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Il Giro è arrivato a Ravenna "Capitale del Giro"

La città dei mosaici ha accolto con tanta tifoseria l'arrivo della dodicesima tappa. Qui il giro è arrivato per l'ultima volta 6 anni fa con la bella volata di Petacchi che ci ha riprovato sul lungo rettilineo, lo stesso di ieri in via di Roma, che ha visto però vincitore Mark Cavendish per pochi metri. Questa la cronaca della corsa che ha visto a circa 2 km dall'arrivo una caduta di alcuni corridori nell'affrontare la curva del cavalcaferrovia, che fortunatamente non ha creato sconquasso nel finale di corsa.

Ravenna - Qui la bicicletta è sempre stata considerata "la vera amica di ogni famiglia" sin dagli inizi del secolo scorso. Una storia locale racconta che il mezzo a pedali era vietato dalla curia cittadina alle donne, in quanto considerata "strumento di perversione", poiché quanto tirava vento favoriva visioni sataniche verso chi usava questo pesante velocipede.

Ne sanno qualcosa le braccianti delle cooperative agricole ravennati e le mondine delle risaie tutte intorno alla città di Bisanzio, risaie che costellavano la zona est di Classe Fuori, dove sorge la millenaria basilica di San Apollinare, divenuta patrimonio dell'Unesco.

Un trattato sulla bicicletta che ha per titolo "Ravenna Capitale del Giro" è stato presentato ieri abbinato ad un quotidiano regionale dal giornalista e collega Emanuele Conti, già capo redattore del quotidiano La Voce per la edizione di Ravenna, un vero successo a giudicare dalla vendita delle copie di questo giornale, ma un vero successo lo sarà dopo averlo letto per tutte le sue 126 pagine, dove Conti sottolinea come la città e la provincia ravennate "ha cominciato ad amare la bicicletta", quale strumento utile per raggiungere i luoghi di lavoro , nonché per avere creato in queste terre tanti campioni del ciclismo, oramai dimenticati, ma che hanno fatto la storia sportiva di questa città e dei dintorni.

Emanuele Conti nato a Pisa nel 1972, ma ravennate d'adozione,è un vero amante della due ruote a pedali. La sua lunga storia d'amore con il ciclismo ha inizio nell'agosto del 1979, con un pianto davanti alla televisione, dopo avere visto la caduta "in diretta" di Giovanni Battaglin nella volata finata nel campionato del mondo di quell'anno. Da diversi anni Conti, appassionato cicloamatore, gareggia con alterne fortune nelle granfondo del panorama nazionale ed in altre corse locali, con un attivo annuo che va dai 10mila ai 12 mila km percorsi.

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