Tira e molla >
Molti affermano che senza Mare
Nostrum avremmo avuto migliaia di vittime tra gli emigranti provenienti dalle
coste africane. Nessuno ricorda (?) che nel frattempo sono stati conteggiati oltre
1.900 tra morti e dispersi, di ogni razza ed età.
Tanto meno fa riflettere il
fatto che quasi tutti erano ammassati su dei natanti non in grado di affrontare
la traversata e arrivare in vista delle nostre coste.
Eppure questo è il punto.
Per un verso non è interesse dei trafficanti e scafisti trasformare la traversata
in una “strage” quasi scontata. Dall’altro si sa che cercano di aumentare i
guadagni “lucrando” sul tipo di natanti impiegati e sulle quantità di carburante.
In pratica.
Una cosa è attrezzarsi per la traversata di tutto il Canale di
Sicilia.
Ben diverso è poter mettere in conto un più che probabile intervento
di soccorso a qualche miglio dalle coste africane.
Qui sta la questione.
Prendere
cioè atto che l’operare a livello di acque internazionali non è certo la strategia
migliore. Se non è un modo di “semplificare” il lavoro dei trafficanti, di
sicuro non serve a “contrastare” il loro business.
Una efficace azione di
contrasto può realizzarsi solo intervenendo sul terreno e/o comunque a ridosso
delle zone d’imbarco.
Quando in ballo ci sono così tante vite umane non basta
essere animati da un forte spirito di solidarietà. Non è una partita a tira e
molla.
Focalizzare le “specificità” di tali eventi drammatici è come dare
risposta alla Legenda per un Delitto …