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Turchia e Unione Europea, l’eterna esclusa

Di Francesco Rossolini (---.---.---.103) 25 maggio 2009 18:51

Sulla questione Curda e per l’occupazione di Cipro e l’esodo forzato verso sud di 200.000 persone credo ci sia poco da dire. Alla Turchia non resta che fare ammenda e riconciliarsi con la storia. 

Per la questione cruciale dello Stato Islamizzato ritengo che ci sia una differenza sostanziale con l’Italia:
L’Italia è uno stato Laico con un apparato normativo esemplare, basta conoscere anche superficialmente il diritto ecclesiastico per rendersene conto. Tutte le religioni più diffuse dispongono di convenzioni avanzatissime che le rendono prossime, in termini di diritto, alla religione Cattolica. In Italia chiunque può decidere di donare l’8 per mille a molteplici confessioni, è garantito il diritto di culto e non ci sono discriminazioni in campo lavorativo basate sulla religione: Chi mai chiede la religione di appartenenza ad un candidato? 

L’ Italia è oggetto di studio e di emulazione per l’assoluta eccellenze delle norme di diritto ecclesiastico. La Turchia? 

La Turchia è uno Stato ancora vincolato ai precetti religiosi, la separazione tra i poteri è ancora lontana dall’essere compiuta nella realtà. 

Potresti affermare in tutta onestà che ad un Italiano Cattolico in Turchia è garantito lo stesso trattamento che l’Italia garantisce ad un Turco Musulmano in Italia?

Potresti affermare che uomini e donne hanno gli stessi diritti in Turchia?


Sul fatto dell’eccessiva sintesi hai ragione purtroppo mi capita spesso ridurre troppo i miei pensieri, comunque per trattare in maniera esaustiva tutti i punti cha hai toccato ci vorrebbe un saggio intero. 





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