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Credenti e non credenti: dove porta il dialogo Scalfari-Bergoglio (terza parte)

Di paolo (---.---.---.128) 26 settembre 2013 09:49

Insomma siamo in un’ottica speculativa di pura metafisica .Tuttavia rimango della mia idea che l’equivalenza ateo-laico e religioso-laico , partendo dal presupposto che anche "il dubbio " sia un dogma al pari dell’esistenza di Dio,non sia corretta ed applicabile ,perché razionale e trascendente procedono in direzioni opposte .Ergo un cattolico non può essere laico , nella pura accezione del termine perché non è slegato dalla autorità confessionale che esercita la sua dottrina di appartenenza.
Capisco il tentativo , a mio avviso del tutto strumentale , di far passare anche l’istinto razionale del dubbio e la sua proiezione come pensiero scientifico ,come una forma di confessione (seppure non religiosa) e quindi porre entrambi sullo stesso piano , ma la contraddizione è nelle azioni che poi si esercitano .Galileo è stato inquisito da religiosi mentre cercava di insinuare il dubbio (non dell’esistenza di Dio ma di semplici strutture visionarie ) nei suoi inquisitori . Non mi risulta il viceversa.

Trovo inoltre la tesi di Vannini-Agostino "La vera filosofia è la vera religione e la vera religione è la vera filosofia. E il cristianesimo è la vera filosofia e perciò il cristianesimo è la vera religione", semplicemente orrenda . E’ la stessa posizione che sostenne Ratzinger nel suo viaggio in Turchia( se ricordo bene) e che suscitò reazioni in tutto il mondo da parte di altri visionari come lui. Proclamare la propria religione (cristianesimo )la sola e unica "vera " ,equivale ad una diminutio delle altre fedi monoteiste . Classico invito alla intolleranza e all’estremismo religioso che hanno insanguinato(ed insaguinano) l’Umanità dalla notte dei tempi .Complimenti.


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