Concordo in pieno, ma aggiungerei un’altra motivazione al gioco delle parti: non è semplicemente una questione di perdere consenso elettorale facendo cadere il governo... io aggiungerei anche un banale calcolo politico. A Berlusconi che si vada a votare domani non conviene, perché non sarebbe candidabile ma depennato da un’eventuale listino, automaticamente. E se si votasse domani, ammesso che un partito abbia la maggioranza (movimento 5 stelle?), significherebbe rischiare di aspettare ben 5 anni fino alle successive elezioni. A Berlusconi invece conviene cercare di fare in modo di ridurre ad un anno l’interdizione (e quindi cercare di tenere in vita per qualche altro mese questo governo) o magari agire in corte europea o in qualsiasi modo per ottenere una sospensiva della misura interdittiva e solo allora andare al voto. In altre parole fare in modo che si voti quando sarà candidabile.
Essere non candidabile ora significa sparire dalle scene, e gli conviene molto di più stare all’opposizione, far fare a letta qualsiasi manovra impopolare, la più impopolare possibile, per poi promettere di abrogarla non appena eletto.
Se fossi in Letta io darei le dimissioni.