• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Pensieri sul giornalismo incompetente

Di gigidieffe (---.---.---.83) 12 settembre 2009 12:49

 Visto che si parla di Lotta Comunista al passato volevo farle leggere questo articolo a firma Nadia Campini del 22 agosto 2009. Lascio a lei e alla sua intelligenza trarre le conclusioni,


Repubblica - 22 agosto 2009
UL portoncino di legno chiaro in via De Cavero non ci sono targhette, ma al suono del campanello c’ è sempre qualcuno prontoa rispondere, perché la politica va avanti 24 ore su 24: qui, in un anonimo palazzo di Cornigliano pulsa il cuore genovese di Lotta Comunista, il movimento politico e sociale che da quarant’ anni milita nelle fabbriche e nelle università genovesi e che oggi ha raggiunto forse la sua massima visibilità in città. A Genova infatti, unico caso in Italia, ben due militanti del movimento occupano posizioni chiave: sono Antonio Benvenuti, il neo-console della Culmv succeduto a Paride Batini, e Franco Grondona, segretario generale della Fiom genovese. «Anche se qualcuno lo pensa non sono il capo di Lotta Comunista a Genova mette subito in chiaro Grondona noi non abbiamo un capo, non ci interessano le posizioni di potere, segretario della Fiom lo sono diventato per le mie posizioni sindacali, non perché aderisco a Lotta Comunista. Noi di Lotta Comunista non andiamo nemmeno a votare, io le leggi le rispetto e le seguo tutte, anche se qualcuna non la condivido, ma la rivoluzione non si fa attraverso i partiti». Nel silenzio Lotta Comunista è cresciuta, occupando in molte fabbriche almeno una parte dello spazio lasciato libero prima dal Pci, poi dai Dse ora dal Pd. Così oggi all’ Ilva nella rappresentanza sindacale unitaria la Fiom ha 13 delegati su 25 e di questi 6 sono di Lotta Comunista, all’ Ansaldo su 27 delegati 13 sono della Fiom e di questi 5 di Lotta Comunista, all’ Elsag su 12 delegati la Fiom ne ha 6 di cui 3 di Lotta Comunista, alla Controllii3 delegati sono tutti della Fiom e di questi 2 di Lotta Comunista, alla Fincantieri su6 delegati Fiom 3 sono di Lotta Comunista, ma molti ce ne sono anche nelle riparazioni navali, in porto e nei trasporti, in particolare all’ Amt, mentre nel pubblico impiego non ci sono più, ma solo perché nel 2007 c’ è stata la diaspora. All’ epoca la segreteria del sindacato aveva scelto di non candidare 19 delegati che volevano presentarsi alle elezioni della Rsu della Asl 3, e tra questi c’ era una figura storica del sindacato, Lino Iannuzzi, di Lotta Comunista. Ci furono assemblee furibonde alle Croce Verde di Sestri e alla fine l’ esodo dal sindacato di una bella fetta di iscritti, qualcuno parla addirittura di 700 tessere restituite, e di queste probabilmente quasi la metà sono di aderenti a Lotta Comunista. In città il movimento viene allo scoperto essenzialmente con il corteo del primo maggio, che negli ultimi anni ha portato in strada circa 2000 manifestanti, ma fa attività politica quotidiana anche con cinque circoli operai, Sestri, San Tedoro, Sampierdarena, Marassi e Borgoratti. A Sestri il circolo organizza una scuola di italiana per immigrati, all’ università invece a lettere Lotta comunista tiene un corso di marxismo, apertia tutti gli interessati. E la sede centrale di via De Cavero funziona 24 ore su 24, presidiata con turni di 8 ore, tutti dai volontari, l’ attività politica è autofinanziata, con la vendita del giornale porta a porta e le sottoscrizioni degli aderenti, che versano il 10% del proprio reddito. Con questi fondi è stata acquistata più di dieci anni fa la sede genovese di via De Cavero, un grande spazio in parte sotterraneo che negli anni Trenta ospitava il mercato di Cornigliano. Qui grazie al lavoro volontario dei militanti, sono stati ristrutturate stanzee stanzoni, e sotto terra funzionano oltre ai normali uffici anche una tipografia per i volantini ciclostilati, una sala convegni da 400 posti, una piccola cucina per le emergenze e una raccolta di periodici che farebbe invidiaa molte biblioteche, con le raccolte degli ultimi vent’ anni di settimanali come «Der Spiegel», «l’ Express», «L’ Observateur», «Le monde», «Espansione», «L’ Europeo», ma anche la «Rivista italiana della Difesa» e «Famiglia Cristiana». - (nadia campini)


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox