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Diritti di Cittadinanza: “giocano” sulla pelle dei bambini

Di pv21 (---.---.---.212) 1 ottobre 2017 12:43

Da annotare >

La cittadinanza è un istituto giuridico che identifica 2 fattispecie tra loro ben distinte.

Può salvaguardare la continuità genetica (discendenza) della popolazione insediata da lungo tempo sul territorio. Oppure può “certificare” una maturata e palesata volontà di appartenere ad una specifica comunità socio-politica.

Ancora.

Nel primo caso è la famiglia d’origine che, per prima, ha interesse e s’impegna a trasmettere principi, regole, tradizioni e valori del proprio bagaglio culturale.

Nel secondo caso, l’acquisizione convinta e professata dell’intero modello di convivenza in vigore è la basilare e ineludibile premessa per il riconoscimento dello “status” di cittadino.


Nel merito.

Qualsiasi soggetto che fin da bambino risieda in modo regolare e stabile nel nostro paese ha diritto, al pari di ogni altro cittadino, di usufruire del collettivo sistema d’istruzione e offerta professionale, nonché della necessaria assistenza sanitaria e sociale. Eventuali carenze e/o complicanze vanno superate.

CON la maggiore età, una volta data una oggettiva e “comprovata” testimonianza della piena condivisione del nostro sistema giuridico, sociale e politico, potrà aspirare a fregiarsi ad ogni effetto anche dello “status” di cittadino.

Quindi, dalla terza generazione, ove sia ancora residente nel nostro paese, detto “status” (ormai radicato) potrà venire equiparato in toto all’attuale “jus sanguinis”, che rimane così la fattispecie preminente.


In sintesi.

La politica non èl’arte del futuro” quando surclassa la matrice di una nazione.

Comunque lo si voglia denominare, non serve e non porta ad alcun reale beneficio minare l’essenza di quel nostro “jus civitatis” che è marchio di un’identità secolare.

Il contagio e la libera promiscuità di culture e principi di fatto “discordanti” non sono mai forieri dello sviluppo armonico di una qualsiasi comunità.

Per contro. E’ dalla T come Tenacia che si genera la consapevolezza del “bene” traguardato …


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