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Alemanno, il sindaco gattaro

Le polemiche spesso nascono perché si perde di vista il vero obiettivo di una discussione, come è successo nel caso dei gatti di Largo Argentina a Roma. Ormai è risaputo che il sindaco Alemanno utilizza il web nelle sue tante forme per diffondere il suo punto di vista circa la politica cittadina e questa volta interviene tramite Twitter ma non è solo. Accoccolato sulle gambe c'è il suo gatto certosino che giustamente fa gli interessi di tutti i gatti della Capitale, soprattutto di quelle colonie storiche che si sono andate ad insediare nel corso degli anni in diversi luoghi. E il primo cittadino di Roma si trova assolutamente d'accordo con il suo micio tanto da rendere pubblico il loro pensiero in un tweet: "Mi dispiace per tutti i Sovrintendenti, ma io (e il mio gatto certosino) siamo dalla parte dei gatti di Roma. E guai chi li tocca".

Qualcuno spiegasse ad Alemanno che nessuno vuole cacciare i gatti dai monumenti. Dopotutto sono diventati parte integrante di quel paesaggio, monumento vivente a loro modo. La Sovrintendenza ha solo precisato una cosa più che sacrosanta: ad essere sotto accusa non sono i felini ma una piccola cucina maiolicata costruita, si presume dalle gattare, in una zona di pregio storico e artistico! Lì dove Giulio Cesare è caduto esanime sotto le coltellate di Bruto si cucina per i gatti! Sono totalmente d'accordo con Adriano La Regina, ex soprintendente ai beni archeologici di Roma, che dice "stupisce che il Comune abbia consentito in questi anni che si potesse costruire una struttura abusiva di questo tipo, in un'area che vanta monumenti importantissimi. La questione è tutta qui: che nessuno sia intervenuto per impedirlo. Poi, i gatti possono stare tranquillamente al loro posto". Nessuno è intervenuto... verrebbe però da chiedersi "La Regina ma lei dov'era in questi anni?".

Nessuno vuole sfrattare i mici, ma la storia di un sindaco che prima emana un'ordinanza antibivacco per proteggere dal degrado il centro storico e poi non coglie il vero senso di una considerazione più che legittima volta proprio a tutelare quegli stessi beni che lui dice che vanno salvaguardati è senza dubbio paradossale. Alemanno, e con lui tutti quelli che sono partiti a spron battuto nel difendere i gatti perdendo di vista il vero problema, dovrebbero leggere le parole di Umberto Broccoli, sovrintendente ai Beni culturali di Roma:

"Troveremo una soluzione che metta d'accordo la Sovrintendenza Capitolina, la Sovrintendenza statale e l'Associazione felina. Come è stato per i Mercati di Traiano senza tanto clamore. Il tema non è così semplice come ho visto semplificato sulla stampa. Esiste un'esigenza di tutela del monumento, portata avanti dallo Stato e da noi condivisa, e un'esigenza antichissima della colonia felina che, a norma del regolamento comunale sulla tutela degli animali del 2005, non può essere spostata dai luoghi in cui risiede abitualmente. Stiamo cercando di far convivere due realtà: questa situazione, sia ben chiaro, l'ho trovata ed è molto più antica del mio mandato. Stiamo intervenendo con Maria Rosaria Barbera (sovrintendente ai beni archeologici di Roma), con la quale siamo in pieno accordo. L'unica cosa che posso dire all'Associazione felina di Largo Argentina è che a volte esasperare i toni delle richieste non giova a nessuno".

Certosino e i 250 gatti di Largo Argentina possono continuare a mangiare i croccantini tranquilli...

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