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Galeata, oltre il 20% è extra-Cee, il giovane sindaco ci racconta

Galeata, in provincia di Forlì-Cesena, comune molto discusso dalle reti Mediaset, per la forte presenza di extracomunitari, circa il 20%, ha raggiunto quel punto di convivenza e rispetto reciproco, tra le diverse etnie .Il merito va ascritto anche alla giunta di centrosinistra, presieduta da Elisa Deo.

A Galeata, dove esistono ancora resti di una villa estiva di Teodorico, della quale si sarebbe servito per le battute di caccia, rimane famoso il museo di Pianetto a due chilomeri dalla cittadina dell’alto Bidente, che negli anni duri dell’ultimo conflitto mondiale, diede il battesimo, tra le sue montagne alla Brigata Partigiana "Garibaldi" in località Collinaccia.
In questo contesto storico e politico abbiamo avvicinato il Sindaco Elisa Deo, per saperne di più...


Democratica lo è, a quanto pare?

In effetti mi ritengo una persona democratica, ma nel senso lato del termine. In quanto amministratrice della cosa pubblica è fondamentale ascoltare i cittadini e andare incontro alle loro esigenze. Non mi abbandonano mai le nozioni di empatia e responsabilità che sono alla base dell'essere democratica, ovviamente correlate a quelle di benessere e giustizia per tutti. Quello che però mi sento di dire è che sono una democratica in allarme: la democrazia ha bisogno certo di istituzioni adatte, ma non vive se esse non sono alimentate da sani principi. Se i principi decadono, anche le istituzioni a loro volta decadono. Purtroppo nella società attuale i principi fondamentali vacillano e questo mi rende molto apprensiva.

Galeata converva un grande ricordo sulla resistenza partigiana, la Collinaccia ne è il suo tempio

Galeata è, appunto, un simbolo della lotta contro il nazifascismo: alla “Collinaccia” è nata l’8° Brigata Garibaldi. Siamo orgogliosi di ospitare Sezione dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani più numerosa della provincia. Questa Provincia è stata insignita della “medaglia doro al merito civile” dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a significare l’impegno di tutta la popolazione democratica e antifascista di Forlì e Cesena. Galeata e i suoi Partigiani hanno lottato per comune obiettivo della democrazia e della libertà. È in quella scelta che si trovano le radici dell’Italia repubblicana. È grazie a quella scelta, infatti, che venne a costituirsi il Comitato di Liberazione nazionale che dopo la cacciata dei nazisti e del fascisti fu la culla per il primo parlamento democratico e la fucina feconda della nostra Costituzione.

Lei amministra circa il 20% di extra-Cee, ci sono problemi?

Galeata è un paese molto composito dal punto di vista del tessuto sociale, poiché oltre il 20% dei cittadini sono extracomunitari. Questo però non significa che sia indice di problemi o disagi. La convivenza è assolutamente pacifica, c'è integrazione e quasi la totalità di stranieri ha un impiego. In base ad alcune statistiche risulta che Galeata sia ai primi posti per livello di benessere, grado di occupazione e servizi garantiti. Ritengo quindi che potremmo essere un esempio da esportare per dimostrare che la società risulta coesa seppur multietnica e per far cadere con i fatti, certi slogan e luoghi comuni.

Quali rapporti ha col volontariato nel suo insieme e cosa ne pensa di Auser?

Oltre ad essere Sindaco, ho volontariamente tenuto alcune deleghe molto importanti, fra cui quella al welfare. Questo perché ritengo che l'apparato sociale sia essenziale per il benessere di una comunità e quindi va seguito e monitorato attentamente. L'apporto delle associazioni di volontariato è fondamentale ed è un notevole aiuto per l'Amministrazione. Nel mio territorio Auser è molto attivo, oltre a rappresentare un punto focale per le fascie più anziane, è presente anche con progetti a scuola, attività per la crescita della comunità e organizzazione di attività di svago.

Il paese Italia diviene sempre più ingovernabile con un presidente del Consiglio, sempre più oggetto per carri allegorici...

Ogni giorno una testimonianza in piu' che noi ora non abbiamo un governo e un presidente del Consiglio in grado di dare una rotta al Paese. L'Italia deve scuotersi dal suo immobilismo, riscoprendo la spinta propulsiva dei giovani. Il ruolo politico deve essere attivo e coerente con la preoccupazione di trovare soluzioni ai problemi del nostro paese (disoccupazione, lavoro, dignità delle persone, scuola, apparato sociale, sanità pubblica) e non certo quelli personali. Una sfida per riscoprire l'ispirazione democratica dell'Italia, la dignità e il ruolo di un Paese che vuole riscattarsi dall'immagine internazionale che in questi ultimi tempi lo rappresenta nelle vignette e nei cartoon per soli adulti, deriso da Oriente a Occidente.

Un'ultima domanda è: se crede nalla Regione Romagna?

Assolutamente no, dividere l'Emilia Romagna significherebbe solo costituire nuovi apparati e nuovi ogani istituzionali che andrebbero a gravare ulteriormente sulla spesa pubblica. Da sempre l'Emilia Romagna è sempre stata un modello "regione" non solo per l'Italia ma anche per l'Europa, capace di coniugare uno sviluppo economico forse unico al mondo con una tutela e salvaguardia del territorio senza precedenti. A conferma di questo ci sono comuni del Val Marecchia che hanno deciso e ottenuto di entrare a far parte dell'Emilia Romagna e non della regione Romagna.

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