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Anche gli esami prima o poi finiscono

Se valutare gli alunni non è facile, valutare gli Insegnanti è difficile e valutare il Sistema quasi impossibile. Qualche riflessione a conclusione degli Esami della Secondaria di Primo Grado.

Pochi giorni sono passati dalla pessima figura che il Ministero dell'Istruzione, Università, Ricerca ha fatto, grazie ed attraverso l'agenzia INVALSI, con la Prova Nazionale per gli studenti sotto esame a conclusione del Primo Ciclo di istruzione. E qualche interrogativo, qualche dubbio, qualche perplessità, circa la possibilità di arrivare ad una valutazione oggettiva in ambito scolastico, nasce.

Il Processo educativo ha alla base la relazione tra alunno ed educatore. Questo elemento, tra le numerose implicazioni che crea, determina anche l'origine di un'area valutativa reciproca che, espressa o sottintesa non importa, condizona comunque comunque un equilbrio tra insegnamento-apprendimento, risultati raggiunti, valutazione e giudizio. Alla base di tutto, ovviamente, la soggettività.

L'orientamento attuale, invece, cerca di spostare la valutazione sul piano dell'oggettività ma i passi compiuti e quelli che si stanno compiendo, lasciano numerosi operatori insoddisfatti.

L'anno precedente, agli Esami di Stato della Secondaria di Primo Grado a conclusione del Primo Ciclo di istruzione, la Prova Nazionale incise sul voto in uscita in modo negativo penalizzando significativamente i candidati. Questo per effetto e naturale conseguenza dell'obbligo imposto alle Commissioni di calcolare la media aritmetica tra i voti di ammissione, delle prove scritte, della Prova Nazionale e dell'orale senza alcuna possibilità di interferenza soggettiva dei membri. Quest'anno la Prova Nazionale sta agendo nella direzione opposta alzando, in alcuni casi anche di più punti, il voto che i docenti avrebbero assegnato. Come dire che, una prova stabilita da un terzo, seppur competente, vale più dell'idea che su di un determinato alunno, un gruppo di dieci Insegnanti/docenti/professionisti hanno costruito in tre anni di lavoro quotidiano.

Il MIUR sta utilizzando la stessa ottica sia per la valutazione della Scuola servizio-sistema che per la valutazione degli insegnanti. Quest'anno il percorso è sperimentale e si è mosso su adesione volontaria. Prossimamente sarà introdotto come modalità generalizzata ed ai risultati ottenuti saranno correlati e collegati i finanziamenti per le scuole ed i miglioramenti economici, attraverso lo stipendio, dei singoli insegnanti.
Speriamo, per gli operatori della Scuola, che le operazioni di calcolo non siano fallate come il foglio di Excel che il MIUR ha messo a disposizione dei suoi insegnanti proprio in questi giorni di esami.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.144) 27 giugno 2011 13:40

    Ottime riflessioni. Come mettere in ridicolo un Ministero con garbo, da vero signore.
    Giuseppe

  • Di Iacopo Maccioni (---.---.---.144) 27 giugno 2011 14:02
    Iacopo Maccioni

    Condivido le argomentazioni riportate, ben argomentate. Spero di leggerLa ancora.
    Susanna

  • Di (---.---.---.115) 2 luglio 2011 20:28

    Gentile Preside Maccioni, ma di che cosa parla? Lei non ha nessun bisogno di essere stimolato dal Ministero per valutare gli insegnanti: li conosce già benissimo.
    Ha paura di ritorsioni nel caso dovesse compilare una graduatoria? I genitori hanno le idee ben chiare e non si lasciano infinocchiare dal vostro "tutte le sezioni sono uguali; le classi sono state formate con i criteri resi pubblici" e tutte le promesse del POF che , anche in buona fede, spesso non possono essere mantenute.
    Nella sua garbata esposizione si respira un deleterio "spirito di corpo" che ormai da 20 anni serve solo a coprire le magagne di una scuola allo sbando.
    Sarebbe ora che gli insegnanti venissero valutati in modo palese e non nei supermercati o nelle sale d’aspetto dei pediatri.
    Per quanto riguarda l’INVALSI, sempre perfettibile, è il solo standard in una scuola che fa quello che gli pare. E’ noto anche a Lei che un alunno, con gli stessi numeri, viene bocciato in un corso e promosso in un altro.
    Le sarà anche noto che il 10 di una classe nella quale, per cause di forza maggiore, si è fatto la metà del programma , non può essere uguale a quello di una classe normale.
    Il test INVALSI fotografa una realtà già stranota. Sarebbe molto più efficace come test d’ingresso per consentire alla scuola una corretta programmazione. 

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