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Aspartame: discussione infinita

Fanno discutere le dichiarazioni dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) riguardo al famosissimo dolcificante artificiale chiamato Aspartame (E951) e presente in numerose bevande dietetiche o in molti analcolici gasati light ed in gomme da masticare, dolciumi, farmaci, ecc.

L’EFSA ha dichiarato:
"non c’è niente che faccia pensare ai possibili effetti genotossici o cancerogeni dell’aspartame e non c’è alcun motivo di rivedere l’ADI (consumo giornaliero consigliato) di aspartame pari a 40 mg/Kg al giorno".

Le dichiarazioni dell’EFSA sembrano non tenere conto delle ricerche della Fondazione Ramazzini di oncologia e scienze ambientali che denunciano, dopo 3 anni di studi, la pericolosità di questo dolcificante.

Questo studio, svoltosi nel 2005 su 1800 ratti, sembra dimostrare che l’aspartame provoca aumenti significativi di linfomi/leucemie ed è un multipotenziale cancerogeno sulle cavie. I risultati sono stati confermati in un secondo studio risalente al 2007. I dati raccolti sono stati tali da far indicare l’Aspartame come agente cancerogeno in grado di indurre vari tipi di tumori maligni, anche a dosi tutt’oggi ammesse per l’alimentazione umana sul sito della fondazione stessa.

Mancano dati precisi sugli effetti derivati dal consumo di questo dolcificante sugli esseri umani, comunque, l’NCI (National Cancer Istitute) statunitense riporta gli studi della Fondazione Ramazzini a titolo informativo e, per ora, non ha dichiarato cancerogeno questo dolcificante se rispettate le dosi massime giornaliere.

Si è ipotizzato un legame tra il metanolo rilasciata nel metabolismo dall’aspartame ed l’aumento dell’incidenza dei tumori. Secondo alcune ipotesi, il metanolo si trasformerebbe poi in acido formico e formaldeide, altamente cancerogena. La ragione per cui il metanolo non risulta tossico mangiando certi tipi di frutta (come le mele, ricche di pectine) che ne hanno una certa percentuale è la presenza di un’antagonista come l’etanolo che ne diminuisce l’assorbimento.

Ma, per ora, queste sarebbero solo ipotesi. La cancerogenicità è stata accertata sui roditori, dove la formaldeide provoca un tasso di incidenza di cancro al naso ed alla gola superiori al normale; la formaldeide è in grado di interferire con i legami tra Dna e proteine.

Comunque, l’EFSA, valutando lo studio della Fondazione Ramazzini, ha concluso che:

- Il leggero incremento dell’incidenza dei tumori noti come linfomi e leucemie osservato nei ratti trattati è stato ritenuto non correlato all’aspartame e molto probabilmente attribuibile all’elevata incidenza di fondo di alterazioni infiammatorie ai polmoni.


- I risultati relativi a rene, uretere e vescica, osservati soprattutto nei ratti di sesso femminile, non sono specifici dell’aspartame e sono stati osservati nella somministrazione ai ratti di molte altre sostanze chimiche a dosi elevate.


- Il numero di tumori maligni a carico dei nervi periferici era basso e non è rilevabile un chiaro legame dose-risposta in caso di variazioni di dosaggio elevate. Vi è anche incertezza riguardo la diagnosi di tali tumori. Il gruppo di esperti ha indicato che tali risultati possono essere valutati pienamente solo da una revisione tra pari indipendente dei tessuti in oggetto.

Nonostante il parere di quest’organo Europeo, molti siti e blog continuano a bollare come "un additivo eccitoneurotossico, geneticamente costruito, cancerogeno che interagisce praticamente con tutti i medicinali", l’aspartame.

Qui vi è la storia dettagliata di questo dolcificante, storia non priva di particolari che fanno riflettere....

Mentre il sito Mission Possible può fornire ampie documentazioni su novità e scoperte inerenti al tanto discusso aspartame.

Più bilanciato è il giudizio di Altroconsumo che dice:
"All’interno di un’alimentazione equilibrata, ricorrere a prodotti light, quelli che di solito contengono aspartame, in linea di massima non è necessario. Meglio cercare di mangiare più sano: più verdura e frutta, meno zuccheri e grassi. Se non si riequilibra l’alimentazione, non sarà una caramella o una bibita light a fare la differenza".

A questo punto dobbiamo porci delle domande...
Abbiamo davvero bisogno di questo Aspartame nella nostra alimentazione?
Il giudizio dell’EFSA è stato in qualche modo condizionato dal potere economico delle aziende produttrici di questo dolcificante? Possiamo evitarne il consumo cambiando stile di vita?

Come sempre, la scelta più saggia, è l’informarsi da più fonti e poi decidere.
Ma nel dubbio, forse, è meglio attendere ulteriori sviluppi.
A voi l’ardua sentenza.

Per chi volesse più dettagli dell’esperimento della Fondazione Ramazzini, il link (in inglese) illustra nel dettaglio come si sono svolti gli studi.



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