del rapporto amichevole in salsa deamicisiana fra Bombacci e Mussolini fa da sfondo al refrain del crudele e disumano scenario di piazzale Loreto. Il medesimo richiamo di tanto revisionismo parafascista che mai riferisce dei quindici martiri di piazzale Loreto del 10 agosto 1944. Il duce e i gerarchi (“Bombacci supertraditore” compreso) finirono lì perché in quel luogo i ‘ragazzi di Salò’, i cannibali con le ossa di morto sui baschi descritti da Vittorini, avevano lasciato quei poveri corpi. E li mostravano, in quella che nei venti mesi della Repubblica Sociale fu l’esposizione della morte voluta dallo stesso Mussolini. Che in uno sprazzo di lucidità scriveva di sé “Io sono il cadavere vivente”. Buttafuoco prende la stessa scorciatoia antistorica del revisionismo di Pansa: trattare gli avvenimenti senza tenere conto di quanto era accaduto prima. 

Il citato Ezra Pound di “vitelli appesi” col cartello “Achtung banditen!” ne avrebbe potuto contare a migliaia nella pratica della strage voluta dal nazi-fascismo. Altro che socialismo dell’ultimora. Altro che aneddoti sugli italiani impegnati ad amare e odiare. Prendere la storia tragica d’Italia per cercare alibi sul Ventennio o strampalati paragoni su presunti ‘piazzali Loreto delle monetine’ mostrano quantomeno un abuso del ruolo giornalistico. Buttafuoco non racconta la storia secondo un punto di vista diverso, esegue una recita d’accatto. E forse ha ragione chi sul web, non potendone più, lo insulta.

Fra i dissensi riportiamo quello garbato ma sostanziale di Christian Rocca che sul suo blog scrive: “…Mi chiedo se sinceramente Pietrangelo (Buttafuoco) abbia mai letto i suoi stessi libri scritti in dolce stil nazi. Evidentemente no. E forse non li leggono nemmeno i suoi editori, altrimenti in natura resta inspiegabile la pubblicazione del grottesco, ma in realtà stomachevole saggio sull’Occidente di due anni fa. Pietrangelo probabilmente non sa che i suoi stessi amici, tra cui io, non sono riusciti nemmeno ad aprirli quei libri..” Amen.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.199) 1 dicembre 2012 17:24

    Alla prosa forbita del giornalista Enrico Campofreda non sfugge alcun appuntamento di Buttafuoco a Casapound. Sembra che non ne possa fare a meno. Questo si spiega benissimo con il fatto che una conversazione di pochi minuti di Buttafuoco è per il nostro giornalista motivo di un pezzo ricco di citazioni dotte e meno dotte, e a dir meglio, poco informate. Siccome, secondo Campofreda, Buttafuoco avrebbe dovuto, parlando della morte dignitosa di Nicola Bombacci appeso a Piazzale Loreto con il vecchio compagno socialista, risalire ai precedenti 15 martiri del 10 agosto 1944, in "esposizione della morte voluta da Benito Mussolini", do a Campofreda alcune informazioni. La fucilazione dei 15 partigiani fu giustificata dal comando tedesco come rappresaglia, secondo il Bando Kesserling, per un precedente attentato ad un camion della Wehrmacht. In quell’attentato era rimasto ferito l’autista mentre erano morti 6 cittadini di Milano e 11 erano rimasti feriti. Iil Prefetto di Milano e capo della Provincia Piero Parini nel suo «Pro memoria urgente per il duce» annota "... il modo della fucilazione era stato quanto mai irregolare e contrario alle norme. I disgraziati non avevano neppure avuto l’assistenza del sacerdote, che non si nega neppure al più abbietto assassino...".
    A sguito del pro memoria, Mussolini comunicò all’ambasciatore tedesco presso la RSI, Rudolf Rahn, che i metodi utilizzati dai militari tedeschi «erano contrari ai sentimenti degli italiani e ne offendevano la naturale mitezza».

