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Spagna – La normalità della crisi di governo, delle elezioni, dell’alternanza e dell’informazione

Come tutti sanno, in Spagna si sono appena svolte le elezioni politiche che, dopo due tornate elettorali favorevoli al Partito Socialista, hanno visto la vittoria schiacciante del Partito Popolare del galiziano Rajoy.

Attanagliata dalla crisi economica più imponente dalla fine della dittatura, la Spagna è passata dal sogno di uno sviluppo costante e apparentemente sano all’incubo della crisi economica, della disoccupazione e della mancanza di una prospettiva di risanamento a medio termine.

Di fronte all’evidente fallimento delle politiche di crescita e sostegno al popolo spagnolo il premier Zapatero ha preso “l’incredibile” decisione di convocare le elezioni anticipate per chiedere agli elettori il loro giudizio e, contestualmente, ha annunciato che essendo il maggior responsabile della situazione negativa non si sarebbe ricandidato alla poltrona di premier.

Ho utilizzato il temine “incredibile” perché da tempo immemore non siamo abituati a vedere nella nostra classe politica, senza distinzione di schieramenti, un’assunzione di responsabilità così diretta e inconfutabile.

Altro elemento “incredibile” dei nostri cugini iberici è che, chiamati ad esprimersi, hanno assestato una bella legnata al Partito Socialista e hanno concesso una larghissima maggioranza al Partito Popolare esercitando il sacrosanto diritto di bocciare coloro i quali avevano beneficiato del loro voto alla tornata precedente. Questo atteggiamento mostra, a mio modesto parere, una sanissima attitudine a non votare in base all’ideologia, alla bandiera, ma semplicemente sulla base delle capacità di fare o non fare le cose misurate sul campo o, se preferite, sulla propria pelle.

Oltretutto il suffragio non ha certo premiato il nuovo che avanza, visto che il leader dei popolari Mariano Rajoy è un buon usato del 2004 che riesce a vincere un’elezione politica al terzo tentativo. Il nuovo premier non è certo un trascinatore di folle e si è contraddistinto per una campagna elettorale decisamente incolore, basata essenzialmente sul principio “non siamo noi che vinciamo, ma gli altri che perdono”.

Sono sincero, ho guardato e guardo con molta invidia a quanto sta accadendo in Spagna, non tanto per la vittoria di questo o quel partito, ma per la normalità di avvicendamento dei partiti al governo in base ad un unico e consistente elemento di giudizio: il benessere che sono riusciti a garantire agli elettori.

Ovviamente la Spagna non è il paradiso terrestre ma contrariamente a quello che accade da noi, ci sono alcuni elementi di base della democrazia che, a prescindere da chi comanda, rappresentano per tutti gli spagnoli una garanzia di indipendenza e pluralità d’informazione.

Uno fra questi, pensate un po’, è che a una settimana circa dal voto, i due principali sfidanti al ruolo di primo ministro si sono affrontati in un dibattito pubblico sulla più importante televisione nazionale moderati - e qui siamo alla pura fantascienza - da un giornalista assolutamente super partes (e privo di maggiordomo apriporta…).

Altro elemento sorprendente è che il maggior quotidiano del paese, di chiara propensione socialista, ieri ha aperto riconoscendo la limpida vittoria dei popolari, senza gridare al complotto, allo scandalo, all’influenza dei poteri forti, alla magistratura di parte e chi più ne ha più ne metta.

Se tutto va bene o se tutto va male, a seconda delle singole preferenze, anche noi saremo chiamati nel 2013 ad esprimere il nostro voto e mi chiedo se usciti dal tunnel del “Signor Ci Penso Io” potremo finalmente assistere a un dibattito televisivo tra candidati, se potremo accontentarci di programmi grigi ma veritieri e valutabili e soprattutto se mai riusciremo a mandare definitivamente a casa chi non mantiene le promesse fatte.

Nel peggiore dei casi ci si può sempre trasferire in Spagna.

Meditate gente, meditate.

Hasta Pronto!

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.96) 22 novembre 2011 16:45

    Casomai ci troveremo in Spagna. Complimenti per l’articolo e auguri.

    Martina.
  • Di (---.---.---.96) 22 novembre 2011 23:14

    state parlando della Spagna,e dimenticate che Zapatero vinse le elezioni per un enorme errore di Aznar,in seguito all’attentato terroristico che sconvolse la Spagna.Aznar era il favorito di quelle elezioni ma fu punito dagli elettori spagnoli,che non gli perdonarono lo sbaglio commesso.Comunque il signore "faccio tutto io" era comunque migliore di quelli di sinistra a cominciare da Diliberto,Bersani e tutti gli altri che anelavano ,in un passato non molto lontano,gettarci fra le braccia della grande madre Russia.Saluti Antonio

    • Di (---.---.---.17) 23 novembre 2011 12:48

      caro Antonio,
      quello che tu chiamo sbaglio, in realta fu una consapevole bugia (come le tante del Signor Ci Penso Io ad esempio). Ti ricordo che Aznar (grande amico del Signor Ci Penso Io) mentì clamorosamente all’opinione pubblica incolpando del tragico attentato dell’11 Marzo l’ETA per puri fini propagandistici/elettorali.
      Giustamente gli elettori spagnoli a fronte di una menzogna così "brutta" hanno negato il loro consenso ed hanno votato per la parte avversa, come dovrebbe avvenire in qualsiasi democrazia matura.
      Ognuno ha le proprie convinzioni, se ti piace Berlusconi, sarai libero di votarlo alle prossime elezioni.
      Cordialmente
      Ulderico

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