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A Ravenna si litiga a sinistra per l’annunciata visita di De Mita

Un terremoto politico di quarto grado si sta creando nella sinistra ravennate per l’annunciata visita di Ciriaco De Mita alla città dei mosaici. L’Europarlamentare ora in forza all’ Udc, ma "democristiano di lungo corso" - come lo definisce un noto quotidiano locale, sarà a Ravenna il 2 ottobre prossimo ad inaugurare la Sala della Provincia intitolata a Nullo Baldini, quel padre indiscusso della Coperazione ravennate... e nazionale se vogliamo!

Di De Mita, si sa tutto o quasi, il politico definito un tempo "il democristiano de fero" uscito indenne da tangentopoli. "Nasce a Nusco, in provincia di Avellino, il 2 febbraio del 1928. La madre lavora in casa, il padre fa il sarto e lui è il quarto di sette figli. Alla licenza liceale, il giovane Ciriaco si presenta come privatista. Il liceo è a Sant’Angelo dei Lombardi, dieci chilometri da Nusco che lui percorre a piedi il giorno in cui escono i quadri. Alcuni amici,gli hanno fatto uno scherzo dicendogli che è stato bocciato e che i promossi sono solo quattro. Ciriaco non ci crede e va a vedere. Promosso a pieni voti, vince una borsa di studio al collegio Augustinianum, si trasferisce quindi a Milano, dove lavora per mantenersi e frequenta la facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica" (fonte).

Ma torniamo alle vicende ravennati, "Cosa c'entra (De Mita ndr) con il socialismo di cui Baldini fu padre nobile?" chiede il segretario provinciale del Psi Carlo Lorenzo Corelli al presidente di questa Provincia Giangrandi. Anche l'Italia dei Valori che qui ha una sua roccaforte, manifesta con Gabriele Rossi, suo responsabile tante perplessità. "La scelta del politico avellinese, rappresentante di spicco della Prima Repubblica più compromessa, rappresenta quanto di meno appropriato se non offensivo, non solo per la figura di Nullo Baldini, ma per tutti i cittadini di Ravenna e del Pd, partito in cui questo signore è transitato nel recente passato". Corre ruggine infatti tra Idv e Ciriaco De Mita, per una sua recente dichiarazione, nella quale afferma "non mi riconoscerò mai in una coalizione alla quale partecipi lo sbirro Di Pietro...", "un odore di inciucio", secondo lo stesso Rossi che non parteciperà a questa cerimonia.

Anche da parte dello schieramento locale Sinistra Ecologia e Libertà, per bocca del suo consigliere provinciale Lorenzo Bolognesi, viene pesantemente attaccato il Pd per questa scelta: "La figura di Nullo Baldini rappresenta per la nostra collettività, una pietra miliare per il riscatto del lavoro dallo sfruttamento padronale... ed è anche grazie a lui - conclude Bolognesi - se la società ravennate sta reggendo questa crisi".

Negli ambienti politici ravennati si teme che un riconoscimento postumo del "defunto partito socialista" possa proprio partire da qui, approfittando della commemorazione di uno dei padri della Cooperazione, una manovra insomma che tenderebbe alla riabilitazione dopo l'era Craxi e tutto ciò con l'avallo di un presidente della Provincia di matrice democristiana.

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