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Israele e la nuova basic law

Di Persio Flacco (---.---.---.138) 1 agosto 2018 09:21
Sgombriamo subito il campo da un possibile pretesto per strillare all’antisemitismo: "Sei contro l’autodeterminazione del popolo ebraico, dunque sei antisemita e complice dei genocidi nazisti!". Israele è uno Stato sovrano e ha tutto il diritto di darsi la legge fondamentale che preferisce. Togliamo di mezzo anche il pretesto di strillare alla faziosità filopalestinese: "Sostieni chi vuole distruggere Israele, dunque sei antisemita ecc. ecc.". Qui non ci interessano i diritti umani degli arabi palestinesi, non li consideriamo proprio. Aggiungiamo anche che questa nuova legge fondamentale rappresenta una novità solo per il fatto che rende esplicito ciò che prima non lo era, tanto che le obiezioni di Rivlin e Begin non riguardano la sua sostanza quanto l’opportunità di codificare e rendere pubblicamente palese una legge che prima era scritta nei fatti ma che, non essendo scritta sulla carta, lasciava spazio alla "interpretazione" difensiva, offrendo quindi la possibilità di limitare lo scandalo della comunità internazionale. Evidentemente la Knesset ritiene che ormai non ci sia più bisogno di mascherare certi orientamenti: gli USA di Trump hanno finalmente lasciato cadere l’opposizione formale a certe pratiche israeliane e a certe dichiarazioni di principio implicite.
Ciò che rimane è ciò che tutti (ma non i sedicenti sostenitori di Israele) sapevano: Israele ha imboccato una strada che al posto della ricerca di integrazione tra i popoli della regione e di condivisione dei principi e delle norme del diritto internazionale come garanzia del proprio futuro, si affida alla potenza politico militare per imporre la sua presenza al mondo.
Non sto a dilungarmi su ciò che questo implica in termini di futuri conflitti e di trasformazione dei valori e dei principi che plasmano la società israeliana. Trasformazione già in atto da tempo ma destinata a diventare sempre più marcata ed evidente in futuro.
Ancora una volta, amaramente, devo constatare che ai sedicenti sostenitori di Israele sembra non interessare un fico secco del suo futuro.

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