• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > 20 ottobre 2010 - La morte di un pezzo di Stato

20 ottobre 2010 - La morte di un pezzo di Stato

Nel vesuviano un pezzo di Stato che governa è morto, perché quando muore un pezzo di popolo, muore anche un pezzo di Stato.


Ogni volta che una popolazione protesta contro lo Stato che governa, per presunti torti subiti, tanti luminari del mondo della politica, del giornalismo, della cultura, aprono la bocca e proclamano che i cittadini non devono lamentarsi perché lo Stato sono loro e quello che gli accade è conseguenza delle loro scelte.

Quello che dicono questi luminari, sarebbe sacrosanto, se le scelte fatte da quella popolazione fossero veramente libere e senza condizionamenti.

Purtroppo in quelle terre, alle falde del Vesuvio, c’è una cronica mancanza di sviluppo, di prospettive di lavoro, di coscienza civica, quest’ultima scientemente voluta dai vari rais politici di quei posti; tutto ciò ha fatto venir meno quelle scelte, o si appoggia il rais di turno, con flebili speranze di ottenere un aiuto, magari un lavoro precario, o si muore di stenti, sempreché non si emigra.

Lo Stato centrale che governa, nel mese di luglio del 2008, preso atto che i rais politici della Campania sono degli incompetenti e degli incapaci, perché in venti anni non sono riusciti a fare nulla di efficace per un valido ciclo integrato dei rifiuti, si è reso complice ed ha deciso di premiarli, gli ha aperto due discariche a qualche centinaio di metri dal centro storico di Boscoreale, in un luogo strategico sia sotto il profilo militare che logistico, infatti le discariche SARI e Vitiello sono a pochi chilometri dall’uscita dell’autostrada Napoli – Salerno e dall’uscita della superstrada 268.

Da un lato ha blindato i luoghi deputati ad accogliere monnezza avvelenata, dall’altro ha agevolato le Ditte incaricate del trasporto dei rifiuti, riducendo drasticamente le ore di viaggio degli auto-compattatori, giusto per non inquinare troppo l’aria della Campania infelix.

Lo Stato che governa, approvando quella legge era consapevole che avrebbe massacrato la vivibilità di quei luoghi, ma siccome la monnezza è oro, ha deciso di sacrificare la vita di alcune decine di migliaia di ex esseri umani sull’altare della sua ingordigia.

Volendo comunque applicare, anche ai cittadini del vesuviano, il principio che lo Stato sono loro, si può allora affermare che scegliendo quella classe politica incompetente ed incapace, che ha sollecitato lo Stato che governa ad aprire altre due discariche, essi hanno consapevolmente decretato il loro suicidio collettivo.

Commenti all'articolo

  • Di Marvin (---.---.---.242) 22 ottobre 2010 09:00
    Marvin

    LE NOSTRE FIGLIE NON SI PICCHIANO!

    CHI LE PICCHIA DEVE PAGARE LUI E I SUOI MANDANTI!

    SE NON CI PENSERANNO GLI UOMINI CI PENSERA’ DIO!

     
    • Di Marvin (---.---.---.242) 25 ottobre 2010 11:21
      Marvin

      la guerriglia urbana antidiscarica
      Terzigno, Napolitano: «Che pena
      ma il governo si è mosso subito»
      Il capo dello Stato: «Tutti devono contribuire
      al superamento della crisi rifiuti a Napoli»

      Giorgio Napolitano

      NAPOLI – «Ho seguito con profonda pena e crescente allarme la nuova crisi dei rifiuti a Napoli, le gravi tensioni che sono insorte e la situazione di avvilente degrado che essa ha determinato in provincia e in città. Sulla crisi dei rifiuti era necessario e urgente che il governo si assumesse le sue responsabilità e oggi l’ha fatto al più alto livello». Così in una nota il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato sottolinea che «ci sono impegni precedentemente presi da rispettare; poteri commissariali da esercitare efficacemente; decisioni da gestire compiendo il massimo sforzo di convinzione per fare chiarezza e per rasserenare le popolazioni, garantendo il rispetto della legge e dell’ordine pubblico».

      «È indispensabile – aggiunge il capo dello Stato – che nessuno, nessuna istituzione, nessuna comunità, nessuna forza politica, si sottragga alle proprie responsabilità, al dovere di contribuire al superamento della crisi e mi attendo che vengano dai napoletani comportamenti ispirati a un rinnovato, più forte senso civico e spirito di solidarietà».

      Carlo Tarallo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares