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Dammi il cinque

Di (---.---.---.1) 4 giugno 2014 18:01

Riforme, riforme. "certe riforme", quelle che servirebbero, non le vedremo mai: se non sono state fatte prima, non verranno certo adesso.

Tutti si riempiono la bocca con termini buoni per tutte le stagioni: "vogliamo le riforme", "avanti con le riforme", "le riforme necessarie". Appena sento qualche politico parlare di riforme (badando bene a non dire QUALI), intuisco che è aria fritta.

Io credo che si stia parlando d’altro (cioé di riforme) per non parlare delle cose serie. Proprio mentre scoppiava il caso MOSE, in parlamento disquisivano di eleggibilità o meno dei senatori. Ci sono problemi... gente che prima era d’accordo adesso non lo è più. Perché queste riforme non nascono da un ideale, ma dalle circostanze. Ufficialmente, riforme che prima erano buone poi non lo sono più. Nascostamente, le frasi hanno un altro tenore: "ti sostengo per questa riforma, ma ho bisogno di una mano per salvare il mio amico". "Ma non possiamo salvare il tuo amico, la gente che cosa pensa poi?". "E allora non ti sostengo più. Pensaci, perché su queste riforme ci hai messo la faccia". "Incontriamoci. Se troviamo un modo che non dia nell’occhio se ne può parlare".

Per favore basta parlare genericamente di riforme. Vorremmo conoscerle e discuterle una a una, PRIMA di buttarla in parlamento come merce di scambio. Vorremmo conoscerle e discuterle noi, popolo, non aspettare che ne decidano due condannati al chiuso in una stanza.


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