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Charlie Hebdo: che limiti ha la libertà di espressione?

Di (---.---.---.44) 20 gennaio 2015 14:41

Quando si parla di libertà di espressione si vuole solo dire che non bisognerebbe prendere per legge provvedimenti punitivi. Cioè non si può usare la forza contro le parole, le vignette, le manifestazioni, etc.. Non è accettabile che sia lo stato a giudicare della liceità delle espressioni, perchè è campo inevitabilmente arbitrario e si creerebbero disuguaglianze davanti alla legge, e non è accettabile la repressione.
Nulla di più. Non si intende dire che ogni opinione dovrebbe poter essere manifestata senza incorrere in critiche o reazioni. Anzi. La stessa libertà di espressione garantisce le critiche e le reazioni: posso non comprare un giornale, posso scrivere all’editore, posso criticarlo pubblicamente, posso organizzare la protesta, come manifestazione, mail bombing o boicottaggio, posso manifestare in centomila modi diversi la mia offesa, il mio sdegno, la mia rabbia, e il mio disaccordo, posso emarginare e ostracizzare le idee e le espressioni che trovo offensive, inaccettabbili, posso prenderle in giro e farne satira, etc.. E ciascuna di queste azioni è del tutto lecita e rientra nella libertà di espressione. Di modo che la libertà è di fatto limitata dalla libertà. Perchè se io posso esprimermi pure anche gli altri possono farlo in risposta. Libertà di espressione sta semplicemente per "rifiutiamo di rispondere alle parole con i tribunali, la polizia, la galera, la censura e simili violenti strumenti repressivi". Non ha ache fare col giudizio su ciò che si esprime, per cui può abbracciare tutti da Storace a Erri De Luca, da Hebdo a Dieudonnè, dai filooccidentali angli antioccidentali e così via.


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