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Israele non avrebbe ragione di esistere

Di Fabio Della Pergola (---.---.---.152) 21 luglio 2014 07:31
Fabio Della Pergola

Vedo che i toni si fanno più concilianti.

«il sionismo di Netanyahu invece guida uno Stato, compie scelte spesso discutibili per gli stessi interessi di quello Stato, pone in essere azioni che a volte sono criminali, persegue e afferma una ideologia indecente. Questa è la differenza che lei non vuole cogliere». E’ ovvio che la colgo, non sono scemo. Ma quello che lei afferma è una posizione contraria alla destra israeliana. Che lei continua a definire "sionismo" a prescindere; come se non esistesse una sinistra che si definisce anch’essa sionista. Di Gideon Levy o di Amira Hass in Israele ce ne sono pochi. L’equivalente palestinese invece non esiste affatto oppure non ha la minima possibilità di esprimersi.

Io non difendo affatto tutte le scelte del governo Netanyahu e sono convinto con il mio lontano cugino Sergio http://moked.it/blog/2014/07/18/isr... che debba assolutamente nascere uno stato palestinese o anche due diversi, se queste saranno le condizioni. E sono un convinto sostenitore degli accordi di Ginevra, roba passata e ormai velleitaria, ma che è lì a dimostrare la possibilità di risolvere la questione. L’ho anche scritto, e più di una volta.

Ma quello che appare in tutta evidenza è che lei non vede mai, nemmeno per sbaglio, le responsabilità palestinesi in tutto ciò. Che io ritengo invece ben chiare, e anche maggiori di quelle israeliane, nell’aver ostacolato qualsiasi possibilità di trattativa. Ivi compresa quest’ultima tornata di conflitto mirata ad affossare il governo ANP-Hamas attraverso l’uccisione dei tre ragazzini israeliani.

«Lei conta i razzi, io preferisco contare le vittime civili» e sbaglia. Perché l’intenzionalità di uccidere conta eccome. Soprattutto nell’opinione pubblica israeliana che poi, a differenza di quella palestinese, va a votare. E l’intenzionalità prelude al fatto che, prima o poi, questo avverrà. E quando avverrà la prassi di Hamas non verrà limitata dal concetto di "risposta moderata" o altre quisquilie simili proprie dell’ipocrisia occidentale.

«Se scrivo con uno pseudonimo è per evitare fastidi»: troppo facile. Nel mio blog http://fabiodellapergola.blogspot.it/ troverà modo di scrivermi in privato. E la responsabilità sarà comunque solo sua. Io già mi prendo la mia di firmarmi con nome e cognome. E di questi tempi non è poco.


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