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...verso la MARCIA DELLA PACE Perugia Assisi 2018

 
Nella Sala della Fama del Castello di Bellusco è allestita una mostra storica del Professor Francesco Pugliese sul movimento pacifista proposta dal tavolo CITTADINANZA E COSTITUZIONE

Persone e Movimenti per la Pace dall'800 a oggi

"Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace"

(Costituzione dell'UNESCO, 1945)

Inaugurazione sabato 29 settembre 2018

alle ore 18.00

presso SALA DELLA FAMA DEL CASTELLO DI BELLUSCO

con la partecipazione di:

Fabrizio Cracolici - ANPI Sezione Emilio Bacio Capuzzo Nova Milanese

Laura Tussi - PeaceLink

La mostra rimarrà aperta

dal 29 settembre al 7 ottobre

dalle ore 17.30 alle ore 19.30

 

“Ai camminatori della Pace”

ABBASSO la GUERRA. Persone e Movimenti per la Pace dall’800 ad oggi

Catalogo della Mostra a cura di Francesco Pugliese. Edizione: Grafiche Futura- Helios, 2013

 “Ai camminatori della Pace” 

L'impegno per la Pace dell'Autore Francesco Pugliese viene raccolto, elaborato e tramandato in questo catalogo, da cui è tratta una mostra documentaristica itinerante che viene esposta ovunque si presenti la volontà di offrire un contributo culturale e di pensiero al recupero della memoria storica dell'attivismo dei costruttori di pace contro l'orrore delle guerre. Occorre sottolineare la particolare ampiezza della ricerca, il valore di strumento di consultazione del libro-catalogo e l'intento di rispondere a un bisogno di sistematizzazione nella narrazione dell'impegno contro la guerra. Il catalogo redatto da Francesco Pugliese e lo studio applicato alla raccolta spaziano, nell'ampia ricostruzione storicistica e storiografica, tramite documenti e fotografie d'epoca, dal periodo anticolonialista all'antifascismo, dagli scioperi del marzo 1943 al movimento dei partigiani della pace, fino ad arrivare al celebre appello di Einstein e Russell, alla prima marcia Perugia-Assisi, ideata da Aldo Capitini e all'opposizione pacifista nella guerra del Vietnam. Pugliese tratta inoltre delle ingenti manifestazioni contro gli armamenti e le basi militari a Comiso e dell'attualissima questione nucleare, dove l'annientamento dell'umanità viene scongiurato dal nobile atto e dall'audace scelta dell'obiezione di coscienza alle spese militari e nucleari e dell'attivismo diretto alla denuclearizzazione mondiale e totale. L’Autore non tralascia di condurre la ricerca documentaristica e dall'alto spessore pedagogico e didattico, attraverso i percorsi storici contemporanei, analizzando le guerra nella ex Jugoslavia e la guerra in Iraq del 2003 condotta da Bush, a cui si sono opposte tutte le campagne pacifiste e nonviolente; per poi giungere alla raccolta di materiali e documentazioni, fruibili da un pubblico attento e sensibile, sulle manifestazioni e i movimenti contro le basi USA, come la Dal Molin, e sulle campagne pacifiste attuali contro gli F35, evidenziando le conseguenti polemiche inerenti il taglio drastico delle risorse alla sanità, alla scuola e in generale allo Stato sociale. La pace, da sempre, è l'ideale nobile a cui deve aspirare l'intera umanità, perché con essa tutto è possibile e realizzabile, perché la pace è creazione e creatività, è desiderio e speranza, è avvenire, è futuro per la donna e l'uomo di tutti i tempi.

La vera rivoluzione è la pace, quando comincia un pensiero alternativo alla guerra. Il termine “pacifismo” è stato introdotto tra l'’800 e il ‘900 con il significato culturale di un pensiero e di pratiche, di teorie e movimenti tesi a prevenire e contrastare la guerra, le culture violente, le tradizioni guerresche e le relative politiche guerrafondaie.

Il pacifismo e la nonviolenza sono espressione popolare e simbolo di uno sforzo collettivo, di un anelito interiore, di rivolte personali, interioristiche e individuali e di teorie di figure profetiche, ossia l'opposizione ai conflitti armati di persone, donne e uomini che osano ribellarsi alla presunta fatalità della guerra e che singolarmente e collettivamente, individualmente e interiormente, hanno trovato il coraggio di creare una rivoluzione di pensiero dal basso per opporsi a tutte le guerre, agli imperialismi, alle armi e alle violenze. La mobilitazione di massa, persone singole e moltitudini, si incontrano nelle marce, nelle manifestazioni, nei cortei per opporsi alle guerre, al nazionalismo e all'uso delle armi nucleari e di distruzione di massa. Il nome dell'Italia, del nostro bel Paese, brilla nel mondo, non per le imprese militari in epoca coloniale e fascista e per le cosiddette e surrettizie guerre umanitarie contemporanee, sdoganate per missioni di pace in Iraq, Afganistan, Libia, ma per la sua immensa cultura, per il patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Il cammino per una rivoluzione pacifista e nonviolenta è arduo e tortuoso, perché lungo è ancora “il cammino che dobbiamo imparare a percorrere” come sostiene il Partigiano e Padre Costituente dell'ONU Stéphane Hessel, affinché “la guerra diventi un tabù come l'incesto”, così ribadisce il comboniano Padre Alex Zanotelli.

Note:

su A- Rivista Anarchica n. 391 Luglio 2014: 
http://www.arivista.org/

Su ILDialogo.org: 
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1405346943.htm

su MOSAICO DI PACE: 
http://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/41232.html

 

Una marcia della Pace e per la Pace capace di mobilitare chi è impegnato per la difesa dei diritti umani, per la promozione della pace, 

per la politica e la pratica dell'accoglienza e della solidarietà nei confronti di migranti e rifugiati, per la costruzione di una cultura della nonviolenza,

per la riconversione e la sostenibilità della politica industriale, per il rispetto della Legge 185/90 che regola la produzione e la 

vendita delle armi, per la soluzione pacifica nel rispetto del diritto internazionale dei conflitti armati, 

per la messa al bando delle armi nucleari, l'applicazione dell'Agenda 2030. 

Per un impegno eduna mobilitazione 

nazionale ed europea contro l'ondata di razzismo, di 

xenofobia e di cultura dell'odio insediatasi nei 

linguaggi e nelle pratiche quotidiane, nel nostro paese come in Europa, 

a cui bisogna rispondere con laforza della ragione, con la cultura dei diritti, 

con l'applicazione della nostra Costituzione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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