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Ma Di Battista vuole tendere una mano all’Isis? Non credo

Di (---.---.---.181) 23 agosto 2014 10:11

Mi sembra che le cose vadano un po’ chiarite. A partire dal fatto che, mi secca ammetterlo, questa volta il grillino non ha tutti i torti. Ma uno sì e Giannulli l’ha già messo in evidenza: l’ISIS non può avere alcun interesse, almeno al momento, di dialogare con chicchessia. Quindi DiBa la sua scemenza l’ha infilata.

Ripensare però alla spartizione dell’Impero Ottomano mi sembra una po’ bizzarra come ipotesi. Il che non significa del tutto sbagliata. Ma bizzarra, un secolo dopo quegli avvenimenti e un secolo denso come è stato il Novecento.

Sorvolando su questo punto il resto è abbastanza scontato: l’estremismo dell’Isis è figlio del disastro di Bush figlio, che fu una vendetta (a casaccio e con prove fasulle, toccò a Saddam per via delle storie paterne) per l’attentato delle Twin Towers, che furono una vendetta per la guerra di Bush padre, che fu un’invasione per respingere l’invasione del Kuwait, che fu il modo di Saddam di reclamare il pagamento per la guerra con l’Iran, che fu scatenata per la crisi degli ostaggi, che fu causata dall’appoggio dato dagli USA allo Scià, che fu... qui la memoria comincia a offuscarsi. Ma è indicativo che prima di arrivare alla spartizione dell’impero Ottomano ce ne vuole ancora.
L’imperialismo americano (e prima anglo-francese) c’è stato, non sono balle. E lo sappiamo tutti. Ma un aspetto mi pare trascurato: i vari colonnelli arabi (Assad, Gheddafi, Hussein e prima ancora Assad padre, Nasser etc.) sono stati dittatorelli che tenevano ben chiuso il coperchio di società composite (spesso figlie della spartizione dell’Impero Ottomano - ci siamo arrivati - o più precisamente della successiva decolonizzazione). Che erano delle pentole a pressione quindi. L’imperialismo americano, ma anche quello sovietico, almeno quello degli ultimi anni, hanno fatto saltare i coperchi e le pentole a pressione sono esplose (come tutte le pentole a pressione se non le fai sfiatare prima). Il problema quindi è sì dell’imperialismo, ma anche della capacità delle società arabe (e islamiche) di darsi istituzioni che non siano solo coperchi sigillati su pentole a pressione messe sul fuoco. Quindi c’è un problema "islam", non solo un problema "imperialismo".


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