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Atac: come la riqualificazione di un ex deposito di autobus è difficile come i lavori della Salerno Reggio Calabria

Perché la riqualificazione di un ex deposito di autobus è difficile come i lavori della Salerno Reggio Calabria

Sarò un ingenuo ma non finisco mai di stupirmi di fronte all’incapacità di risolvere un problema da parte delle nostre amministrazioni pubbliche.

Il caso, uno fra i tanti ahinoi disponibili, è quello relativo alla riqualificazione del deposito ATAC nel quartiere romano di Delle Vittorie.

Premetto che fortunatamente esiste un agguerrito comitato cittadino che già da lungo tempo sta battagliando quotidianamente contro il muro di gomma e ha già provveduto a redigere un progetto di massima per la riqualificazione dell’area (visitate il questo sito per tutti i dettagli)

Grande occasione! Finalmente uno spazio enorme all’interno di uno dei più bei quartieri di Roma si rende disponibile.

In qualsiasi parte del mondo le amministrazioni che hanno in carico situazioni di questo tipo, fanno un triplo salto mortale di gioia e si scatenano nel produrre molteplici progetti: biblioteche, asili nido, centro anziani e chi più ne ha più ne metta, con torme di finanziatori sia pubblici che privati pronti a sostenere l’impresa.

Noi no. Semplicemente vendiamo. A chi? Per fare cosa? Non è un problema di chi decide di vendere, l’importante è alienare il bene il più presto possibile.

Meno male che la gente si “inquieta” (non come le formiche che invece s’incazzano) e non ci sta, si organizza e controbatte, proponendo ciò che appare ovvio ma che il coacervo di aspiranti premi Nobel non ritiene cosi ovvio e cioè: palestre, parco giochi, spazi di cohousing, e così via.

Certo mi rendo conto che si tratta di richieste sconvolgenti, così estreme che neanche in Scandinavia sarebbero in grado di prendere in considerazione.

Sorrido al pensiero che Roma si è candidata ad ospitare le Olimpiadi del 2020, la cui organizzazione qualche problemino da risolvere certo lo comporta, quando di fronte a temi decisamente più semplici la capacità a “incartarsi” è già ai suoi massimi livelli.

Mi chiedo, ma è cosi difficile? L’esercizio di pensare alle cose semplici dovrebbe far parte del dovere quotidiano di un buon amministratore e sono certo che sia molto meno dispendioso (in tutti i sensi) che tappezzare di manifesti la città con scritto sopra:”Fatto!!!”.

L’esempio che ho citato non è tra i più drammatici, c’è gente che dorme nei corridoi del metrò da mesi e nessuno sinora ha fatto nulla e se qualcosa sta facendo è perché il fatto è finito in cronaca, però dimostra che di voglia di fare e di pensare non ce n’è, e, senza voler pensar male che si fa peccato, si sceglie sempre la via che comporta il minimo sforzo possibile comunque a discapito della comunità.

Meditate gente, meditate

Hasta Pronto!

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