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Federico Barakat se l’è cercata la morte, a 8 anni‏

Di (---.---.---.184) 6 febbraio 2015 12:31

Prima di commentare bisognerebbe conoscere la vicenda a fondo: Antonella Penati non era una mamma povera e neppure una mamma che negava il padre al figlio. Aveva l’affido esclusivo (perché il padre dopo la nascita del bambino era sparito per lungo tempo), ma non lo ha mai usato per allontanare padre e figlio. Quando lui è ricomparso, completamente cambiato, stravolto, spesso sotto effetto di stupefacenti e soprattutto violento, Antonella invece di andarsene (e avrebbe avuto i mezzi per farlo) ha fatto quello che a tutti insegnano: si è rivolta alle istituzioni. La risposta delle istituzioni è stata colpevolizzare lei ("madre iperprotettiva"), toglierle l’affido trsferendolo ai servizi sociali e obbligare il bambino a vedere questo padre stravolto in un ambiente protetto che protetto non era. Facit: il bambino è morto. Gli assistenti sociali, cioè coloro che in primis non avrebbero dovuto far togliere l’affido ad Antonella per farselo riconoscere e poi consegnare il bimbo al suo carnefice, sono stati assolti. Dovevano essere assolti, perché la loro condanna avrebbe incrinato un sistema malato che ha di mostrato di non essere in grado di proteggere un bambino, ma che è eccezionale nell’autotutelarsi e nell’autogiustificarsi.

Marinella Colombo
Membro della European Press Federation

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