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9 Febbraio 2009 – 9 Febbraio 2011: due anni dalla morte di Eluana Englaro

Eluana Englaro nasce il 25 Novembre 1970, muore il 9 Febbraio 2009.

Il 18 Gennaio 1992, a 21 anni, Eluana Englaro perde il controllo della sua auto, nello schianto contro un palo poi un muro riporta lesioni craniche e la frattura della seconda vertebra. Arriva in ospedale in coma, le viene diagnosticata una probabile paralisi totale. Viene intubata e trattata. Dopo 48 ore il corpo di Eluana Englaro non ha alcuna reazione. Nel giugno 1993 le viene diagnosticato lo stato vegetativo permanente irreversibile a norma di legge. Nel 1996 il padre, Beppino Englaro, avvia i procedimenti legali per ottenere l’interruzione dell’idratazione e l’alimentazione forzata sul corpo della figlia.

Il 3 Febbraio 2009 il corpo di Eluana Englaro viene trasportato a Udine in una struttura che si è resa disponibile ad attuare il protocollo terapeutico disposto dalla Corte d’Appello di Milano il 9 Luglio 2008 (che, in sostanza, “accoglie l’istanza - conformemente proposta da entrambi i legali rappresentanti di Eluana Englaro - di autorizzazione a disporre l’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale di quest’ultima”).

Eluana Englaro muore alle ore 19:35 del 9 Febbraio 2009 mentre è in corso al Senato la discussione del disegno di legge proposto il 6 febbraio atto a impedire l’interruzione dell’alimentazione e l’idratazione nei pazienti “non in grado di provvedere a se stessi”. La seduta viene interrotta all’annuncio della morte della ragazza, la discussione non sarà più ripresa “in attesa dell’approvazione di una completa e organica disciplina legislativa in materia di fine vita” come si specificava nel disegno di legge stesso.

9 Febbraio 2011: in Italia si sta ancora attendendo la completa e organica disciplina legislativa in materia di fine vita.

Ricordare oggi la morte di Eluana Englaro non è altro che ricordare la morte di una persona il cui corpo è rimasto vivo - a differenza della sua mente - per diciassette anni. "I danni neuropatologici osservati sono morfologicamente irreversibili" è stato scritto nella perizia encefalica disposta nel maggio 2009 dalla Procura di Udine.

Ricordare che sono passati due anni dalla morte di Eluana Englaro è ricordare che ancora in Italia la giurisprudenza non si è pronunciata sul fine vita. È ricordare che nulla è cambiato nonostante quanto si è scatenato attorno a quello che è stato definito il ‘caso Englaro’.

È ricordare che quel 9 Febbraio 2009, molte televisioni (soprattutto nazionali), portali e testate on line, la maggior parte dei canali comunicativi di massa dalle 19 in poi parlavano di Eluana Englaro. Raccontavano la sua storia.

Proponevano interviste, interventi, dibattiti, fotografie, riprese, voci di ogni tipo. Quel 9 Febbraio 2009, volenti o meno, gli italiani aspettavano. E aspettando questa morte, volenti o meno, non potevano non pensare, riflettere o considerare alcune delle implicazioni che hanno reso il ‘caso Englaro’ qualcosa che va oltre la tragedia d’una famiglia, la posizione e le battaglie d’un padre, il dolore d’una madre, il vociare degli organi ecclesiastici, i pareri medici, le carenze legislative, le follie del mondo politico strumentalizzante per istinto primordiale. Qualcosa che va oltre la medialità tutta. Qualcosa che ci riguarda tutti e che in pochi, in Italia, sono disposti a guardare dritto in faccia. Salvo se, salvo quando, ci si scopre Eluana Englaro o ci si trova vicino, molto vicino, a un’altra Eluana Englaro.

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Per approfondimenti

Attorno al corpo di Eluana Englaro

Premessa