    Se questi particolari non giustificano i tre eccidi, prenda atto il dott. Campofreda, di come agivano le autorità della RSI. Pieno Parini per quella rappresaglia si dimise in data 10 agosto. Per le restanti parole di Campofreda, compreso l’inutile ricorso a nominare padre e zio di Buttafuoco, che certo non può che esserne orgoglioso, osservo che denota la pochezza polemica dell’autore che termina riportando fra i dissensi a Buttafuoco "quello garbato ma sostanziale di Christian Rocca che sul suo blog scrive: “…Mi chiedo se sinceramente Pietrangelo (Buttafuoco) abbia mai letto i suoi stessi libri scritti in dolce stil nazi. Evidentemente no. E forse non li leggono nemmeno i suoi editori, altrimenti in natura resta inspiegabile la pubblicazione del grottesco, ma in realtà stomachevole saggio sull’Occidente di due anni fa. Pietrangelo probabilmente non sa
    che i suoi stessi amici, tra cui io, non sono riusciti nemmeno ad aprirli quei libri..” Amen. "
    Rocca é come Campofreda; come fa a criticarli quei libri stomachevoli se ammette di non averli mai nemmeno aperti? Bruno Tomasich

    • Di (---.---.---.34) 10 febbraio 2014 12:50

      Mi spiace di non essere stato compreso da Campofreda per le sue difficoltà di lettura. Esse non debbono essere da poco se non gli permettono di cogliere il significato delle parole che, a parte la sintassi, raccontano delle verità troppo scomode per chi, pur corretto, almeno così crede, nella sintassi, ignora la storia. Bruno Tomasich

  • Di (---.---.---.27) 5 dicembre 2012 12:28

    Campofreda , io direi che il suo articolo è assolutamente illeggibile e con una sintassi a dir poco discutibile.Almeno Buttafuoco sa scrivere.

  • Di (---.---.---.164) 10 febbraio 2014 14:34

    Sig. Tomasich lo ripeto: per costume evito di commentare ciò che scrivo. Ma non mi piacciono le provocazoni, che è un vecchio vizio di certi nostalgici. Ultimativamente dico: mi spiace che lei resti prigioniero d’una propria visione irreale di drammi storici come quelli della servile Rsi e prosegua fuori tempo massimo a seminare pillole velenose. Simili al cianuro ingollato da certi vili assassini del Terzo Reich incapaci di guardare in faccia la storia. Non imparare da essa è colpa più grave dei crimini commessi. Utilizzi meglio il suo tempo: studi, rifletta, scriva se crede (non screditanti post, servono a poco). Documenti e soprattutto non manipoli come la schiera dei revisionisti d’Italia di cui Buttafuoco è un epigono. Un definitivo amen, ecam

    • Di (---.---.---.109) 28 febbraio 2014 18:30
      • Appunti da una "Repubblica Sociale": 

        Quando anche il Territorio della Repubblica Sociale Italiana fu "liberato" il ministro delle finanze del governo fantoccio del Sud, Marcello Soleri, andò al Nord su incarico del primo ministro Bonomi a rendersi conto del disastro lasciato dal governo della RSI. Il rapporto el ministro Soleri lasciò di m...armo (l’educazione non mi consente di usare l’espressione adatta) il finto governo antifascista del Sud.

        Eccone il testo autentico: “L’importo della circolazione monetaria durante la RSI, è risultato notevolmente inferiore all’andamento previsto, poiché il governo repubblicano ha fatto più largo ricorso al debito fluttuante (...). Sono stati stampati e messi in circolazione soltanto lire 110.881.000.000 sul totale di lire 137.840.000.000 autorizzate. Tutto ciò è abbastanza confortante (...). Tali situazioni economiche-fìnanziarie, malgrado il protrarsi dell’occupazione tedesca, sono risultate meno disa-strose di quanto si temeva, cosicché gli oneri previsti per la ricostruzione, rimarranno limitati in misura inferiore a quanto previsto e la ripresa della produzione industriale dell’Alta Italia potrà essere rapida...”.

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