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Fenomenologia di Renato Zero

Ho appena finito di vedere una lunga intervista di Renato Zero durante la trasmissione di Rai 1 “I Migliori Anni” e mi è venuta voglia di buttar giù qualche pensiero su questo poliedrico artista.

Confesso di non essere mai stato un suo fan, ma devo dire che non posso non riconoscergli un carisma, un magnetismo che è tipico dei veri, grandi personaggi dello spettacolo.

Oltretutto, questa sua romanità, compiaciuta e sorridente, per un romano come me, rappresenta un’irresistibile elemento di empatia e di ammirazione. Per noi romani lui è semplicemente Renato e se ne parli con qualcuno non hai bisogno di dire anche il cognome perché è chiaro che di Renato ce n'è uno solo.

Renato ha scritto un sacco di belle canzoni e nel corso di una carriera quarantennale ha costruito una relazione di vero e proprio amore col suo pubblico.

Pubblico oggettivamente vasto in termini di numeri, di fasce d’età e assolutamente trasversale. Chi non ha mai canticchiato “il triangolo no, non lo avevo considerato…” e chi non si commuove un pochino ascoltando “Il Cielo”?

Oggi siamo abituati a vederlo con un sobrio completino nero, l’aria sorniona e la battuta sempre pronta, ma, come mostrato dalle immagini di repertorio durante l’intervista, in un’Italia anni ‘70, totalmente non abituata al concetto di trasgressione, presentarsi in televisione con un completino leopardato corredato da un paio di stivaloni alle ginocchia significava avere una dose di coraggio - e forse d’incoscienza - non indifferente.

Rivedendolo così, con i suoi travestimenti e con i suoi eccessi, mi ha fatto pensare al suo coetaneo David Bowie nell’era di Ziggy Stardust, che in un’Inghilterra decisamente più “open minded” della nostra penisola, ha segnato uno dei percorsi più affascinanti della storia del rock.

Il paragone può sembrare sacrilego, ma non credo che la forza comunicativa e la teatralità del Renato Zero "en travestì" sia così distante dallo Ziggy del Duca Bianco.

Detto ciò, posso aggiungere che, nel corso degli anni, Renato ha avuto l’intelligenza di abbandonare i boa di struzzo e i completini glam, riuscendo a non trasformarsi in una macchietta di se stesso, facendo forza invece sulle sue qualità di interprete e di artista e le tante di copie vendute in questi anni ai quali dobbiamo aggiungere i concerti immancabilmente sold out, ce lo dimostrano.

Caro Renato, che altro dire…. il prossimo concerto me lo vengo a vedere pure io, sperando di trovare il biglietto. Hasta Pronto!

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.170) 7 dicembre 2011 11:41

    Che dire, probabilmente sono di parte perchè Renato mi scorre nelle vene da tanti anni ormai, ma questo articolo mi è molto piaciuto perchè viene riconosciuto il valore dell’artista.
    Renato non è sempre stato compreso, in passato meno che mai e ancora oggi spesso il suo pubblico si ritrova a "difenderlo".
    Renato non è solo Il triangolo, Mi vendo ed il Cielo...ha scirtto tanti testi forse meno conosciuti e di alto livello e beato chi lo ha saputo apprezzare.

  • Di (---.---.---.182) 7 dicembre 2011 11:47

    L’abito è stato importante per farsi vedere, la Voce accarezzevole per farsi sentire, la spiritualità ed il carisma per avere dei messaggi importanti da dare e per creare delle Vere Opere d’Arte. Colpisce tutti nel cuore con Il suo grande cuore. Renato è carismatico da piccolo e da grande: è nato così, sempre attuale per 4 generazioni.
    Il CD Puro Spirito è utile per la musicoterapia come tutte le 600 canzoni di Renato, da studiare, comprendere, amare. Bisogna essere orgogliosi ad avere un patrimonio italiano di questo valore inestimabile.
    Riuscire ad incontrarlo per strada a Roma è il desiderio più ambito di tanti!!! ed è possibile essere così fortunati da essere presenti a questo spettacolo: Renato per le strade di Roma.
    Puro Spirito, recente CD di Renato, è essenziale per la terapia dell’anima di 4 generazioni, regalo natalizio per oggi, domani e poi domani! 
    Nita Petronela-Ancona

  • Di (---.---.---.32) 7 dicembre 2011 12:10

    E’ sempre molto interessante ascoltare il parere di un NON sorcino...e mi complimento per questo articolo scritto con intelligenza ed obiettività.
    Sono d’accordo su tutto.

  • Di (---.---.---.161) 7 dicembre 2011 16:20

    Beh...io ti ammiro per quanto hai scritto, sono zerofolle dagli esordi di Renato !!!
    Non mi son persa un suo tour, un suo vinile, un suo cd....sono iscritta al suo fans club....
    Si, non perderti un suo concerto...ne hai gia’ persi troppi !!!!!
    E, ti diro’ che noi veri zerofolli d.o.c. l’abbiamo ammirato nelle suoi trasformismi...
    Renato, giustamente si definisce un clown...ma di immensa poesia !!!!!!

  • Di (---.---.---.131) 17 dicembre 2011 16:52

    Carissimo...ti parla una "vecchia" sorcina che segue Renato da trent’anni...quanti concerti ho visto? ho perso il conto...ma ogni volta è sempre uno spettacolo. ti auguro di esserci, al prossimo: una magia indimenticabile.Grazie per aver capito Renato più di tanti pseudo - zerofolli. Ciao,ni!

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