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DiMartedì: Il Referendum e DiBattista. Basta un sì anche per i treni?

Di pv21 (---.---.---.43) 17 novembre 2016 19:59

RIANNODARE >


Una cosa è integrare il dettato Costituzionale con delle Leggi riguardanti specifici temi individuati in modo univoco. Cosa ben diversa è proporre la modifica di una consistente parte (40 articoli) della Costituzione assommando contenuti complessi, macchinosi e diversificati.

Una differenza che diventa insanabile quando si deve fare ricorso ad un referendum confermativo. Magari prescindendo dalle usuali conoscenze e esperienze di un normale cittadino.

In questo caso la intrinseca “fumosità” del quesito posto offre lo spunto alla esacerbante “monotonia” dei sermoni resi pubblici per validare le ragioni del Si o del No.

BASTA infatti cambiare l’angolo d’osservazione e ogni contendente può trovare spazio per la sua arringa. Con una gamma di concetti e toni che vanno dal suasivo al salvifico, dal perentorio all’allarmante.

NE CONSEGUE che un normale cittadino o si astiene oppure “adotta” il parere di soggetti reputati più affidabili (politici, esperti, opinionisti, ...) o della cerchia di parenti/amici.


Per contro.

Considerata la straordinaria portata e rilevanza della revisione oggi in ballo è giusto il caso di mettere uno STOP.


Andare a VOTARE NO significa “rispedire” al Parlamento (mittente), quale  “rappresentante” di tutto il popolo, un siffatto mix “irricevibile” di modifiche.

ORA più che mai è un suo precipuo compito e dovere etico morale addivenire ad una versione che registri la condivisione “molto ampia” (qualificata) dei vari gruppi di eletti. (Nota: detta riforma è frutto di una maggioranza assoluta di fatto “gonfiata” da un “premio” che la Consulta ha già cassato).


VOTARE NO significa “riannodare” le fila di un lungo processo di cambiamento la cui reale applicazione/efficacia dipenderà da una folta lista di provvedimenti “attuativi” tutti ancora da concepire e quindi varare.


In una parola.

VOTARE NO significa non caricarsi della responsabilità di correre il rischio di inutili quanto spiacevoli sorprese. E astenersi non è la scappatoia.

Non è Tutta colpa di Carosello se pure in politica piovono slogan e spot …


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