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25 aprile: annullato il corteo a Roma

Di Fabio Della Pergola (---.---.---.67) 18 aprile 2015 11:00
Fabio Della Pergola

Caro Libranti, non sono affatto d’accordo con lei. La sconfitta dello Stato italiano fu ben precedente al 25 aprile, per quanto sia comunque difficile distinguere lo Stato dal Regime. Con la Liberazione fu in ogni caso chiaro che quello che crollava era il sistema di alleanza/connivenza tra Repubblica di Salò e Germania nazista, non certo lo Stato italiano che a quel punto non esisteva più da tempo, almeno dall’8 settembre del ’43. Il grande lascito della Resistenza è stata proprio la possibilità di vantare un’identità diversa da quella del fascismo repubblichino a cui avevano aderito solo una minoranza di italiani, mentre al primo fascismo, come è ben noto, avevano aderito, con entusiasmo, grandi masse. L’Italia repubblicana è nata quindi per la non adesione di massa alla repubblichina di Salò ed alla resistenza contro la sua pretesa di voler rappresentare tutta la nazione. Nella Resistenza si legge anche il rifiuto alla prassi di rastrellamento degli ebrei italiani e al loro sterminio in combutta con i nazisti. Contro questa prassi e quella alleanza combatterono anche i partigiani ebrei, oltre che comunisti, liberali, socialisti eccetera. Quindi ben vengano, a pieno titolo, le bandiere rosse, ma anche le bandiere degli altri; di tutti quelli che hanno combattuto per la liberazione dal nazifascismo. La pretesa monopolistica del PCI sulla Liberazione deriva da una sottile prassi politica che, mentre esaltava i valori della Resistenza, ne smantellava sostanzialmente il significato. Un’operazione di accecamento collettivo mentre veniva portato avanti un restyling firmato da Togliatti. Il risultato lo conosciamo: l’Italia non ha fatto per nulla i conti con il suo passato fascista e le conseguenze si sono viste. E’ emblematico che il busto di uno dei maggiori promotori delle leggi razziali faccia ancora bella mostra di sé nei locali della Corte Costituzionale e che sia intoccabile.

In questo articolo si affronta però un altro problema: cioè la pretesa di qualcuno di essere legittimato a impedire, insultare, ostacolare le bandiere in cui si riconoscono alcuni (non tutti) ebrei italiani. Cosa che, come si sarà capito, non mi trova d’accordo. Il fatto che, alla fine, il corteo non si faccia è una sconfitta grave per tutti, in primo luogo per l’ANPI romano che non ha saputo affrontare e gestire, è la mia opinione, le tensioni che si sono accumulate negli ultimi anni. Non ne sono affatto lieto.


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